PROCEDURA D'INFRAZIONE COMMISSIONE EUROPEA.

PUBBLICHIAMO LE CONCLUSIONI DELLA COMMISSIONE EUROPEA CHE HA RIGETTATO LA RISPOSTA DELL'ITALIA (EU-Pilot 7779/15/EMPL)

COUNTDOWN DELLA GIUSTIZIA
ASTENSIONE DALLE UDIENZE 19-22 GENNAIO DEI MAGISTRATI ONORARI

L’astensione dalle udienze proclamata per i giorni dal 19 al 22 gennaio segna l’inizio del conto alla rovescia per la giustizia. Nel mese di agosto 2021 è prevista l’entrata in vigore della riforma firmata nel 2017 dal Guardasigilli Orlando: i magistrati onorari, entro il prossimo 15 febbraio, dovrebbero decidere se lavorare 2 o 3 giorni alla settimana, senza alcuna tutela sociale, con l’unico diritto di sospendere la propria prestazione in caso di malattia (senza corrispettivo di alcuna indennità), ma per non più di sei mesi, alla scadenza dei quali decadranno dall’incarico (leggi: licenziamento).

Alla vigilia dell’approvazione della riforma i magistrati capi degli uffici giudiziari avevano lanciato l’allarme di una paralisi completa della giustizia, auspicando, invece, la stabilizzazione dei magistrati onorari all’interno del ruolo di fatto creato nell’amministrazione della giustizia. La Commissione Europea, prendendo in esame le centinaia di denunce dei magistrati onorari, aveva respinto la difesa del Governo che continuava a negare loro i diritti dei lavoratori.

Alla vigilia dell’entrata in vigore della riforma la Corte di Giustizia (sentenza 16.7.2020, Causa C- 658/18, UX A) e i tribunali ordinari che l’hanno applicata (Tribunale di Sassari del 24 gennaio 2020, Tribunale di Napoli del 16 novembre 2020, Tribunale di Vicenza del 16.12.2020, Tribunale di Roma del 13 gennaio 2021) hanno sancito che i magistrati onorari sono lavoratori, con tutto ciò che ne consegue. La Corte Costituzionale (sentenza n. 267/2020) ha affermato che l’esigenza di garanzia di imparzialità «sussiste per l’attività giurisdizionale nel suo complesso, quale funzione essenziale dell’ordinamento giuridico, con pari intensità per il giudice professionale e per il giudice onorario».

Il Governo non può più restare in attesa di Godot. All’unanimità il 12 gennaio u.s. la Commissione Giustizia al Senato aveva deciso di approvare in sede deliberante le modifiche necessarie della riforma Orlando, ma la Commissione Bilancio ha già interrotto il rito accelerato perché mancano le garanzie di copertura economica. La pandemia di Covid-19, invece, non si è fermata e i magistrati onorari dovranno continuare a garantire il proprio servizio senza garanzia di immunità e con la certezza dell’azzeramento del reddito in caso di contagio. 

Il Movimento Sei Luglio chiede al Governo di dimostrare di essere davvero europeista applicando SUBITO ai magistrati onorari la normativa europea, riconoscendo loro le tutele sociali e una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del loro lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.

 

 

6 dicembre 2020

Lavorare gratis per legge

Come noto la riforma Orlando ha previsto l’impiego dei magistrati onorari nell’ufficio per il processo, aggiungendo alle attività giudiziarie nuovi compiti, senza, tuttavia, prevedere la loro retribuzione per i giudici e i pubblici ministeri onorari già in servizio. Con una nota del I dicembre u.s. il Dipartimento degli Affari di Giustizia lo ha ribadito affermando, così, che i magistrati onorari devono lavorare gratis per legge. Pochi giorni prima il Ministro Bonafede aveva risposto a una interrogazione parlamentare citando gli atti dell’Assemblea Costituente, che definì la magistratura onoraria come «l’espediente migliore per facilitare la risoluzione del problema del miglioramento delle condizioni economiche dei magistrati».

Ma non è più tempo di espedienti.  

Il Movimento Sei Luglio, il 28 ottobre u.s., aveva dichiarato di sospendere lo stato di agitazione, a fronte della presentazione, da parte della maggioranza di Governo, di un ddl migliorativo, seppure imperfetto, della riforma Orlando e dell’impegno, da parte della Senatrice Valente, co-relatrice del ddl, di voler «fornire un quadro di tutele forte» in occasione della legge di bilancio, chiedendo, tuttavia, misure immediate per la tutela della salute dei magistrati onorari, che continuano a essere esposti al rischio di infezione da coronavirus come tutti gli altri lavoratori della giustizia, ma rimangono gli unici a essere privi della indennità per malattia.

Non solo tali misure non sono state riconosciute, ma la magistratura onoraria non è rientrata nemmeno tra i temi della discussione della Manovra economica, quando è noto che, invece, sono stati stanziati 6 miliardi di euro per acquisire nuovi sistemi d’armamento. Inoltre si è fermata anche la discussione del ddl di riforma della magistratura onoraria, ritenuto non urgente, ignorandosi che, nel mese di febbraio, tutti i magistrati onorari dovrebbero esercitare le varie opzioni previste dalla macchinosa riforma Orlando, la cui piena entrata in vigore è prevista nel mese di agosto.

Pertanto tutte le sigle della magistratura onoraria confermano lo stato di agitazione. I flash mob organizzati nella giornata di ieri dai magistrati onorari di Palermo e Milano, sulla scia dell’intervento del Movimento Sei Luglio all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2016, all’insegna dello storico slogan “vogliamo il pane ma anche le rose”, hanno segnato solo l’inizio della protesta, che non si fermerà finché Il Governo non riconoscerà tutti i diritti spettanti in base alla Costituzione repubblicana e al diritto europeo.

gesto

28 ottobre 2020

(ANSA) - ROMA, 28 OTT - Due delle associazioni rappresentative dei magistrati onorari, Anmo e Sei luglio, in una nota annunciano di essere pronte al confronto con il governo sul disegno di legge di cui sono relatrici le Senatrici Valente ed Evangelista, che prevede una riforma della magistratura onoraria "imperfetta, ma  migliorativa rispetto all'attuale disciplina, e che eviterebbe, soprattutto, i danni irreparabili della completa entrata in vigore del decreto legislativo n.116/2017".

  "Le criticita'  lampanti del disegno di legge di Governo sono rappresentate dal mancato riconoscimento dei magistrati onorari come lavoratori e delle relative tutele". Tuttavia i direttivi delle associazioni  prendono atto "dell'impegno ufficiale della senatrice Valente di voler 'fornire un quadro di tutele forte' in occasione della prossima legge di bilancio, e della disponibilita'  a confrontarsi con i rappresentanti di categoria per la presentazione di emendamenti al disegno di legge".

  Occorre intervenire, sostengono  Anmo e Sei Luglio, con alcune modifiche essenziali ", a partire dall' applicazione immediata del compenso fisso" e dall' "abrogazione della norma che prevede la dispensa dei magistrati onorari in caso di impedimento di durata superiore a sei mesi".

  Le due associazioni esprimono inoltre "fortissima preoccupazione per le condizioni determinate dalla pandemia", e chiedono al Governo le misure necessarie per fronteggiare l'emergenza Covid, per non esporre i magistrati onorari ad una "ulteriore intollerabile riduzione del reddito". (ANSA).

tribunale di Sassari

 

8 febbraio 2020

Pubblichiamo la sentenza del Tribunale di Sassari che ha accolto uno dei ricorsi promossi dal Comitato "Articolo 10" e il comunicato dei fondatori. Buona lettura

Quali fondatori del Comitato “Articolo 10”, costituito per promuovere azioni giudiziarie per la tutela dei magistrati onorari, rendiamo nota la motivazione della sentenza del Tribunale di Sassari, Sezione Lavoro, che in data 24 gennaio 2020, come avevamo già comunicato, ha accolto il ricorso, patrocinato dagli Avvocati Claudio e Ilaria Tani del Foro di Milano e dall’Avvocato Maurizio Serra del Foro di Sassari, presentato dal vice procuratore onorario Cristiano Idini, accertando e dichiarando la sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato di fatto dalla data di immissione nelle sue funzioni. 

Nel caso di specie la sentenza ritiene provata la sussistenza di tutti gli indici della subordinazione, con tutto ciò che ne deriva in applicazione dei principi dell’Ordinamento italiano, che hanno natura cogente:

- «la retribuzione, che deve essere proporzionata alla quantità e qualità del lavoro, e in ogni caso sufficiente ad assicurare al lavoratore e alla famiglia una esistenza libera e dignitosa, nonché irrinunciabilmente il riposo settimanale e le ferie annuali retribuite» (art. 36 Cost.);

- «il diritto dei lavoratori alla tutela previdenziale e assistenziale nei casi di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, nonché disoccupazione involontaria» (art. 38 Cost., comma 2).

La sentenza esclude categoricamente che in forza del nomen “onorario” possa essere negato ai vice procuratori onorari l’accertamento del rapporto di lavoro subordinato.

In via incidentale il giudice afferma che il rapporto di lavoro dei vice procuratori onorari non può comunque essere ritenuto illecito, in quanto, come rappresentato nel ricorso,  si è instaurato in forza di un concorso per titoli.

Applicando direttamente le norme europee invocate nel ricorso, così come richiesto, ha ritenuto abusiva la reiterazione dei contratti a termine, in quanto le numerose proroghe dei magistrati onorari, in realtà, sono state disposte per coprire carenze strutturali del sistema e non per fare fronte a esigenze temporanee e eccezionali.

Secondo la sentenza, la natura lavorativa dell’attività svolta dai vice procuratori onorari è dimostrata, per altro, anche dalla riforma varata con decreto legislativo n. 116 del 13.7.2017, che ha assoggettato i vice procuratori onorari all’obbligo di iscrizione alla gestione separata Inps. Tuttavia in motivazione si legge che «di autonomo il lavoro di V.P.O. [vice procuratore onorario] non ha niente».

Non costituisce un limite al riconoscimento della natura subordinata del lavoro - afferma la sentenza – l’eventuale prestazione dell’attività di magistrato onorario a tempo parziale (situazione non ricorrente nel caso di specie). Anzi, sta proprio qui una delle peculiarità del rapporto di lavoro dei magistrati onorari, compresi quelli con funzione giudicante. Come affermato anche nel ricorso, infatti, i vice procuratori onorari svolgono un’attività soltanto simile a quella dei magistrati professionali: «con una serie di limiti relativi agli ambiti di competenza, alla necessità di deleghe, ed alla possibilità di optare per un rapporto part-time», come afferma la sentenza.

La motivazione cita anche la sentenza 7 November 2018, Case C-432/17, con cui la CGUE ha riconosciuto il diritto al trattamento pensionistico di quiescenza al giudice O’Brien, «discriminato ingiustamente rispetto ai magistrati a tempo pieno, e finanche rispetto ai magistrati a tempo parziale remunerati con uno stipendio». Si tratta di una figura, infatti, che presenta molte analogie con i magistrati onorari italiani («incarico a tempo parziale, pagamento “a gettone”, ritenuta non titolarità di un ufficio giudiziario vero e proprio»).

Conformandosi alla giurisprudenza di legittimità e accogliendo uno dei motivi del ricorso, la sentenza ha più volte ribadito che la «forma deve cedere alla sostanza» e con un respiro molto ampio ha affermato principi applicabili a tutti i magistrati onorari.

A commento di questa sentenza, che applica anzitutto – va affermato con forza – la Costituzione italiana, ci limitiamo a citare le parole del ministro della giustizia del Regno Unito all’indomani della sentenza O’Brien: «Un’alluvione di nuovi ricorsi giudiziari non sarebbe nell’interesse di nessuno. Non sarebbe nell’interesse dei ricorrenti, perché dovrebbero sopportare i costi e i disagi di fare causa; non sarebbe nell’interesse del ministero di giustizia, perché dovrebbe sopportare i costi e i disagi di resistere nelle cause; non sarebbe nell’interesse dell’Employment Tribunal, perché le cause andrebbero a caricare di nuovo contenzioso i giudici».

Con queste parole il Guardasigilli britannico annunciava un atto di moratoria che avrebbe consentito agli altri lavoratori come O’Brien di presentare una domanda amministrativa per ottenere la pensione, anziché fare causa al ministero. La moratoria, continuava il ministro, gli avrebbe dato anche il «respiro» per disciplinare per il futuro in modo organico il regime pensionistico per questi lavoratori.

Pur consapevoli che il giudizio è ancora pendente, non possiamo non formulare l’auspicio che il Governo trovi nella sentenza del Tribunale di Sassari le linee guida per una vera riforma: la costituzione di un ruolo corrispondente alle funzioni attualmente svolte in cui inquadrare i magistrati onorari come dipendenti, che è soluzione praticabile senza equiparazione ai magistrati professionali. La disciplina introdotta sotto il precedente Governo (che non è ancora entrata pienamente in vigore), infatti, ricorre a un’altra falsa etichetta, come affermato anche in sentenza: il “nomen” di lavoratore autonomo. Inoltre, estendendo il tempo parziale a tutti i magistrati onorari, incorre in una nuova violazione del diritto europeo (direttiva 97/81/CE del Consiglio Europeo, del 15 dicembre 1997), in quanto, riducendo la loro remunerazione, li pregiudica come lavoratori.

Paola Bellone e Stefano Marretta

 

21 maggio 2019

Magistrati onorari verso il reddito di cittadinanza

Il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e il Ministro dell’Interno Matteo Salvini hanno commentato l’approvazione in Consiglio dei Ministri dello schema di disegno di legge di riforma della riforma della magistratura onoraria, dichiarando che il Governo ha mantenuto le promesse.

Così non è, in quanto il disegno di legge prevede in pratica un dimezzamento della retribuzione attuale, che, in mancanza di correzioni, riguarderà tutti i giudici onorari di tribunale e i pubblici ministeri onorari dall’approvazione della legge fino al 2021.

Inoltre il disegno di legge non offre alcuna garanzia sul nuovo regime che dovrebbe entrare in vigore a partire dal 2021, in quanto, nel riconoscere la facoltà di optare per una retribuzione fissa, prevede due importi lordi, 31.473 e 25.178 euro, senza specificare né i criteri in base ai quali sarà liquidato l’importo più alto né la base soggetta a tassazione.

È stata anche disattesa la promessa formulata all’esito del tavolo politico del 7 marzo scorso di individuare in quali casi di malattia sarebbe stata garantita un’indennità (il disegno di legge nulla prevede in merito), così come è stata tradita la promessa di prevedere la possibilità di  trasferimento “a tutela dei beni primari” (il disegno di legge lo esclude per ragioni di ricongiungimento familiare, evidentemente la famiglia non essendo ritenuta un bene primario).

Da fonti di stampa risulta che il Ministro Bonafede abbia anche dichiarato che questo disegno di legge ferma lo tsunami della riforma Orlando.  In realtà ne provoca un altro, abbattendo la retribuzione dei magistrati onorari a livelli che per molti renderanno necessaria l'integrazione attraverso il reddito di cittadinanza.

È noto che la Commissione Europea abbia già bocciato l’Italia, in fase pre-contenziosa, perché i magistrati onorari non sono considerati lavoratori, perché sono discriminati rispetto ai magistrati di carriera, non godono di ferie annuali e di congedo per maternità e sono vittime di abuso del rapporto di lavoro a termine (caso EU Pilot 7779/15/EMPL). L’attuale Governo ha rispettato un solo monito della Commissione UE, prevedendo il possibile rinnovo dei mandati dei magistrati onorari fino all’età di 68 anni, ma ha mantenuto, pur avendolo avversato nella scorsa legislatura, lo stesso impianto ipocrita e farraginoso previsto dalla  riforma “Orlando”, senza garantire niente per il futuro, continuando a negare lo status di lavoratori e di conseguenza i diritti fondamentali riconosciuti anzitutto dalla Costituzione.

Lo stato delle cose, pertanto, impone fin da subito alle sigle di promuovere ogni iniziativa utile per manifestare la protesta dei magistrati onorari in modo coordinato su tutto il territorio nazionale.

17 maggio 2019

Riforma magistratura onoraria: vaghezza del Governo.

Il Sottosegretario Onorevole Jacopo Morrone, commentando l’iniziativa dello sciopero dei magistrati onorari, che si è protratto fino ad oggi, ha dichiarato di non comprenderne le ragioni dal momento che lui stesso ha trasmesso al Ministro Bonafede l’articolato formulato all’esito del tavolo tecnico istituito con la partecipazione di rappresentanti dei magistrati onorari, per l’emanazione di un decreto legge.  Tuttavia la protesta non era stata proclamata contro il Sottosegretario che aveva ricevuto delega per la riforma della magistratura onoraria, ma contro il Governo, in quanto al Governo va imputato di avere disatteso la promessa di definire la riforma entro le elezioni europee alle condizioni annunciate. Inoltre l’articolato predisposto all’esito del tavolo tecnico avrebbe dovuto essere condiviso con le sigle di categoria,   che, in cambio della promessa di trasparenza, avevano sottoscritto una dichiarazione di sostegno alla strada intrapresa.

Invece, alle dichiarazioni del Sottosegretario, hanno fatto seguito notizie divulgate dagli organi di stampa, che smentiscono il ricorso alla decretazione d’urgenza (che sarebbe stata giustificata, anzi, imposta, dalla necessità di evitare l’imminente procedura d’infrazione già annunciata dalla Commissione Europea). Le notizie trovano riscontro nella bozza di uno schema di disegno di legge (che sta circolando in queste ore), che rinvia a tempo indeterminato e con modalità incerte le modifiche alla “riforma Orlando”, e introduce novità peggiorative che non erano state oggetto né del tavolo tecnico né del c.d. “tavolo politico”.

Tra le novità la modifica della retribuzione attuale dei magistrati onorari in servizio presso i tribunali, che, attualmente, percepiscono una indennità giornaliera di 98 euro lordi, salva la liquidazione di una seconda indennità di pari importo nel caso in cui l’attività retribuita per legge si protragga oltre la quinta ora. Il regime di pagamento è funzionale a compensare tutte le attività di lavoro svolte dai magistrati onorari che per legge non vengono retribuite. Se fosse approvata la modifica contenuta nella bozza (che prevederebbe la seconda indennità solo oltre l’ottava ora di lavoro!), si verificherebbe un dimezzamento della retribuzione di tutti i magistrati onorari in servizio presso i tribunali.

Per quanto riguarda le modifiche alla riforma “Orlando” la bozza dello schema di disegno di legge è lacunosa e per questo per niente rassicurante sulla retribuzione prevista per il futuro. Infatti essa prevede un’indennità lorda fissa annua di euro 31.473 (per chi ne faccia richiesta in alternativa al regime di cottimo) esclusivamente per chi eserciti funzioni giudiziarie, mentre abbatte l’importo ad euro 25.178 «per i giudici onorari inseriti rispettivamente nell’ufficio per il processo e nell’ufficio di collaborazione del procuratore della Repubblic». A parte l’errore evidente del riferimento ai giudici onorari inseriti in un ufficio della procura, la previsione non è affatto chiara, per un duplice motivo. Da una parte tutti i pubblici ministeri onorari, per definizione (art. 1 d.lgs. 116/2017), sono inseriti nell’ufficio di collaborazione del procuratore della Repubblica, dall’altra, comunque, non è specificato in base a quali criteri (e a fronte di quale impegno lavorativo) dovrebbe essere liquidata l’indennità con importo più alto. La assoluta oscurità del testo è aggravata dalla delega completamente in bianco al Governo a emanare un decreto di attuazione per definire “modalità e limiti” della norma (con inversione dei poteri degli organi competenti, in quanto dovrebbe essere il Parlamento a fissare i limiti di esercizio del potere normativo delegato al Governo).

D’altra parte la bozza confermerebbe alcune modifiche annunciate al tavolo politico del 7 marzo scorso: tra le principali la proroga dei mandati fino all’età di 68 anni (ma le sigle chiedevano la possibilità di proroga fino a 70 anni, in considerazione della posizione di molti colleghi, privi, allo stato, di copertura previdenziale, che, al raggiungimento dell’età di 68 anni, non potranno beneficiare di alcun reddito) e allineamento della disciplina delle c.d. incompatibilità parentali con la normativa contenuta nell’ordinamento giudiziario. Si tratta di modifiche che il Movimento Sei Luglio non ritiene “concesse”, ma imposte dalla necessità di armonizzare la disciplina della magistratura onoraria con la Costituzione e con l’Ordinamento europeo.  Inutilmente timida l’introduzione della possibilità di trasferimento per i magistrati onorari in altra sede, al solo fine di assistere familiari disabili, quando la categoria chiedeva una netta modifica che consentisse il trasferimento per ragioni di ricongiungimento familiare.

Il Movimento Sei Luglio chiede, perciò, al Governo, di smentire i contenuti della bozza di articolato che danneggerebbero ulteriormente la categoria e conseguentemente l’amministrazione della giustizia, e di dare seguito alle dichiarazioni del Sottosegretario Morrone che annunciavano il ricorso alla decretazione d’urgenza, nel rispetto dei contenuti illustrati al tavolo politico del 7 marzo scorso.

20 aprile 2019

Movimento Sei Luglio chiede al Governo decreto legge

Il Movimento Sei Luglio chiede al Governo di emanare un decreto legge per varare le misure annunciate il 7 marzo scorso durante i lavori del c.d. tavolo politico convocato dal Sottosegretario Jacopo Morrone con delega alla riforma della magistratura onoraria.

Il tavolo si era chiuso con la richiesta alle sigle di categoria, da parte del Sottosegretario, di sottoscrivere una dichiarazione di sostegno alla strada intrapresa, per garantire una via prioritaria alla riforma, con l’obiettivo di chiudere l’iter prima delle elezioni europee. Quasi all’unanimità le sigle avevano sottoscritto salva la richiesta concorde di alcuni correttivi (primo fra tutti l’entrata in vigore immediata delle misure previste).

I componenti tecnici del Ministero presenti al tavolo avevano, infine, indicato, tra i nodi da sciogliere, la necessità di individuare lo strumento normativo più idoneo per modificare la riforma Orlando.

Nell’auspicio che l’obiettivo di chiudere i lavori prima delle elezioni europee venga raggiunto con un testo normativo recettivo delle modifiche sottoscritte e richieste concordemente dalle sigle, il Movimento Sei Luglio rappresenta che l’unico strumento normativo idoneo è la decretazione d’urgenza, necessaria per evitare l’imminente procedura d’infrazione già annunciata dalla Commissione Europea e superare i vincoli della legge delega 57/2016, quale ad esempio il limite al numero dei mandati.

Il Movimento Sei Luglio, infatti, ricorda che, in data 10 giugno 2016, il Dipartimento delle Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri trasmise al Ministero della Giustizia la nota con cui la Commissione Europea, Direzione Generale Occupazione, Affari Sociali e Inclusione, aveva chiuso negativamente il caso EU Pilot 7779/15/EMPL, riguardante la compatibilità con il diritto UE della disciplina nazionale che regola il servizio prestato dai magistrati onorari. La comunicazione del Dipartimento si chiudeva con l’invito al Ministero a comunicare – «con massima sollecitudine» - «le azioni e le misure volte ad impedire la procedura di infrazione».

Ricorrendo, dunque, la necessità e l’urgenza, il Movimento Sei Luglio chiede di dare esecuzione agli impegni sanciti nel Contratto di Governo mediante un decreto legge che entri immediatamente in vigore, e confermi le rassicurazioni date dal Sottosegretario alle sigle il 7 marzo scorso e i contenuti illustrati in quella sede.

 

7 marzo 2019

Oggi si è tenuto il tavolo politico convocato dal sottosegretario Jacopo Morrone, che si è sovrapposto al tavolo tecnico subito dopo la sua chiusura. Insieme ai partecipanti al tavolo politico è entrato nell’Aula Livatino anche il Ministro Alfonso Bonafede, che ha partecipato a quasi tutti i lavori.

Sono state proiettate delle slide per illustrare le linee guida della riforma che dovrebbe essere varata con riferimento al c.d. regime transitorio.

Le linee guida ci saranno trasmesse su nostra richiesta per essere condivise con tutti. Ad ogni buon conto riportiamo di seguito il contenuto. Vi raccomandiamo di leggere fino in fondo il resoconto, in quanto dopo l’illustrazione delle linee guida gli esponenti del Ministero, a seguito degli interventi dei partecipanti, si sono ritirati e dopo hanno esposto le possibili modifiche alle linee descritte.

 

Le linee guida prevedono:

 

- reiterazione dei mandati fino all’età di 68 anni.

- con riferimento alla previdenza: riduzione della base imponibile del 40%

- con riferimento alle tasse, individuazione della base imponibile nel 60 % della retribuzione

- miglioramento del regime di incompatibilità

- introduzione della possibilità di trasferimento per cause tassative a tutela di beni primari

- con riguardo alla retribuzione possibilità di optare per due regimi:

A) mantenimento del regime attuale, senza limite di impegno settimanale e medesima retribuzione;

B) estensione del terzo impegno settimanale previsto dal regime transitorio per i magistrati onorari in servizio a far data dall'entrata in vigore del d.lgs. 116/2017 anche per i successivi quadrienni;

dal 2021 estensione della indennità lorda annuale estesa a tutti i quadrienni per tutta la durata dell'incarico fino a:

31473 euro lordi  per la “funzione giudicante” per 3 impegni settimanali (24512 euro netti)

25178 euro in ufficio del processo per tre impegni settimanali (19609 euro netti)

 

 

 

A seguito degli interventi dei partecipanti al tavolo gli esponenti del Ministero hanno formulato le possibili modifiche delle linee guida:

valutare l’introduzione di un sistema “para-disciplinare” “special preventivo”, che preveda soluzioni conservative dell’incarico per violazioni con riferimento alle quali la revoca sarebbe una sanzione sproporzionata;

 

 

prevedere in caso di malattia e “malattie gravi”, “di lunga durata”, non solo la conservazione dell’incarico, ma anche la corresponsione di un’indennità;

 

sistema omogeneo per quanto riguarda le aliquote descritte nelle linee guida, per chi sarà iscritto all’INPS con il regime della gestione separata e per chi sarà iscritto alla Cassanazionale Forense;

 

 

possibilità di modificare l’opzione per uno o l’altro del regime, ragionevolmente dopo un quadriennio;

 

possibilità di retribuzione a cadenza mensile attraverso il sistema Giudici Net esteso a tutti;

 

 

rilascio di un tesserino di riconoscimento e della c.d. smart card

 

 

Non sono stati individuati gli strumenti normativi per il varo delle modifiche, ma il Sottosegretario Morrone ha dichiarato l’intendimento di volere definire la questione nel termine di tre settimane e comunque entro il 26 maggio.

 

In chiusura dei lavori il Sottosegretario ha chiesto ai partecipanti al tavolo politico di firmare il sostegno a proseguire nel varo delle modifiche, per evitare il rischio di mantenere il regime della riforma Orlando. Una rapida consultazione tra le sigle ha portato alla determinazione di accogliere l’invito alla sottoscrizione, intesa come consenso a non chiudere il tavolo di trattative per superare la riforma Orlando. Il Sei Luglio ha cercato l’accordo per non uscire spaccati dall’incontro, e ha cercato un’intesa per individuare miglioramenti delle linee guida. Risulta che non abbiano firmato solo due sigle. Il Movimento Sei Luglio ha firmato.

24 settembre 2018

(ANSA) - ROMA, 24 SET - Il Movimento Sei Luglio chiede al Csm di non approvare le proposte di delibere dell'VIII Commissione (competente per la magistratura onoraria) all'ordine del giorno di oggi 24 settembre, riguardanti il trasferimento dei magistrati onorari, che ne hanno fatto domanda nell'ipotesi che il Consiglio ritenesse sussistere nei loro confronti una causa di incompatibilità (ai sensi dell'articolo 5 del decreto legislativo 116/2017 che ha completato l'attuazione della legge delega di riforma `Orlando´).

In molti dei casi esaminati dall'VIII Commissione, sottolinea il Movimento Sei Luglio, «non può ritenersi sussistere alcuna causa d'incompatibilità. Per lo più infatti il rapporto parentale o di coniugio segnalato dai magistrati onorari non comporta il rischio di alcuna interferenza professionale o tale rischio può essere facilmente superato attraverso le regolamentazioni interne dell'ufficio, come accade per i magistrati ordinari». Anche perché, si segnala, «non si verifica alcun appannamento della credibilità dell'istituzione giudiziaria, per esempio, quando il prossimo congiunto di un Pm onorario eserciti la professione forense nel settore civile, sebbene nel circondario del Tribunale ove ha sede l'ufficio giudiziario cui egli sia assegnato. Analogamente nel caso di compresenza di due giudici o Pm onorari tra di loro congiunti nel medesimo ufficio, quando le dimensioni dell'ufficio - evidenzia ancora il Movimento sei luglio - consentirebbero l'assegnazione a due sezioni diverse».(ANSA).

TEO-COM 24-SET-18 09:01 NNNN

MAGISTRATI ESODATI PER CAUSE DI INCOMPATIBILITÀ INESISTENTI

Il Movimento Sei Luglio ha chiesto al Consiglio Superiore della Magistratura di non approvare le proposte di delibera dell’VIII Commissione (competente per la magistratura onoraria) all’ordine del giorno di oggi 24 settembre, riguardanti il trasferimento dei magistrati onorari, che ne hanno fatto domanda nell’ipotesi che il Consiglio ritenesse sussistere nei loro confronti una causa di incompatibilità ai sensi dell’art. 5 d.lgs. 116/2017 (che ha completato l’attuazione della legge delega di riforma “Orlando”).

In molti dei casi esaminati dall’VIII Commissione, in concreto, non può ritenersi sussistere alcuna causa d’incompatibilità. Per lo più, infatti, il rapporto parentale o di coniugio segnalato dai magistrati onorari non comporta il rischio di alcuna interferenza professionale o tale rischio può essere facilmente superato attraverso le regolamentazioni interne dell’ufficio, come accade per i magistrati ordinari.  Non si verifica alcun appannamento della credibilità dell’istituzione giudiziaria, per esempio, quando il prossimo congiunto di un PM onorario eserciti la professione forense nel settore civile sebbene nello stesso circondario del Tribunale ove ha sede l’ufficio giudiziario cui egli sia assegnato. Analogamente nel caso di compresenza di due giudici o PM onorari tra di loro congiunti nel medesimo ufficio, quando le dimensioni dell’ufficio consentirebbero l’assegnazione a due sezioni diverse.

È la stessa circolare del CSM che ha attuato la normativa (Prat. num. 34/VA/2017 approvata con delibera dell’Assemblea plenaria del 15 novembre 2017) a consentire di interpretare la legge nel senso che la causa di incompatibilità debba essere verificata in concreto.

Diversamente opinando, come parrebbe aver fatto l’VIII Commissione, la norma sarebbe palesemente in contrasto con l’art. 3 Cost. Infatti essa non prevede la causa di incompatibilità in casi analoghi a quelli citati: compresenza nello stesso ufficio o nello stesso circondario di magistrati prossimi congiunti tra di loro ordinari e onorari e compresenza di magistrati onorari prossimi congiunti tra di loro con funzioni diverse nello stesso circondario. Con riferimento agli ultimi due casi, infatti, benché la causa di incompatibilità non sia prevista dalla legge, il CSM ha previsto che si debba provvedere con la regolamentazione interna dell’ufficio per evitare l’interferenza professionale. Sarebbe ingiustificato non ricorrere ad analogo rimedio nei casi espressamente previsti dalla legge, e non verificare comunque la sussistenza in concreto della causa di incompatibilità.

D’altronde la stessa Corte Costituzionale, nella sentenza n. 60/2006, ha indicato con chiarezza quale sia la ratio delle norme che stabiliscono cause di incompatibilità all’esercizio della funzione giurisdizionale: tutelare la sostanza e l’immagine dell’indipendenza dei giudici, a qualunque categoria essi appartengano. In molti dei casi esaminati dall’VIII Commissione i rapporti di parentela e coniugio rappresentati dai magistrati onorari non causano la lesione dell’interesse che la norma deve tutelare per rispettare il canone di razionalità sancito dall’art. 3 Cost.

Se approvate dal Consiglio le delibere danneggerebbero non solo i magistrati onorari trasferiti, ma anche coloro i quali non si sono visti accogliere la domanda (subordinata) di trasferimento, per mancanza dei posti vacanti nella sede prescelta. Di conseguenza essi rischierebbero di essere sospesi dalle funzioni fino a un termine indeterminato, venendo privati della loro unica fonte di reddito.

Il Movimento Sei Luglio rappresenta che sono altre le cause dell’appannamento dell’istituzione giudiziaria, ovvero la totale precarietà dei magistrati onorari, una retribuzione  che la Commissione Europea ha già giudicato insufficiente, la mancanza di ogni diritto sociale dei lavoratori (maternità, malattia, ferie).

 

1 settembre 2018

RESOCONTO DELL'INCONTRO AL MINISTERO DEL 30 AGOSTO.

Ci scusiamo per il ritardo, dovuto a motivi tecnici. Abbiamo comunicato il resoconto dell'incontro del 30 agosto attraverso newsletter, riportandoci al comunicato stampa diramato dal Sottosegretario Jacopo Morrone (che riportiamo di seguito), salvo precisare alcuni dettagli.

Ministero della Giustizia - COMUNICATO STAMPA DEL SOTTOSEGRETARIO MORRONE

MAGISTRATURA ONORARIA. SOTTOSEGRETARIO MORRONE: INSEDIATO TAVOLO TECNICO AL MINISTERO PER RIELABORARE LA CONTESTATA ‘RIFORMA ORLANDO’

Sarà insediato un tavolo tecnico al ministero della Giustizia per mettere a punto proposte di modifica migliorative rispetto a quanto previsto dalla ‘riforma Orlando’ riguardante la magistratura onoraria.

E’ il risultato raggiunto durante un incontro, presieduto dal sottosegretario alla Giustizia, Jacopo Morrone, avvenuto questa mattina alla Sala Livatino del ministero, a Roma, a cui hanno preso parte esponenti delle associazioni rappresentative della magistratura onoraria, oltre al capo di gabinetto del ministero, Fulvio Baldi.

Fin dal suo varo, la riforma Orlando, contenuta nel Decreto legislativo 116/2017, è stata contestata dalla categoria interessata, giudici di pace, giudici onorari di tribunale e viceprocuratori onorari, in modo unitario.

Già il 10 agosto scorso, il sottosegretario Morrone, sottolineando la “propria comprensione rispetto alle istanze della magistratura onoraria”, aveva dato disposizioni come gesto di apertura, d’intesa con il ministro Alfonso Bonafede, perché fossero restituiti agli interessati i tesserini personali di riconoscimento, ritirati sulla base di una circolare ministeriale, e perché si evitasse la revoca di quelli ancora in dotazione, fino alla decisione del Tar del Lazio sul ricorso presentato dalla Federazione magistrati onorari di tribunale.

Nell’incontro odierno sono state esaminate le istanze fatte pervenire dalle associazioni di categoria al sottosegretario Morrone, che vertono in particolare su temi come le indennità, le incompatibilità, il numero delle udienze settimanali, l’età pensionabile e la materia previdenziale (malattie, maternità, ecc.).

In primo piano, tuttavia, c’è l’esigenza di uno slittamento dell’attuazione della riforma, almeno fino a quando non ci saranno risposte sui nodi più critici.

Morrone ha chiesto che entro il prossimo 6 settembre siano comunicati i nomi dei partecipanti al tavolo tecnico, a cui siederanno, tra l’altro, rappresentanti dei giudici di pace, dei giudici onorari di tribunale, dei giudici dei viceprocuratori onorari, del Consiglio nazionale forense, della Cassa nazionale forense, dei giudici ausiliari e dell’Associazione nazionale magistrati, in modo da poterne attivare al più presto l’operatività.

“L’auspicio è che venga superato al più presto il vulnus creato dalla contestata ‘riforma Orlando’ – ha commentato il sottosegretario Morrone, a margine dei lavori della mattinata – e che si possa procedere con celerità sulla strada della collaborazione per rielaborarne il testo in modo positivo e condiviso”.

30 agosto 2018

Il Sottosegretario Jacopo Morrone convoca i magistrati onorari.

Le associazioni di rappresentanza dei magistrati onorari sono convocate al Ministero della Giustizia, presso la Sala Livatino, dal Sottosegretario Jacopo Morrone, alle ore 11 del 30 agosto.

Pubblichiamo la relazione che verrà depositata dall'Associazione "Movimento Sei Luglio", per la quale interverranno la portavoce nazionale, Paola Bellone, e il giudice onorario in servizio presso il Tribunale di Napoli, Giulio Calogero.

24 luglio 2018

M6L TRASMETTE AL MINISTRO GLI EMENDAMENTI AL DECRETO DIGNITÀ DA APPROVARE PER EVITARE CONDANNA DA PARTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA (di seguito scarica testo degli emendamenti e nota allegata).

Egregio  Sig. Ministro,

ringraziandoLa per l’ascolto paziente che ha dato alle doléances dei magistrati onorari all’incontro dello scorso 18 luglio, ci permettiamo di scrivere la presente breve lettera cogliendo il Suo invito alla concretezza e a un atteggiamento operativo che guardi al futuro e non al passato.

Confermando, perciò, le proposte che l’Associazione sottoscrivente ha formulato nella relazione depositata nel corso dell’incontro citato, ci permettiamo di trasmetterLe una bozza degli emendamenti a costo zero al c.d. decreto dignità, che il Governo o comunque il Relatore di Maggioranza sono ancora in termini per presentare. Essi sono corredati di una relazione puntuale che dimostra la mancata derivazione di nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Hanno funzione cautelare a garanzia dell’attuazione delle misure richieste dalla Commissione Europea a conclusione del procedimento EU-Pilot 7779/15/EMPL. In prospettiva, perciò, tutti gli emendamenti comportano anche un risparmio di spesa, perché consentiranno di evitare la condanna dell’Italia da parte della Commissione Europea in fase contenziosa. Alcuni, come si evince dal loro esame, comportano un risparmio di spesa immediato.

Come abbiamo già rappresentato essi costituiscono anche un’ipoteca a garanzia della speranza dei magistrati onorari. Non abbiamo ancora diritto alle ferie, ma ci riconosca, almeno, il primo periodo feriale sereno della nostra vita professionale.

Per il resto la nostra unica richiesta, lo ribadiamo, è il varo di una riforma che guardi alla sostanza, nel rispetto delle conclusioni della Commissione Europea più volte richiamate e delle osservazioni formulate dai capi degli uffici nel criticare la disciplina emanata dal Governo uscente, che si è limitato, così, a passare il cerino a chi è subentrato.

Alleghiamo, in aggiunta al dossier depositato il 18 luglio, anche la nota già depositata al Consiglio di Stato nel proc. 464/2017.

Con riguardo

Per il gruppo di coordinamento dell’Associazione “Movimento Sei Luglio”

Paola Bellone

18 luglio 2018

IL MINISTRO ALFONSO BONAFEDE INCONTRA LE SIGLE DELLA MAGISTRATURA ONORARIA

Leggi la relazione depositata dal Movimento Sei Luglio e il comunicato stampa all'esito dell'incontro.

27 giugno 2018

I MAGISTRATI ONORARI A BARI: CHI PENSA AI PRECARI IN TOGA?

Leggi l'editoriale di "Avvenire" pubblicato il 27 giugno a pagina 2, a firma di Danilo Paolini, che ringraziamo.

25 giugno 2018

LETTERA APERTA DEI MAGISTRATI ONORARI

AL MINISTRO DEL LAVORO

Onorevole Ministro,

i magistrati onorari si rivolgono a Lei in quanto lavoratori.

In una recente intervista il Presidente del Tribunale di Torino, Massimo Terzi, a proposito delle condizioni di lavoro dei magistrati onorari, ha dichiarato: «Si è verificata una situazione non degna».

Lei ha annunciato l’approvazione del c.d. “Decreto dignità”. I magistrati onorari Le chiedono di dare priorità assoluta anche a loro, che da vent’anni sono i riders della Giustizia, privi di ogni tutela, pur garantendo un servizio essenziale.

L’urgenza è dettata anche dalla risoluzione votata il I giugno scorso dal Parlamento Europeo per contrastare il lavoro precario in vari settori, compreso quello dei magistrati onorari. Già la Commissione Europea aveva respinto le risposte dell’Italia alle contestazioni di violazione del diritto UE in riferimento al trattamento dei magistrati onorari. L’Italia potrà evitare la condanna solo se riconoscerà ai magistrati onorari tutti i diritti tipici dei lavoratori e la retribuzione indicata dall’art. 36 della nostra Costituzione (proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto e sufficiente a garantire un’esistenza libera e dignitosa).

Il Governo ha appena disposto la sospensione dei processi penali presso il Tribunale di Bari. I magistrati onorari, prima dell’adozione di questa misura, avevano chiesto al Ministro della Giustizia di non trascurare le necessità dei magistrati onorari in servizio a Bari, che si sarebbero ritrovati improvvisamente senza reddito a causa della sospensione dell’attività lavorativa, così come accaduto per i colleghi in servizio presso il Tribunale dell’Aquila dopo il terremoto del 2009. Fino a quando i processi saranno sospesi i giudici onorari di Bari, infatti, non matureranno il diritto al gettone di presenza riconosciuto solo per l’attività di udienza, pur dovendo continuare a scrivere le sentenze. La richiesta non ha ricevuto alcuna risposta. I magistrati onorari chiedono adesso a Lei se questa è dignità e che cosa sia cambiato rispetto al passato.

Sono in corso molte cause di lavoro in cui i magistrati onorari agiscono per la tutela dei diritti già riconosciuti dalla Commissione Europea. Il precedente Governo si era costituito come parte resistente. L’auspicio è che questo Governo confermi il cambiamento annunciato facendo cessare il contenzioso.

Confidiamo in una Sua risposta e che alla risposta seguano presto misure concrete a tutela dei magistrati onorari.

Con riguardo.

Paola Bellone

Portavoce nazionale del Movimento Sei Luglio

7 giugno 2018

COMUNICATO STAMPA: SOSPENSIONE DEI PROCESSI A BARI, I MAGISTRATI ONORARI CHIEDONO GARANZIE.

Il Movimento Sei Luglio, condividendo i motivi di allarme del CSM con riferimento alle note condizioni lavorative degli operatori giudiziari del Tribunale di Bari, esprime preoccupazione, in caso di sospensione dell’attività giudiziaria, per le ripercussioni sul reddito dei magistrati onorari, che, analogamente a quanto accaduto nel citato caso del terremoto dell’Aquila, si ritroverebbero improvvisamente senza reddito a causa della sospensione dell’attività lavorativa, a differenza di tutti gli altri operatori dei medesimi uffici.

Nel caso di adozione delle misure richieste dal CSM, pertanto, il Movimento Sei Luglio chiede al neo ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, di garantire continuità di reddito ai magistrati onorari in servizio presso il Tribunale di Bari.

Il Movimento Sei Luglio, nel rivolgere i propri auguri al neo ministro e a tutto il Governo appena insediato, confida nella rapida soluzione della questione della magistratura onoraria così come annunciato nei mesi che hanno preceduto le elezioni e come stabilito nel contratto di governo. Oltre al varo di norme utili a neutralizzare la riforma Orlando che ha umiliato la magistratura onoraria e introdotto misure contrarie all’efficienza dell’amministrazione della giustizia (come denunciato in una recente intervista rilasciata dal presidente del Tribunale di Torino, dottor Massimo Terzi), è urgente che il Governo faccia cessare il contenzioso giudiziario in corso riconoscendo i diritti fatti valere dai magistrati onorari attraverso i ricorsi di lavoro, dimostrando il cambiamento promesso rispetto al Governo precedente che, invece, si è costituito nelle cause pendenti come parte resistente. È urgente che il Governo interloquisca con la Commissione Europea, davanti alla quale si è concluso il procedimento EU-Pilot 7779/15/EMPL, originato da numerose denunce da parte dei magistrati onorari, prendendo atto del rigetto da parte dell’organismo europeo delle risposte date dal precedente Governo, e garantendo le misure idonee per ristabilire la compatibilità con l'art.7 della direttiva sull'orario di lavoro, l'art. 8 della direttiva sulla maternità, le clausole 4 e 5 dell'accordo quadro allegato alla direttiva sul lavoro a tempo determinato, di cui è già stata ritenuta la violazione da parte dell’Italia.

 

1 giugno 2018

PRECARIATO: Risoluzione del Parlamento Europeo

Oggi il Parlamento Europeo ha votato una risoluzione per contrastare il lavoro precario (leggi sotto il comunicato stampa). La risoluzione è stata determinata dalla presentazione di diverse petizioni da parte di precari di diversi settori, tra cui i magistrati onorari italiani. Ringraziamo tutti gli autori delle petizioni e chi ha sostenuto anche la nostra petizione, nella quale abbiamo denunciato, attraverso un'integrazione, la reiteratazione della violazione delle direttive europee attraverso l'approvazione della riforma della magistratura onoraria. Ringraziamo anche la parlamentare europea Eleonora Evi (M5S), per aver favorito la trattazione unitaria di tutte le petizioni dei magistrati onorari e per l'attenzione dimostrata a tutte le richieste di interlocuzione.

Il Movimento Sei Luglio rivolge gli auguri al nuovo Governo, nella speranza che trovi attuazione il programma, nella parte in cui afferma la necessità di risolvere la questione della magistratura onoraria, anche in funzione di una efficiente amministrazione della giustizia. Auspichiamo, in particolare, che il nuovo Governo interloquisca con l'Europa riconoscendo la natura lavorativa delle funzioni svolte dai magistrati onorari (v. in primo piano conclusioni della Commissione Europea  che rigetta risposta dell'Italia - EU-Pilot 7779/15/EMPL), e che riconosca le istanze presentate dai magistrati onorari che hanno presentato ricorso di lavoro.

Segnaliamo, in proposito, la recente intervista rilasciata dal Presidente del Tribunale di Torino, dottor Massimo Terzi, pubblicata dal Corriere della Sera di Torino il 31 maggio 2018.

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25 marzo 2018

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELL'ANM.

Il Movimento Sei Luglio ha indirizzato una lettera aperta al neo-presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Francesco Minisci.

Dopo il comunicato della Giunta dell’ANM che ha evidenziato la necessità dell’«obiettività e della completezza di informazione» di ogni «dibattito pubblico su temi di interesse generale», il Movimento Sei Luglio, infatti, ha manifestato l’urgenza di un confronto pubblico sulle questioni poste all’ANM fin dall’inizio dell’iter legislativo che ha portato alla riforma della magistratura onoraria.

A partire dal peccato originale disvelato dagli atti dell’Assemblea Costituente, che definì la magistratura onoraria come «l’espediente migliore per facilitare la risoluzione del problema del miglioramento delle condizioni economiche dei magistrati», infatti, le funzioni onorarie sono state sempre più snaturate per l’aumento del contenzioso e i magistrati onorari sono diventati lavoratori senza diritti.

L’impasse non è stata superata dalla riforma, che non trasforma i magistrati onorari in lavoratori occasionali, come ha cercato di fare passare il precedente Governo per giustificare il mancato riconoscimento dei diritti spettanti, bensì in lavoratori a tempo parziale, impegnati ben più di due giorni a settimana.

La Commissione Europea, senza perdere di vista la sostanza, ha respinto le risposte dell’Italia alle contestazioni di violazione del diritto UE, avendo il precedente Governo risposto, tra l’altro, che «le funzioni sono esercitate spontaneamente per sentimento di dovere civico e di dignità sociale».

L’ANM richiama invariabilmente l’art. 106 della Costituzione, trascurando tutte le altre norme della Costituzione che tutelano i lavoratori e la necessità di garantire il servizio giustizia in modo efficiente, oltre a non considerare che i magistrati onorari sono reclutati attraverso un concorso per titoli e sottoposti a un successivo tirocinio, all’esito del quale i magistrati di carriera dovrebbero valutare la loro idoneità. Se la stabilizzazione nelle attuali funzioni violasse l’art. 106 della Costituzione, l’impiego dei magistrati onorari così come previsto dalla riforma eluderebbe comunque la norma.  Viola sicuramente la direttiva europea che vieta l’abuso del rapporto a termine, in quanto difetta la ragione obiettiva del termine determinato.

La riforma ha aumentato le competenze della magistratura onoraria per ridurre il carico di lavoro dei magistrati ordinari, ma lo stesso lavoro prima svolto da loro, d’ora in poi non sarà più considerato lavoro per la diversità dei soggetti che lo svolgeranno.

Non è l’aumento di organico dei magistrati onorari che avvicinerà l’Italia agli altri Paesi Europei, dove i giudici laici si caratterizzano per la diversità dei compiti attribuiti rispetto ai giudici professionali, e dove soccorrono davvero in misura occasionale altri soggetti per svolgere gli stessi compiti dei giudici professionali “in caso di bisogno”.

Infine l’Italia ha comunicato alla Cepej dati parziali sulla magistratura onoraria, omettendo di riferire quanti di essi erano impiegati a tempo pieno, indicando almeno 2500 unità in meno rispetto ai giudici onorari effettivamente in servizio e negando che ad essi erano attribuite  alcune competenze (per esempio quelle del giudice tutelare, del giudice del lavoro, o in materia di immigrazione).

Infine l’ANM, che pure ha condiviso la riforma, non ha interloquito sulle innumerevoli inefficienze introdotte, e rappresentate in coro dai capi degli uffici con funzione giudicante e requirente.

Il Movimento Sei Luglio auspica che con la nuova dirigenza l’ANM voglia aprire un dibattito pubblico sereno su tutti gli argomenti indicati nella lettera aperta indirizzata al neo-presidente e voglia contribuire a individuare una soluzione equa e rispettosa del diritto europeo e di quello costituzionale interno, oltre che funzionale all’efficienza dell’amministrazione della giustizia.

LEGGI QUI SOTTO LA LETTERA APERTA

10 marzo 2018

Il Ministero risponde: ai magistrati in servizio all'entrata in vigore del d.lgs. 116/2017, la retribuzione si continua a corrispondere attraverso il portale Giudici.net.

Il provvedimento del 27 febbraio 2018 risponde ai quesiti formulati da alcuni uffici giudiziari. Peccato che l'incertezza sia costata il ritardo nei pagamenti  ad alcuni colleghi.

Scarica la circolare del Ministero della Giustizia (il provvedimento d'interesse si legge nella pagina 5 del documento PDF).

21 febbraio 2018

MANIFESTAZIONE NAZIONALE DELLA MAGISTRATURA ONORARIA

Il Movimento Sei Luglio parteciperà alla manifestazione nazionale della magistratura onoraria che si terrà il 22 febbraio, in piazza Cavour, a Roma, a partire dalle ore 14,30.

Si tratta di una iniziativa unitaria indetta per affermare che i magistrati onorari sono anzitutto lavoratori, per rivendicare tutti i diritti conseguenti e denunciare la violazione di tutte le direttive UE relative al rapporto di lavoro subordinato, in linea con i rilievi già formulati nei confronti dell’Italia dalla Commissione Europea, che, in fase pre-contenziosa, ha riconosciuto anche la consumazione dell’abuso del rapporto di lavoro a termine nei confronti dei magistrati onorari italiani.

Il Movimento Sei Luglio non si stanca di ricordare che i magistrati onorari in Italia sono stati introdotti come espediente per contenere il numero dei magistrati di carriera e migliorare il loro trattamento economico, come dichiararono i deputati costituenti. Da allora le cose sono cambiate e i magistrati onorari, di fatto, amministrano in via esclusiva – si calcola – la metà della giustizia. Essi non sono “eventuali”, come è stato affermato in una recente circolare del Ministero della Giustizia, e devono essere stabilizzati nel ruolo di fatto già esistente per continuare a esercitare le attuali funzioni con il riconoscimento dei diritti tipici dei lavoratori e una retribuzione dignitosa.

La riforma varata dal Governo introduce, invece, nuove finzioni, per tentare di giustificare la non osservanza delle direttive europee, tra l’altro definendo, falsamente, i magistrati onorari “lavoratori autonomi”, e istituzionalizzando la figura dei magistrati a partita IVA, salvo devolvere loro ancora più contenzioso.

Il costo di questa scelta irresponsabile non è solo a carico di tutti i magistrati onorari in servizio, costretti, dopo anni, a cercare altre fonti di reddito. La riforma distrugge prima ancora il servizio giustizia, che verrà prestato, d’ora in poi, sotto un cielo di cartapesta, da persone di passaggio come alle stazioni di servizio delle autostrade. Si tratta di un’analisi condivisa dai capi degli uffici giudiziari di tutta Italia all’indomani dell’approvazione dell’ultimo decreto attuativo della legge delega di riforma, che fu acclamata, invece, come è ormai noto, dall’ANM.

17 febbraio 2018

Ieri sera, nella puntata di "Presa diretta" dedicata ai Lavoratori alla spina, i magistrati onorari sono stati rappresentati (benissimo, dalla nostra Elisabetta Barone) quali lavoratori precari tra altri lavoratori precari. La giurisprudenza europea da tempo ignora la qualifica formale del lavoratore che rivendica i suoi diritti (autonomo o subordinato). Guarda alla sostanza. È il filo rosso delle battaglie di Coalizione 27 febbraio, in cui il Movimento Sei Luglio è entrato con la consapevolezza che la rivendicazione dei diritti dei lavoratori deve essere condivisa. La trasmissione di ieri sera ha rafforzato questo convincimento. Grazie, più di tutti, a MGA.

Leggi anche l'articolo on-line su "Huffington Post".

13 febbraio 2018

La manifestazione nazionale dei magistrati onorari si terrà il 22 febbraio a Roma, in piazza Cavour, anzichè in piazza Indipendenza, a partire dalle ore 14,30.

Sabato 17 febbraio, alle 21,30, nella puntata di "Presa diretta" dedicata ai lavoratori precari (Lavoratori alla spina), ci saremo anche noi. Sei Luglio presente grazie a Coalizione 27 febbraio e in particolare all'infaticabile MGA.

7 febbraio 2018

MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEI MAGISTRATI ONORARI

Si terrà a Roma, il 22 febbraio prossimo, alle ore 14,30, in Piazza Indipendenza.

 

Su richiesta dei colleghi campani segnaliamo anche il comunicato del Senatore 5 Stelle Sergio Puglia che ha incontrato una loro delegazione.

 

3 febbraio 2018

Dire che la riforma Orlando è sbagliata non è polemica.

Ieri l'On. Andrea Maestri ha diramato un comunicato per ribadire che la riforma Orlando è sbagliata (vedi sotto). Oggi l'On. Walter Verini sostiene che si tratta solo di polemica e difende la riforma Orlando.

Replichiamo anche noi all'on. Verini, in attesa che il PD risponda nel merito alle critiche puntuali non solo dei magistrati onorari, ma anche dei capi degi uffici giudiziari e degli avvocati.

1 febbraio 2018

Grazie al "Fatto quotidiano" per l'intera pagina dedicata oggi allo sciopero dei magistrati onorari e alle sacrosante ragioni della protesta, e all'autore dell'articolo, Carlo Di Foggia.

27 gennaio 2018

INAUGURAZIONE DELL'ANNO GIUDIZIARIO

Grazie ai colleghi che si sono resi disponibili a intervenire all'inaugurazione dell'anno giudiziario nelle singole sedi distrettuali, per chiarire che i magistrati onorari non scioperano per avere il porto d'armi, ma per protestare contro la circolare che li definisce "eventuali" e per rivendicare i diritti che spettano loro in quanto lavoratori. Come ha già denunciato il Movimento all'indomani della circolare, il problema non sono i tesserini ma la mancanza delle tutele ai colleghi che prestano servizio nelle sedi in cui è radicata la criminalità organizzata, che certo non si difendono con il tesserino.

L'intervento appassionato di Gian Antonio Barulli a Campobasso gli è valso un'intervista al Tg3 regionale del Molise, che vi invitiamo a vedere. Peccato non potere rivedere il suo intervento!

Qui sotto la traccia del testo dell'intervento del Movimento Sei Luglio, che i colleghi hanno letto integrandolo con ottime osservazioni e adattandolo alla situazione locale.

22 gennaio 2018

Solidarietà ai magistrati onorari in agitazione.

L'Avvocato Roberto Lamacchia, presidente dell'Associazione Nazionale Giuristi Democratici,  che si batte per la difesa dei diritti dei cittadini ed in particolare di quelli meno tutelati, sostiene le ragioni dello sciopero dei magistrati onorari nell'articolo che vi segnaliamo. È un sostegno importante, di cui siamo molto grati. Ci aiuta anche nel nostro continuo sforzo di fare capire che la protesta dei magistrati onorari deve essere condivisa per conquistare una giurisdizione migliore.

Il Movimento Sei Luglio ribadisce che i magistrati onorari non rivendicano il porto d'armi, ma contestano la circolare che ha ritirato i tesserini di riconoscimento personale validi anche al fine del porto d'armi senza licenza, per l'eterogenesi dei fini e per la fallacia del ragionamento alla base della motivazione.

20 gennaio 2018

Comunicato dell'On. Andrea Maestri sulla circolare ministeriale che dispone il ritiro, ai magistrati onorari, dei tesserini di riconoscimento personale validi anche ai fini del porto d'armi senza licenza.

19 gennaio 2018

"Governo a corto di argomenti". Infatti ritira i tesserini di riconoscimento ai magistrati onorari.

Scarica il comunicato e la circolare del Ministero della Giustizia.

18 gennaio 2018

SCIOPERO NAZIONALE MAGISTRATURA ONORARIA

Scarica il comunicato

10 gennaio 2018

INTERROGAZIONE DI POSSIBILE SULLA MAGISTRATURA ONORARIA

Al Ministro della giustizia - Per sapere - premesso che:
una recentissima sentenza della Corte di Cassazione ha negato il risarcimento del danno a un giudice di pace che assumeva di avere contratto la tubercolosi sul luogo di lavoro (nell’espletamento delle funzioni presso un CIE);
tale ricostruzione è verosimile e, comunque, è un dato di fatto che il giudice di pace ricorrente, come tanti altri magistrati onorari, continuano a non ricevere alcuna indennità in caso di assenza per malattia;
il d.lgs. n. 116/2017 - approvato da questo Governo - equipara i magistrati onorari ai lavoratori autonomi, applicando una nuova falsa etichetta e prevedendo, per coloro che non siano già iscritti alla Cassa Nazionale Forense, l’iscrizione alla gestione separata all’INPS e ponendo a loro esclusivo carico il versamento dei contributi previdenziali;
anche la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati aveva espresso seri dubbi di legittimità costituzionale in ordine al regime previdenziale così disciplinato;
a fortiori non possono ritenersi superati i rilievi formulati dalla Commissione Europea, che ha chiuso negativamente il caso EU Pilot 7779/15/EMPL nei confronti dell’Italia in merito alla compatibilità con il diritto UE della disciplina nazionale relativa al servizio prestato dalla magistratura onoraria;
i capi degli uffici giudiziari, prima che venisse approvato in via definitiva d.lgs. n. 116/2017, lo avevano criticato unanimemente, prevedendo una paralisi completa a tre anni dall’entrata in vigore e dichiarando che la riforma avrebbe distrutto il servizio giustizia (che già non gode di buona salute);
la riforma imporrà formalmente a tutti i magistrati onorari un part-time di due giorni a settimana per 700 euro netti al mese, corrisposti ogni tre mesi, oltre a un premio produttività liquidato a fine anno (con conseguente certo peggioramento della qualità del servizio). In realtà non si tratta di un part-time, perché i due giorni sono commisurati alle udienze, in quanto la riforma, vieta ai magistrati, per il futuro, di tenere più di due udienze a settimana, ma tenendoli comunque impegnati per tutto il resto della settimana, nella preparazione delle udienze e nella redazione dei provvedimenti (spesso molto impegnativi, in quanto si tratta di motivare le sentenze);
in una recente intervista al “Mattino” (http://www.deputatipd.it/files/documenti/2018010737960382.PDF), invece, il Sottosegretario alla Giustizia Migliore ha dichiarato che la riforma della magistratura onoraria ritocca i compensi verso l’alto e che adesso essi  hanno i contributi “previdenziali”, che prima non avevano;
nella precedente campagna elettorale l'attuale Ministro della Giustizia aveva chiesto all'allora Governo in carica "la stabilizzazione della magistratura onoraria, che superi la precarietà e dia regole certe a questo fondamentale pezzo della giustizia". Il Governo attuale, invece - da quanto riferisce il Movimento 6 Luglio (http://seiluglio.altervista.org/comunicati-stampa.htm) invita la categoria "a guardarsi intorno per cercare un altro lavoro",
quali siano le intenzioni del Governo dopo la sentenza della cassazione citata e se sia concorde con le dichiarazioni del Sottosegretario della Giustizia;
se sia realmente intenzionato a portare ad attuazione l’iscrizione alla gestione separata INPS dei magistrati onorari non iscritti alla Cassa Nazionale Forense;
quali siano le sue intenzioni per superare i rilievi formulati dalla Commissione Europea ed evitare le conseguenti sanzioni per l’Italia.
FIRME
Andrea Maestri
Civati
Brignone
Pastorino

7 gennaio 2018

REPLICHE AL SOTTOSEGRETARIO GENNARO MIGLIORE.

Oggi il Sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore ha rilasciato un’intervista al “Mattino” sulla riforma della magistratura onoraria, che impone una ferma replica.

Il Movimento Sei Luglio ignora con quali sigle il Governo abbia concordato l’approvazione della riforma della magistratura onoraria in cambio della concessione di una proroga dell’incarico per quattro quadrienni. Di certo non con il Movimento Sei Luglio, che ha protestato già contro l’approvazione della legge delega.

Ciò che il Sottosegretario non può dichiarare è che la riforma ritocchi i compensi verso l’alto. La riforma impone formalmente a tutti i magistrati onorari un part-time di due giorni a settimana per 700 euro netti al mese, corrisposti ogni tre mesi, oltre a un premio produttività liquidato a fine anno (con conseguente certo peggioramento della qualità del servizio). In realtà non si tratta di un part-time, perché i due giorni sono commisurati alle udienze. La riforma, fa divieto, cioè, per il futuro, che i magistrati onorari possano tenere più di due udienze a settimana, ma essi continueranno a essere impegnati per tutto il resto della settimana, nella preparazione delle udienze e nella redazione dei provvedimenti (spesso molto impegnativi, in quanto si tratta di motivare le sentenze).

L’intervista è ingannevole più di tutto nel fare passare il messaggio che ai magistrati onorari adesso spettano i contributi previdenziali. Si tratta di una norma che entra subito in vigore e abbatte la loro retribuzione di un terzo, in quanto il Governo ha introdotto il regime dei lavoratori autonomi (applicando una nuova falsa etichetta). La stessa Commissione Giustizia della Camera, esaminando il decreto attuativo di questo Governo, aveva espresso seri dubbi di costituzionalità sulla disciplina che pone i contributi previdenziali esclusivamente a carico dei lavoratori.

Il Movimento Sei Luglio concorda su una sola dichiarazione resa dal Sottosegretario Migliore: la riforma punta molto sui magistrati onorari (tanto è vero che un terzo delle competenze del tribunale in materia civile è stato trasferito all’ufficio del giudice di pace). A maggior ragione, infatti, la riforma è ingiusta e sbagliata. 

23 dicembre 2017

Risposta dei magistrati onorari agli auguri del ministro Orlando.

Ieri è pervenuta all’indirizzo di posta elettronica professionale dei magistrati onorari la mail con cui il ministro Orlando formula gli «auguri per un anno nel quale costruire il futuro insieme».

Gli auguri sono arrivati nello stesso giorno in cui è stata diramata la circolare del Ministero della Giustizia con le istruzioni operative per la denuncia di iscrizione all’INAIL dei magistrati onorari, i quali, a proprie spese, in base alla riforma definita dal ministero della Giustizia, beneficeranno dell’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

La circolare del ministero continua a produrre stampi che non coincidono con la natura del servizio reso dai magistrati onorari (assimilati, dalla riforma, ai lavoratori autonomi) e a ricorrere a logiche aziendalistiche.

In base alle istruzioni dovranno provvedere alla denuncia, in tempi strettissimi (entro il 31 dicembre), quali datori di lavoro, i capi degli uffici, cioè i presidenti dei tribunali e i procuratori della Repubblica.

La circolare spiega, però, che i modelli da utilizzare per l’iscrizione fanno riferimento «solo per approssimazione e sintesi logica alla nozione di “datore di lavoro”, da intendersi più propriamente quale soggetto esercente i poteri gestionali ed organizzativi, essendo invero indiscutibile, sul piano giuridico e sul piano fenomenico, che il servizio reso dal magistrato onorario “non determina in nessun caso un rapporto di pubblico impiego”».

Infatti nei modelli da inviare all’INAIL dovrà essere lasciato in bianco lo spazio riservato al «numero dei dipendenti occupati dalla ditta», perché – si legge nella circolare - «non è ravvisabile, dovendo piuttosto essere escluso, un rapporto di lavoro dipendente».

I capi degli uffici, quali datori di lavoro, dovranno anche indicare il proprio domicilio personale, salvo che non preferiscano, con una nota separata da allegare alla denuncia, eleggere quale domicilio la sede legale dell’ufficio.

«Resta fermo – precisa la circolare, rassicurando così i capi degli uffici - che la spesa finale relativa al premio assicurativo graverà interamente a carico del ministero della giustizia». La precisazione desterebbe perfino una certa ilarità, se corrispondesse al vero. Così non è: il premio assicurativo graverà interamente, invece, sui magistrati onorari, così come precisato anche dall'INAIL con circolare n. 50 del 2017, in base al dettato normativo.

Non è dato sapere se l’attuale Governo stia per emanare le circolari necessarie per le istruzioni relative a un altro adempimento previsto dalla riforma, l’iscrizione alla gestione separata INPS, che avrà come conseguenza l’abbattimento di un terzo delle retribuzioni attuali dei magistrati onorari (con effetto retroattivo al 15 agosto 2017), in quanto, anche in questo caso, i relativi oneri sono integralmente a carico dei lavoratori. È auspicabile che non faccia in tempo e che il prossimo Governo ponga rimedio ai danni, questi sì, indiscutibili, provocati dalla riforma.

Il Movimento Sei Luglio, facendosi portavoce dei magistrati onorari, perciò, rende noto al ministro, che gli auguri non sono stati affatto graditi. Il futuro a cui fanno riferimento gli auguri, per i magistrati onorari, al massimo è un futuro a tempo determinato e con reddito decrescente. Se il prossimo Governo non stravolgerà la riforma, i magistrati onorari dovranno costruirsi da capo un futuro, sì, molti per assicurarlo anche ai propri figli, comunque non di certo insieme al ministro, che, d’altronde, li aveva avvertiti: vi daremo il tempo di guardarvi intorno.

Il Movimento Sei Luglio augura a tutti i magistrati onorari di ricostruire, invece, il loro passato professionale attraverso le cause di lavoro intraprese nei confronti del ministero della Giustizia  quale loro datore di lavoro, a garanzia, per il futuro, di un’esistenza libera e dignitosa, e di vedersi riconosciuto, dal prossimo Governo, il rispetto dovuto loro in quanto lavoratori.

17 novembre 2017

Fatto quotidiano e INAIL

Ringraziamo il "Fatto quotidiano" per l'articolo pubblicato oggi sugli "effetti perversi" della riforma della magistatura onoraria.

Scarica la circolare INAIL dell'8 novembre 2017.

Vi avevamo comunicato che il Movimento Sei Luglio ha aderito alla Coalizione 27 febbraio, di cui fanno parte diverse associazioni che tutelano il lavoro dei professionisti  precari, anche le c.d. “false partite I.V.A.” (v. diario del 22 giugno 2017 in questa pagina). Tale adesione si è dimostrata tanto più giustificata dal nuovo assetto introdotto con la riforma. Non tutte le iniziative assunte dalla Coalizione sono di diretto interesse dei magistrati onorari. Ma è proprio lo spirito della Coalizione: sostenere insieme le cause di ogni singola categoria, in quanto tutte le categorie sono accomunate dalla precarietà lavorativa e dalla lesione della dignità del lavoro. Per questo abbiamo aderito all’iniziativa della Coalizione consistita in un appello al Governo per un equo compenso dei professionisti. È stata lanciata una petizione che ha guadagnato oltre 25 mila firme. Come conseguenza di questo appello la Coalizione promuoverà la stipulazione di accordi con i Comuni  al fine di evitare quanto avvenuto con un bando del Comune di Catanzaro del 2016 che prevedeva il conferimento di incarichi professionali  a titolo gratuito. Ieri ha firmato una prima dichiarazione d’intenti con il Comune di Napoli, sottoscritta anche  dal Movimento Sei Luglio, attraverso la sua delegata, Elisabetta Barone (che ringraziamo per la sua disponibilità).

15 novembre 2017

DELIBERE APPROVATE ALL'UNANIMITA' DAL CSM.

Alleghiamo  le due delibere sulla magistratura onoraria approvate oggi all’unanimità dal CSM.

La prima è la circolare sulle incompatibilità (in cui è stata affrontata anche la questione generale sull’ammissibilità di una disciplina generale in ordine ai trasferimenti).

Sono state recepite le istanze formulate dal Movimento Sei Luglio nel documento pubblicato in questa pagina, depositato al CSM in occasione dell’incontro organizzato nello scorso settembre.

Il CSM ha sollecitato anche  il Ministro a riesaminare la normativa per introdurre possibilità di trasferimento per ragioni di salute e di incompatibilità.

La circolare stabilisce, inoltre, come potrete leggere, che i magistrati onorari in servizio alla data del 15 agosto 2017 -  solo per una volta, in via transitoria - possano chiedere un trasferimento per ragioni di salute, famiglia e incompatibilità, secondo un procedimento disciplinato dall’art. 14 della circolare. 

La seconda delibera prevede il primo bando di concorso del nuovo regime, nei tempi imposti dal legislatore (tre mesi dal 15 agosto 2017): 400 posti (300 giudicanti e 100 requirenti) sulla base della indicazione del Ministro della Giustizia.

Ciascun consiglio giudiziario provvederà ora entro trenta giorni ad emanare al bando relativo ai posti banditi nel rispettivo distretto e verrà ammessa al tirocinio una percentuale superiore al numero dei posti banditi (1,5 da arrotondare per eccesso per ciascuno). Alla fine del tirocinio i Consigli Giudiziari proporranno i nominativi che entreranno in servizio.

Per il resto, come abbiamo sempre detto, la legge delega è ingiusta, cioè incostituzionale. Noi lo stiamo rilevando nelle cause in corso.

10 ottobre 2017

INCONTRO A PALERMO CON L'AVV. CLAUDIO TANI SUI RICORSI DI LAVORO PROMOSSI DAL COMITATO "ARTICOLO 10".

Il 16 ottobre 2017 il Movimento "Sei Luglio" e il Comitato "Articolo 10" hanno promosso un incontro a Palermo per consentire a tutti gli interessati di rivolgere direttamente le proprie domande all'Avv. Claudio Tani che assiste gli iscritti al Comitato Articolo 10 nei ricorsi di lavoro.

L'incontro si terrà a Palazzo Mazzarino, in via Maqueda, nella Sala Jervolino (secondo piano). Orario di inizio dell'incontro: 14,30. Sarà presente anche Paola Bellone.

Grazie di cuore ai colleghi di Palermo che hanno organizzato l'iniziativa.

6 ottobre 2017

INTEGRAZIONE DENUNCIA ALLA COMMISSIONE EUROPEA E PETIZIONE AL PARLAMENTO UE.

Leggi le integrazioni  della denuncia alla Commissione Europea e della petizione al Parlamento Europeo trasmesse dal "Comitato Articolo 10" con il sostegno del Movimento Sei Luglio.

Le integrazioni hanno per oggetto l'aggiornamento in ordine alla riforma normativa.

Ti invitiamo a sostenere la petizione, se ancora non lo hai fatto, e a coinvolgere altri per garantire una tempestiva trattazione e l'esame dell'integrazione.

11 settembre 2017

AUDIZIONE AL CSM DELLE SIGLE DELLA MAGISTRATURA ONORARIA.

Oggi si è tenuta l'audizione al CSM delle sigle della magistratura onoraria sul tema delle incompatibilità introdotte dalla nuova normativa. L'Ottava Commissione ha comunicato di aver dato mandato al proprio ufficio studi al fine di superare i problemi introdotti dal d. lgs. 116/2017. 

Pubblichiamo la nota depositata dal Movimento Sei Luglio e l'allegato parere firmato dal Prof. Vincenzo Roppo e dall'Avv. Paolo Checchi.

4 settembre 2017

Pagamento in natura dei magistrati onorari

Il Movimento Sei Luglio replica al Ministro

 

Nei giorni scorsi il Movimento Sei Luglio ha rilevato che il decreto legislativo n. 116/2017 prevede, in sostanza, la possibilità del pagamento in natura dei magistrati onorari. Infatti l’art. 26, nel modificare il d.P.R. n. 917/1986, prevede: «I redditi [dei magistrati onorari] sono costituiti dall’ammontare delle indennità in denaro o in natura percepite nel periodo di imposta».

Oggi sulla “Stampa” si leggono i “chiarimenti“ del ministero della Giustizia in merito. Il ragionamento di via Arenula è il seguente.

L’espressione «in denaro o in natura» è usata dal legislatore fiscale per la disciplina dei redditi da lavoro autonomo.

Per riconoscere un trattamento  previdenziale e assistenziale ai magistrati onorari era necessario inquadrarli come lavoratori autonomi (essendo impossibile inquadrarli come lavoratori dipendenti) e iscriverli alla “Gestione separata INPS”.

Dovendo inquadrarli come lavoratori autonomi, era necessaria l’equiparazione piena (e, pertanto, secondo il ministero, prevedere l’espressione «in natura»).

Quanto alle concrete modalità di corresponsione delle indennità in natura il ministero spiega che può trattarsi di «rimborso spese, ove riconosciuto dalla legge, per missioni, come partecipazione a corsi di aggiornamento in sede distrettuale o altro tipo di beneficio che anche in futuro la legge intendesse accordare (contribuzione ad acquisto dotazioni strumentali, ad esempio libri o pc)».

Il sillogismo del ministero è sbagliato (così come, d’altronde, è sbagliata la riforma).

La previsione delle indennità in natura è uno strafalcione e basta. Tanto è vero che il ministero non sa indicare alcuna forma di indennità in natura. I rimborsi spese e le dotazioni strumentali non possono costituire reddito (seguendo il ragionamento del ministero bisognerebbe sottoporre a tassazione il rimborso spese per partecipare ai corsi di aggiornamento), anzi, sono deducibili.

Il problema è un altro. Nel prevedere vincoli stringenti e sottoposizione dei magistrati onorari alle direttive dei capi degli uffici - è innegabile - l’intera disciplina della riforma corrisponde  a quella dei lavoratori dipendenti. Non sarebbe il caso di ricordare al ministero il titolo terzo del codice civile che disciplina il lavoro autonomo (a partire dall’art. 2222 che definisce il contratto d’opera, in base al quale «una persona si obbliga a compiere, verso un corrispettivo, un’opera o un servizio, senza vincolo di subordinazione e in condizioni di assoluta indipendenza»). D’altronde chiunque avverte che la figura del magistrato lavoratore autonomo è perfino paradossale. Certo, il formale inquadramento dei magistrati onorari come lavoratori autonomi costituisce l’escamotage utile per prevedere l’iscrizione alla “Gestione separata INPS”. Qui risiede la più grande fallacia della risposta del ministero, che dichiara di avere riconosciuto un trattamento previdenziale e assistenziale ai magistrati onorari. Com’è noto, infatti, in merito la legge delega esclude «oneri per la finanza pubblica». Perciò il decreto in oggetto ha previsto che il versamento dei contributi sia interamente a carico dei magistrati onorari. È bene ricordare al ministero che la stessa Commissione Giustizia della Camera aveva formulato forti dubbi sulla legittimità costituzionale di tale previsione (salvo, incongruamente, prestare parere favorevole all’approvazione del decreto). Ora, il reddito dei magistrati onorari è rimasto immutato (fino al 2021, quando scatterà il limite d’impegno individuale a due giorni alle settimana) e insufficiente, come rilevato anche dalla Commissione Europea. Quindi, se il ministero intende applicare immediatamente la previsione dell’iscrizione alla “Gestione separata INPS”, decurtando ulteriormente la loro retribuzione, i magistrati onorari reagiranno immediatamente in sede giudiziaria.

La verità è che il ministero aveva urgenza di cercare di evitare l’attivazione della procedura d’infrazione da parte  della Commissione Europea, che ha già chiuso negativamente il caso EU-PILOT 7779/15/EMPL nei confronti dell’Italia in merito alla compatibilità con il diritto UE della disciplina nazionale relativa al servizio prestato dai magistrati onorari. Il Movimento Sei Luglio dimostrerà, sia in sede europea, sia in sede di contenzioso interno, che la riforma non supera i rilievi della Commissione Europea, anzi, incorre in nuove violazioni (anche della Costituzione).

Purtroppo va ribadito che, nel cercare inutilmente di evitare la procedura d’infrazione, il Governo ha procurato altri danni all’amministrazione della giustizia, come denunciato da presidenti di tribunale e procuratori di tutta Italia.

 

 

3 settembre 2017

È GRAVE, MA NON È SERIO.

Vi invitiamo a leggere l'articolo ospitato da Possibile oggi, sugli strafalcioni del decreto che ha completato la riforma della magistratura onoraria.

2 settembre 2017

«No al pagamento in natura». Massimiliano Peggio, "La Stampa", 2/9/2017.

Segnaliamo l'articolo di oggi sulla riforma della magistratura onoraria, che prende spunto dall'art. 26 del decreto legislativo che completa l'attuazione della legge delega:
"I redditi sono costituiti dell'ammontare delle indennità in denaro o in natura percepite nel periodo d'imposta".

Buona lettura.

1 agosto 2017

Ringraziamo il Movimento Forense per l'articolo pubblicato oggi dalla redazione. Titolo: I Giudici? non si sentono tutti uguali?

Buona lettura

31 luglio 2017

IL DECRETO LEGISLATIVO CHE COMPLETA L'ATTUAZIONE DELLA LEGGE DELEGA DI RIFORMA DELLA MAGISTRATURA ONORARIA È STATO PUBBLICATO IN G.U.: è il decreto 13 luglio 2017, n. 116.

23 luglio 2017

Condividiamo la segnalazione del "Centre for the study of European Labour Law 'Massimo D'Antona'". Condizionalità eurounitaria per il divieto di conversione, nel pubblico impiego, previsto dall’ordinamento italiano: la parola alla Corte di giustizia

Sperando che la lettura che abbiamo consigliato vi determini ad aderire ai ricorsi di lavoro che molti di noi hanno già presentato.

Non c'è più tempo da perdere.

19 luglio 2017

A CHI GIOVA LA RIFORMA DELLA MAGISTRATURA ONORARIA

In attesa della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto che completa l'attuazione della legge delega di riforma della magistratura onoraria (approvato in Consiglio dei Ministri il 10 luglio u.s.), respiriamo leggendo l'articolo di Marco Palombi sul "Fatto quotidiano" di oggi, che racconta la storia di questa controriforma come nessuno  ha mai osato.

Il 15 giugno a Reggio Emilia, al Politicamp di Possibile, discutendo di democrazia e giustizia e degli effetti della controriforma della magistratura onoraria sull'efficienza dell'amministrazione della giustizia.

Possibile ha inserito la stabilizzazione della magistratura onoraria nel proprio "Manifesto", ovvero nel suo progetto politico. È di buon auspicio il titolo del capitolo del "Manifesto" dove si legge la parte dedicata a noi: "Prepariamo giorni migliori". Una categoria di lavoratori tutelati che svolgano le attuali funzioni dei magistrati onorari, infatti, vuol dire giorni migliori. Trascriviamo di seguito il paragrafo che ci riguarda:


«La riforma Orlando sulla magistratura onoraria doveva essere l'occasione per una stabilizzazione dei giudici professionali non togati (VPO, GOT, Giudici di Pace) sulle cui spalle lo Stato appoggia la metà dei procedimenti giudiziari di primo grado. La stabilizzazione all'interno dell'ufficio del processo, che Possibile ha sostenuto con forza, accompagnando con atti di sindacato ispettivo, ordini del giorno ed emendamenti la protesta della categoria, avrebbe consentito il giusto riconoscimento del lavoro, della professionalità e dei primari diritti sociali (maternità, malattia, ferie, previdenza) di questi fondamentali operatori della giustizia. Invece si è scelto di voucherizzare, precarizzare e umiliare anche questi lavoratori in una sorta di applicazione all'incontrario del principio di eguaglianza. Questo provvedimento sciagurato si colloca in un più ampio disegno di complessivo indebolimento della giustizia pubblica, resa sempre più inaccessibile e residuale. Noi pensiamo che le garanzie dei diritti dei cittadini passino anche attraverso la garanzia di autonomia,  terzietà e dignità di chi è chiamato a svolgere questo fondamentale e delicato servizio pubblico» (Giuseppe Civati, con Stefano Catone e Francesco Foti, Giorni migliori. Manifesto per cambiare l'Italia, Imprimatur editore).

 

22 giugno 2017

Movimento Sei Luglio aderisce alla Coalizione 27 febbraio.

La deliberazione è stata assunta dal Gruppo di Coordinamento il 21 giugno, per inaugurare una nuova estate di lotta congiunta a tutte le categorie di professionisti che hanno in comune l’essere lavoratori e la precarietà delle condizioni di lavoro.

Movimento Sei Luglio ringrazia la coalizione per l’invito ad aderire ed MGA in particolare per avere già espresso la propria solidarietà alla magistratura onoraria, mortificata dalla riforma governativa che mira a voucherizzare le funzioni giudiziarie con l’effetto di rendere ancora più precaria l’amministrazione della giustizia.

14 giugno 2017

Pubblichiamo il parere della Commissione Affari Costituzionali del Senato sullo schema del decreto attuativo della legge delega n. 57/2016.

8 giugno 2017

APPROVATO IN COMMISSIONE GIUSTIZIA DELLA CAMERA IL PARERE SUL DECRETO CHE COMPLETA ATTUAZIONE DELLA RIFORMA.

6 giugno 2017

Diario del 5 e 6 giugno.

Leggi l'esito dell'esame del decreto che completa l'attuazione della riforma della magistratura onoraria in Commissione Giustizia della Camera (in sintesi il parere esprime  dubbi sull'onere contributivo a carico esclusivo dei magistrati onorari, sul c.d. obbligo di residenza, sulla mancata previsione del trasferimento, sull'opportunità di prevedere un maggiore impiego dei magistrati onorari in servizio).

Si è tenuto ieri il convegno sulla riforma della magistratura onoraria promosso presso il Tribunale di Napoli da Sei Luglio, organizzato dai colleghi di Napoli. L'evento è stato organizzato con lo stesso scopo dell'incontro pubblico di Torino del 26 maggio, per dare voce anzitutto ai magistrati con ruolo dirigente e agli avvocati, e dimostrare i danni per la giurisdizione in caso di conferma dello schema del decreto che completa l'attuazione della legge delega 57/2016 approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri il 5 maggio u.s. Ha coordinato i lavori Sandra Lotti, G.O.T. presso il Tribunale di Napoli, che ha curato ottimamente anche l'ufficio stampa (vedi sotto rassegna stampa).

I lavori sono stati aperti dal Procuratore Nazionale Antimafia Dr. Franco Roberti, che ha speso parole molto generose nei confronti dei magistrati onorari, rivolgendosi a loro come colleghi e richiamando la bellissima esperienza presso la Procura di Salerno, da lui diretta prima di assumere l'attuale incarico, ed evidenziando l'importanza di varare una riforma che ne valorizzi l'impiego. Quindi il Dr. Dario Raffone, Presidente  Vicario del Tribunale di Napoli, ha stigmatizzato le inefficienze del decreto, dichiarando che, di fatto, esso "espelle" i magistrati onorari in servizio, i quali, ridotti a impiegati del call center, lascerebbero l'incarico prima ancora dell'entrata in vigore del nuovo trattamento economico. Egli ha criticato l'atteggiamento dell'ANM, che sta sbagliando, e ha lanciato un monito, dicendo che se adesso le campane suonano per i magistrati onorari, domani suoneranno anche per i magistrati togati. L'intervento del Dr. Alfonso D'Avino, Procuratore Aggiunto presso la Procura di Napoli e coordinatore dei VPO, è stato ripreso integralmente in un articolo del "Mattino", che vi invitiamo a leggere, in quanto dimostra con i numeri la ricaduta negativa del decreto sul funzionamento dell'ufficio. Ha chiuso l'intervento con un'espressione emblematica: "Quel che resta della giurisdizione". Dopo di lui è intervenuto il Dr. Ernesto Aghina, Presidente del Tribunale di Torre Annunziata, che ha sostenuto la fondatezza dei rilievi della Commissione Europea e ha definito i magistrati onorari, per come sono trattati dal legislatore, «extracomunitari del diritto». Ha evidenziato gli eccessi di delega del decreto e richiamato la necessità di ascoltare l'Europa sulla necessità di fare migliorare la Giustizia, ricordando che eventuali risparmi  su di noi saranno pagati dall'Italia attraverso le sanzioni a cui verrà sottoposta dall'Europa. Per il Consiglio dell'Ordine di Napoli sono intervenuti il Presidente Salvatore Impradice e il Segretario Maurizio Bianco, che hanno criticato il decreto, in quanto provoca una delegittimazione del processo e manifestato una posizione analoga a quella dimostrata dalla rappresentante del Consiglio dell'Ordine di Torino. Così anche l'Avv. Guido Picciotto, segretario della Camera Penale di Napoli, che ha sollecitato iniziative comuni anche con i magistrati onorari, che fanno parte della stessa "famiglia giudiziaria". Per il Sei Luglio è intervenuta Paola Bellone, portavoce nazionale, che ha sottolineato l'inutilità della riforma, in quanto non supera le violazioni UE (dal momento che si limita a ridurre tutti i magistrati onorari a lavoratori part-time), e introduce le inefficienze descritte dai magistrati dirigenti. Ha quindi richiamato il caso inglese dei "recorder", che ha visto il Ministro inglese stabilire una moratoria per trovare il respiro necessario a varare una riforma organica conforme alla sentenza della Corte di Giustizia Europea, che aveva escluso ragioni obiettive per non riconoscere la pensione ai magistrati inglesi part-time.

In rappresentanza del mondo politico sono intervenuti, per FI,  Fulvio Martusciello, Deputato in carica al Parlamento Europeo, e  Severino Nappi, Consigliere della Regione Campania. Il primo ha letto il lancio ANSA che riprendeva le dichiarazioni del Ministro Andrea Orlando del giorno prima, sulla necessità di evitare la proletarizzazione degli avvocati (vedi sotto). L'intervento e la posizione dei due relatori è riassunta nel comunicato stampa ripreso dall'ANSA (che pubblichiamo di seguito).

Il Senatore Maurizio Buccarella (M5S) e l'On. Andrea Maestri (Possibile), che fin dall'inizio avevano rappresentato la propria difficoltà a intervenire, hanno trasmesso una nota che pubblichiamo di seguito. L'Onorevole Assunta Tartaglione - PD-, invece, ha comunicato per telefono l'impossibilità sopravvenuta a partecipare, causa impegno a Roma, imposto dalla emananda legge elettorale.

Per il Comune di Napoli è intervenuto il Vice Sindaco, Raffaele Del Giudice, che si è impegnato a organizzare ulteriori iniziative in sostegno.

AUDIZIONE AL CSM DEI MAGISTRATI DIRIGENTI

Il 6 giugno,  con riferimento al decreto che completa l'attuazione della riforma della magistratura onoraria, sono stati ascoltati dalle Commissioni Sesta e Ottava del CSM i presidenti dei tribunali di Roma (Francesco Monastero), Torino (Massimo Terzi), Trapani (Andrea Genna) e Torre Annunziata (Ernesto Aghina) e i Procuratori di Torino (Armando Spataro) e di Castrovillari (Eugenio Facciolla).

Leggi il Lancio Ansa.

ORDINE DEL GIORNO SULLA MAGISTRATURA ONORARIA PRESENTATO DA CLAUDIA PORCHIETTO, CONSIGLIERE DELLA REGIONE PIEMONTE

«Come se il capitano di un Transatlantico proseguisse nella rotta pur avvertito che si incaglierà in una secca. Così il Governo». Leggi l'articolo di Andrea Maestri (Possibile) e sostieni la petizione al Parlamento Europeo presentata dal Comitato Articolo 10.

2 giugno 2017

Leggi e vedi com'è andata in Commissione Giustizia della Camera.

Il 5 giugno replichiamo con attanti diversi l'iniziativa di Torino del 26 maggio scorso. A Napoli, presso la "Sala Arengario" del Tribunale, si terrà un convegno nazionale (ore 15,30), per evidenziare l'impatto negativo della riforma della magistratura onoraria sul funzionamento degli uffici. La riforma, infatti, voucherizza le prestazioni dei magistrati onorari, introducendo fattori di inefficienza e non superando le violazioni del diritto UE rilevate dalla Commissione Europea, che nel giugno u.s. ha chiuso negativamente il caso EU Pilot 7779/15/EMPL nei confronti dell’Italia in merito alla compatibilità con il diritto UE della disciplina nazionale relativa al servizio prestato dalla magistratura onoraria.

25 maggio 2017

Leggi il comunicato stampa del Procuratore di Torino sul rigetto della richiesta di audizione dei Procuratori.

Dal Momento che la Presidente Donatella Ferranti non ha inteso ascoltare i capi degli uffici per capire l'impatto della riforma della magistratura onoraria sul funzionamento degli uffici il Movimento Sei Luglio ha organizzato un'audizione a Torino (scendi per vedere la locandina...).

24 maggio 2017

PROCURATORI RESPINTI DALLA COMMISSIONE GIUSTIZIA DELLA CAMERA (comunicato stampa).

23 maggio 2017

La Commissione delle petizioni al Parlamento europeo ha dichiarato sostenibile la petizione n. 1202/2016 presentata dal Comitato Articolo 10. È la seconda bella notizia di oggi. La prima e più importante è la richiesta di audizione in Commissione Giustizia alla Camera e al CSM sottoscritta dai Procuratori (vedi sotto).

Leggi  la petizione e  le indicazioni per sostenerla. 

Oggi è una data particolare. Ricorre il 25° anniversario della strage di Capaci. La maggior parte dei magistrati onorari in servizio nel '92 aveva un'età in cui stava per decidere il proprio avvenire e come contribuire col proprio lavoro a migliorare la società. Molti di noi hanno scelto la strada "giudiziaria" per fare fruttare in modo specifico  l'eredità morale lasciata da chi ha sacrificato consapevolmente la propria vita alla giustizia. In questo periodo siamo assorbiti nel lottare paradossalmente contro il nostro datore di lavoro, che rappresenta lo Stato, perché non riconosce nella giustizia il baluardo più importante della democrazia. La giustizia è alla base del patto sociale.

Ma noi il 23 maggio del 1992 non lo dimenticheremo mai. 

LEGGI LA RICHIESTA DEI PROCURATORI DI AUDIZIONE IN COMMISSIONE GIUSTIZIA ALLA CAMERA E AL CSM E IL COMUNICATO STAMPA CON CUI I PROCURATORI NE DANNO NOTIZIA

LEGGI L'EDITORIALE DI GIAN ANTONIO STELLA IN PRIMA PAGINA SULLA CORRIERE DELLA SERA DI OGGI, 12 MAGGIO 2017. 

LA PARABOLA DEL GIUDICE ONORARIO

GRAZIE, GIAN ANTONIO STELLA!

LA POLITICA ASCOLTA GLI OPERATORI DEL DIRITTO. INCONTRO PUBBLICO DI DISCUSSIONE SUL DECRETO CHE COMPLETA L'ATTUAZIONE DELLA LEGGE DELEGA 57/2016, ORGANIZZATO DAL MOVIMENTO SEI LUGLIO A TORINO, IL 26 MAGGIO 2017.

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LETTERA AL PROCURATORE ARMANDO SPATARO E MODELLO DI LETTERA AL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE.

SCARICA IL TESTO DEL DECRETO ATTUATIVO DELLA LEGGE DELEGA 57/2016 APPROVATO IL 5 MAGGIO 2017

10 maggio 2017

MOZIONE DEPOSITATA DA POSSIBILE (primo firmatario On. Andrea Maestri).

La Camera,
premesso che:
il 5 maggio scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare il decreto che completa l’attuazione della legge delega di riforma organica della magistratura onoraria, n. 57/2016;
il contenuto del decreto era stato in parte anticipato nella relazione sullo Stato della Giustizia del 2016, provocando come reazione la richiesta di un incontro rivolta al Ministro Orlando da parte di 110 Procuratori, intervenuti a tutela della dignità dei magistrati onorari e al fine di individuare misure utili a rendere efficiente l’amministrazione della giustizia;
il Ministro, dopo avere ricevuto la delegazione dei 110 Procuratori, ha formulato una richiesta di parere al Consiglio di Stato, chiedendo se fosse stata possibile la soluzione individuata nell’incontro con i Procuratori, ovvero procedere a misure di stabilizzazione dei magistrati onorari «con attribuzione dello statuto di pubblico impiegato»;
alla richiesta di parere il Ministro allegava una relazione dell’ufficio legislativo, dando atto che «nel giugno u.s. scorso la Commissione Europea ha chiuso negativamente il caso EU-PILOT 7779/15/EMPL nei confronti dell’Italia in merito alla compatibilità con il diritto UE della disciplina nazionale relativa al servizio prestato dai magistrati onorari» (come denunciato da anni dalla categoria), elencando di seguito gli specifici rilievi;
il Consiglio di Stato rispondeva che l’assunzione a tempo indeterminato nei ruoli dei funzionari della pubblica amministrazione doveva essere attentamente verificata, essendo ammessa dall’art. 97 comma quarto della Costituzione in presenza di peculiari e straordinarie esigenze di interesse pubblico;
nel caso dei magistrati onorari le condizioni indicate dal Consiglio di Stato ricorrono, in considerazione dei rilievi formulati dalla Commissione europea e delle peculiari necessità funzionali al buon andamento dell’amministrazione, tenuto anche conto che i magistrati onorari sono stati reclutati con un concorso per titoli, di natura tecnico-amministrativa, ovvero di natura aperta e con carattere  imparziale  e che, nel caso dei precari della scuola, per evitare la sanzione della Commissione Europea, l’Italia ha previsto un’assunzione straordinaria anche degli insegnanti entrati nelle graduatorie a esaurimento con un concorso per titoli, proprio come i magistrati onorari;
il decreto approvato, invece, trasforma tutti i magistrati onorari in lavoratori part-time, impegnati, sulla carta, due volte a settimana, ma, prevedibilmente, di fatto, impegnati anche nel resto della settimana nello studio dei fascicoli e nella redazione delle sentenze per mantenere la produttività attuale, in considerazione dell’organico previsto (8000 unità), con la conseguenza che non è centrato l’obiettivo della natura occasionale dell’esercizio delle funzioni, a fronte di una retribuzione non solo insufficiente “ad arrivare a fine mese”, ma nemmeno proporzionata alla qualità e alla quantità del lavoro svolto (come prescritto dall’art. 36 Cost.), e a fronte del mancato riconoscimento della previdenza tipica dei lavori dipendenti e delle altre tutele sociali (assistenza per malattia e maternità);
il decreto costituisce una frode al diritto europeo, perché continua a classificare come onorari magistrati che non lo sono, imponendo loro esclusivamente di trovare altre fonti di reddito, attraverso l’ulteriore riduzione della retribuzione e la liquidazione della stessa con frequenza trimestrale, mentre le funzioni onorarie sarebbero tali in quanto diverse da quelle dei magistrati di carriera, come tali idonee a limitare effettivamente l’impegno a non più di una giornata lavorativa alla settimana per un tempo determinato;
il decreto, pertanto, non vale a superare i rilievi della Commissione europea, in particolare non supera la violazione della Clausola 5, punto 1, lett. a) dell’Accordo quadro della direttiva 1999/70/CE (in quanto, a fronte della previsione di procedure concorsuali per il reclutamento di magistrati “di ruolo” per un numero di gran lunga inferiore ai ruoli effettivamente necessari a rispondere al carico di lavoro della magistratura italiana nel suo complesso, autorizza l’impiego dei magistrati onorari in modo reiterato, per svolgere funzioni sovrapponibili a quelle dei magistrati “di ruolo”, in risposta a fabbisogni permanenti), né la disparità di trattamento rispetto ai magistrati professionali in materia di retribuzione, di indennità di fine rapporto e di regimi di sicurezza sociale (sempre in violazione della medesima direttiva);
la giustizia italiana versa in stato di crisi cronica, e il decreto avrebbe una ricaduta senz’altro negativa sulla qualità del servizio, perché prevede una retribuzione insufficiente a fronte dell’impegno richiesto e allo stesso tempo incentiva a raggiungere obiettivi di produttività;
i giudici onorari in servizio presso i tribunali e i vice procuratori onorari hanno annunciato di dovere immediatamente ridurre il proprio impegno lavorativo costretti dalla necessità di trovare altre fonti di reddito per evitare lo stato di indigenza prospettato dal decreto, e i giudici di pace hanno proclamato un mese di sciopero, con la conseguenza imminente di blocco della giustizia, considerato che ai magistrati onorari è devoluta la metà della giurisdizione di primo grado;
impegna il Governo:
a valutare l’opportunità di ritirare il decreto attuativo - attuando la soluzione individuata dalla delegazione dei 110 Procuratori, che preveda la stabilizzazione, creando una figura diversa dal magistrato di carriera, con le attuali funzioni e attribuzione dello statuto di pubblico impiegato – ed intervenire, successivamente, affinché siano apportate le relative modifiche alla legge delega in modo da prevedere per il futuro uno statuto del magistrato onorario corrispondente alla natura della funzione, così come descritta nei lavori dell’Assemblea Costituente, ovvero «che si presta non come attività professionale, ma come una partecipazione spontanea che esce dalle normali occupazioni della propria vita».
Andrea Maestri
Civati
Brignone
Pastorino

9 maggio 2017

Leggi il comunicato stampa dei deputati Giuseppe Civati e Andrea Maestri (POSSIBILE) sulla magistratura onoraria.

Scarica i lanci di Agenzia Ansa dei comunicati di Possibile e M5S

6 maggio 2017

IL GOVERNO CON HA COMPLETATO L'ATTUAZIONE DELLA LEGGE DELEGA 57/2016 (SCARICA IL COMUNICATO).

Il decreto attuativo non prevede la possibilità, per i magistrati onorari, di trasferirsi ad altro ufficio.

6 MAGGIO 2017

LETTERA AI PRESIDENTI DI TRIBUNALE E AI PROCURATORI (scarica documenti word in basso da adattare).

DI SEGUITO LA LETTERA INDIRIZZATA AL DOTTOR ARMANDO SPATARO.

Egregio Procuratore,

l’intervento dei “110 Procuratori” ci aveva restituito il senso delle istituzioni e la fiducia nell’esistenza di qualcosa di fondativo, che va al di là delle contingenze politiche e anche per questo L’avevamo ringraziata.

Ma oggi il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare il decreto attuativo che completa l’attuazione della legge delega n. 57/2016. Così, oggi, la contingenza ha assunto la misura di un’intera esistenza. La nostra.

Rispetto a quanto abbiamo scritto nella lettera che Le abbiamo indirizzato il 4 febbraio scorso, quando avevamo espresso le nostre preoccupazioni per le esternazioni del Ministro della Giustizia, adesso ci permettiamo di osservare che “l’avevamo detto”, ma non ne siamo consolati. I conti, infatti, non tornano. Il nuovo regime impone due giorni di lavoro a settimana, ma a leggere bene il decreto si comprende che si tratterà di due giorni solo sulla carta. Infatti, a fronte di un organico di 8000 unità - il massimo possibile vista la riduzione dei fondi per la nostra retribuzione stabilita con legge finanziaria nel 2015 -, per mantenere la produttività attuale, è evidente che l’indicazione di due giorni è ingannevole. I fascicoli continueremo a studiarli gratuitamente (e i colleghi giudici onorari continueranno a motivare gratuitamente le sentenze). A fronte di una retribuzione di meno di mille euro al mese - corrisposti a scadenza trimestrale -, saremo impegnati necessariamente in altri lavori, con la conseguenza che, se la produttività globale non diminuirà da un punto di vista quantitativo (mentre dovrebbe aumentare per rispondere alla domanda di giustizia, come constatiamo quotidianamente), di certo da un punto di vista qualitativo peggiorerà. Sarà inevitabile, infatti, trascurare le incombenze relative a ogni fascicolo alla fine dei processi, come andare il giorno prima dell’udienza in cancelleria per esaminare i fascicoli del dibattimento e verificare i documenti prodotti dalla controparte e i verbali di udienza, o fare copia degli atti prodotti per facilitare lo studio per l’udienza successiva. Sarà inevitabile che se un fascicolo arriverà nel nostro ufficio il giorno prima dell’udienza per errore o complicazioni impreviste (come l’assenza improvvisa del PM titolare), troverà lo scaffale, ma non noi, che l’indomani andremo a sostenere l’accusa senza averlo mai aperto. Se un sostituto procuratore ci cercherà per parlarci di un fascicolo, sarà una fortuna trovarci in ufficio. Noi non lo potremo più cercare per un confronto o un chiarimento. Le raccomandazioni di seguire i rinvii dei processi più complessi cadranno nel vuoto. Diventeremo PM di pietra con buona pace del principio del contraddittorio e di tutto il lavoro che la Procura di Torino ha svolto per organizzare e valorizzare l’Ufficio VPO e noi tutti insieme per dare un senso a quello che facevamo quotidianamente, perché amavamo farlo, trovando soddisfazione solo nel cercare di farlo bene.

Il Governo La incarica di verificare a fine anno se abbiamo svolto prevalentemente attività di udienza o attività tipica dell’ufficio per il processo, per stabilire la nostra “retribuzione fissa” (come se nell’aula in cui si celebra l’udienza e nella stanza in cui si esegue l’attività propedeutica o conseguente al processo, si svolgessero lavori diversi). La incarica anche di individuare a fine anno in che misura percentuale riconoscerci l’“indennità variabile”, controllando il raggiungimento degli obiettivi da parte nostra. Non sarà un bel fine anno, crediamo. D’altra parte se ci capiterà di ammalarci nei due giorni della settimana di previsto lavoro in ufficio, finalmente noi potremo farci rilasciare giustificazione medica delle assenze. Sapesse il Ministro quante volte abbiamo risposto al medico che ce lo chiedeva che non avevamo bisogno del certificato. Sognavamo per scherzo tra di noi di potergli rispondere di sì un giorno, ma non avremmo mai pensato che quel giorno sarebbe arrivato per imporci solo di giustificare l’assenza (come prevede il decreto, dal momento che a una retribuzione fissa non può che corrispondere una prestazione fissa). Alle assenze, infatti, corrisponderà il taglio della retribuzione intera dei giorni di malattia e noi avremo il dovere di comunicarlo all’ufficio per consentire la contabilizzazione (ci scusi il termine da affare di condominio, ma questa legge ci fa sentire un po’ come termosifoni a cui è stato applicato un dispositivo per risparmiare energia). Questa legge ci sembra, oltre che ipocrita, anche un po’ cinica. All’università ci avevano insegnato che le leggi possono solo essere giuste, né ipocrite né ciniche, perché esiste un argine altissimo all’irrazionalità: l’art. 3 della Costituzione. Invece, di inarginabile, questo legislatore ci sembra che abbia solo la fantasia. Il decreto, infatti, prevede anche che, in compenso, durante la malattia, l’esecuzione dell’incarico rimanga sospeso. Come il termine di prescrizione dei reati quando il rinvio dell’udienza è dovuto a impedimento dell’imputato. A leggere bene sembrerebbe, perciò, che al termine dell’incarico a tempo determinato del magistrato onorario il Procuratore debba anche fare il conto dei giorni di assenza giustificata per consentirgli di recuperarli e concedergli così la possibilità di percepire i frammenti di retribuzione fissa perduta. A noi sembra che mentre noi perdiamo reddito, il legislatore abbia perso il contatto con la realtà. Perché queste sembrano più che altro regole di un gioco da tavola. Ma crediamo che un Procuratore, invece che dedicare in modo improduttivo il tempo alla contabilità, dovrebbe amministrare la giustizia.

Ci limitiamo a richiamare tutte le osservazioni nel merito che abbiamo formulato nella lettera precedente, dove eravamo stati più tecnici, spiegando anche perché questa riforma non supera le censure della Commissione Europea. Le nostre rivendicazioni di diritto continueremo a farle valere in modo tecnico nelle cause di lavoro e nei procedimenti davanti agli organi di giustizia europea. Ci perdoni se qui ci siamo un po’ lasciati andare.

Purtroppo il 4 febbraio avevamo annunciato che, se il Ministro non ci avesse dato rassicurazioni sull’adozione di soluzioni che prevedessero la nostra stabilizzazione e il riconoscimento dei diritti dei lavoratori previsti anzitutto dalla Costituzione, saremmo stati costretti a limitare drasticamente il nostro impegno lavorativo nella misura prevista dalla riforma annunciata, per cercare immediatamente altre fonti di reddito. Avevamo soprasseduto perché l’intervento dei 110 Procuratori ci aveva incoraggiati. L’approvazione del decreto di oggi ci sembra un chiaro segno che non sia intenzione del Ministro ascoltare nemmeno i Procuratori. Tra tre anni entrerà in vigore il nuovo (mal)trattamento economico e non possiamo permetterci di aspettare oltre. È nostro dovere, nei confronti non solo di noi stessi, ma anche delle nostre famiglie, cercare immediatamente fonti alternative di reddito, finché è possibile. Ci duole di più, ora, comunicare le intenzioni annunciate esattamente tre mesi fa, sia perché inevitabilmente comporteremo un disagio all’ufficio che Lei dirige, sia perché si è infranta la speranza che i Procuratori hanno tenuto accesa per questi tre mesi.

I nostri rappresentanti hanno di nuovo chiesto al Ministro di ascoltare voi, dichiarando sostegno alla vostra proposta, e noi teniamo a dirLe che la condividiamo. Crediamo che sia ancora possibile attuarla, ma noi non possiamo più perdere tempo.

Ci sembra contraddittorio adesso ringraziarLa e insieme comunicarLe un disservizio. Ma se questo Stato non compie i propri doveri nei nostri confronti, per stato di necessità, quei doveri dobbiamo adempierli noi.

Con i più deferenti ossequi

I V.P.O. di Torino

5 maggio 2017

5 MAGGIO DELLA MAGISTRATURA ONORARIA

IL GOVERNO AFFONDA LA GIUSTIZIA

Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare il decreto attuativo che completa l’attuazione della legge delega (stando all'art. 3 della legge, entro trenta giorni dovrà essere espresso il parere da parte del CSM e delle Commissioni parlamentari competenti per materia).

Si tratta di una normativa monstre che non sottrae l’Italia alla sanzione da parte della Commissione Europea e non risponde alle esigenze di efficienza dell’amministrazione della Giustizia rappresentate dai 110 Procuratori, che, senza travalicare il proprio ruolo, avevano anche affermato un principio costituzionale, agendo in tutela della dignità dei magistrati onorari.

La riforma si limita a trasformare tutti i magistrati onorari in lavoratori part-time, impegnati, però, solo sulla carta due giorni alla settimana (per altro senza limiti di orario, visto che già attualmente le udienze in Tribunale durano dalle nove del mattino fino alle sette-otto di sera e oltre). In realtà i conti non tornano. È chiaro, infatti, che l’indicazione di due giorni lavorativi continua a essere un inganno: in base all’organico previsto (8000 unità), per continuare a coprire la produttività attuale, i magistrati onorari, seppure ufficialmente impegnati due giorni, per il resto della settimana saranno costretti a lavorare fuori dalle aule e dagli uffici per motivare le sentenze e studiare i fascicoli.

Il trattamento economico previsto ha come unico scopo imporre a tutti di cercare altre fonti di reddito. Prevede una componente fissa della retribuzione, che cambia irragionevolmente a seconda di quale attività sia svolta prevalentemente: pari a 16140 euro lordi, in caso di prevalenza dell’attività di udienza, di 12912 euro lordi in caso di prevalenza dell’attività svolta all’interno dell’ufficio per il processo. Alla retribuzione lorda dovranno essere sottratti oltre all’imposta sul reddito, anche i contributi da versare alla gestione separata INPS o alla Cassa Nazionale Forense. Tale disciplina entrerà in vigore per i magistrati onorari in servizio, tra tre anni: vale a dire che in base alle scelte di cui il Governo si sta facendo vanto, tra tre anni, metà della giustizia italiana sarà amministrata da giudici retribuiti meno di mille euro al mese per continuare a lavorare, di fatto,  a tempo pieno. Il Governo ha anche trasformato i dirigenti degli uffici in manager d’azienda, incaricandoli di stabilire a fine anno la misura variabile della retribuzione dei magistrati onorari (non superiore, al massimo, al 30 per cento della parte fissa, in funzione del raggiungimento di obiettivi). L’intera disciplina del trattamento economico avrà una ricaduta negativa sulla qualità del lavoro e del servizio reso: se si retribuisce un lavoratore a tempo pieno come un lavoratore part-time, e lo si incentiva pure a raggiungere obiettivi di produttività, infatti, è inevitabile che il lavoratore farà il minimo sforzo per ottenere la massima retribuzione e guadagnarsi altrove il resto del reddito necessario.

Sebbene la riforma preveda che gli oneri previdenziali e assistenziali debbano essere calcolati in base alle condizioni previste per i lavoratori autonomi, per il resto i magistrati onorari continueranno ad essere di fatto lavoratori dipendenti. Essi non godranno di alcuna effettiva autonomia nello svolgimento del lavoro, in quanto costretti a due giorni di presenza sul posto di lavoro a settimana e sottoposti alle direttive dei dirigenti degli uffici. Rimangono prive di tutela la malattia e la maternità (la nuova disciplina prevede l’astensione obbligatoria dal lavoro tipica dei lavoratori dipendenti, salvo non riconoscere alcuna indennità). La Commissione Europea ha già contestato il difetto di tutela della maternità e l’Italia non potrà difendersi definendo falsamente lavoratori autonomi i magistrati onorari.

Il Governo, inoltre, non ha sanato la discriminazione attuale tra giudici di pace e giudici onorari di tribunale, che già scrivono gratis le sentenze (per i primi quattro anni a decorrere dalla legge delega, infatti, rimane invariata la disciplina del trattamento economico). Né si è preoccupato dello stato di disoccupazione in cui cadranno i giudici onorari di tribunale dopo il trasferimento delle competenze del tribunale al giudice di pace previsto dalla riforma, dal momento che i giudici onorari impiegati presso i tribunali saranno inseriti nell’ufficio del giudice di pace solo tra tre anni. Il colmo, inoltre, è che, con il trasferimento delle competenze, lo stesso lavoro finora in parte svolto dai magistrati professionali in servizio presso i tribunali, diventando definitivamente di competenza dell’ufficio del giudice di pace, come per magia, sarà definito non lavoro e perciò sotto-pagato.

Rimane la domanda posta dal Movimento Sei Luglio prima dell’approvazione della legge delega. A chi giova? La nuova disciplina, infatti, non vale a superare le censure della Commissione Europea che ha rilevato in modo preciso le violazioni da parte dell’Italia, contestando, tra l’altro, l’abuso del rapporto di lavoro a termine e la disparità di trattamento rispetto ai magistrati professionali (in relazione alla retribuzione, al trattamento di fine rapporto e ai regimi di sicurezza sociale).

Con la riforma, inoltre, l’Italia, incorre in una nuova violazione del diritto europeo, che vieta la trasformazione dei rapporti di lavoro a tempo pieno in rapporti di lavoro part-time.

L’Italia continua a rimanere fuori dall’Europa anche nelle modalità di impiego dei magistrati onorari, soprattutto perché altrove i magistrati c.d. laici svolgono funzioni diverse rispetto a quelle dei magistrati professionali, con la conseguenza che il loro impegno è davvero occasionale (come in Norvegia - due giorni all’anno -, e in Repubblica Ceca -  al massimo, venti giorni all’anno -, e come era consentito in passato in Italia attraverso l’impiego dei giudici conciliatori).

L’attuazione della legge delega dimostra in modo lampante che la riforma è fallimentare, sia rispetto ai rilievi già formulati dalla Commissione Europea, sia rispetto alle esigenze di efficienza che i Procuratori avevano rappresentato al Ministro e al Vice Presidente del CSM.

Offesi nella loro dignità e di fronte alla prospettiva imminente dello stato di indigenza, i magistrati onorari non aspetteranno certo tre anni. È un’illusione ottica del Ministro della Giustizia che i magistrati onorari si guardino intorno per tre anni continuando a lavorare negli uffici giudiziari nella stessa misura. Per cercare altre fonti di reddito essi saranno costretti a ridurre immediatamente il loro impegno lavorativo nella misura prevista dalla riforma e il Governo dovrà farsene carico entro l’estate, perché il servizio giustizia non sarà più garantito. Dovrà farsene carico anche l’ANM, che ha recentemente chiesto un’attuazione piena della legge delega, e dovrà riconoscere che le motivazioni dei magistrati onorari non erano altro che la cronaca di un disastro annunciato.

Il Movimento Sei Luglio invita il Ministro della Giustizia a prendere in seria considerazione la proposta dei 110 Procuratori prima che sia troppo tardi, e ad ascoltare la voce di chi davvero sa, come loro, quali siano le esigenze effettive degli uffici e le modalità necessarie di impiego delle risorse, che la riforma, invece, mortifica e spreca.

 

29 aprile 2017

LETTERA APERTA ALL'ANM PER IL PRIMO MAGGIO

Gentilissimo Presidente,

quest’anno abbiamo pensato di ricordare la ricorrenza della festa dei lavoratori con una lettera indirizzata a Lei quale rappresentante dell’ANM.

Siamo stati senz’altro duri con il comunicato che abbiamo diramato all’indomani del parere sulla riforma della magistratura onoraria. Ma abbiamo solo evidenziato questioni che poniamo da tempo a cui l’ANM non ha risposto. La luce del sole è il miglior disinfettante e per questo continueremo a rendere pubbliche le questioni sulle quali non abbiamo ricevuto risposta.

Il Primo Maggio compie gli anni proprio il collega Giulio C., a cui si riferiva Gian Antonio Stella scrivendo, in un editoriale di due anni fa: «Onoriamo i giudici onorari» (si tratta dell’articolo segnalato dal Dottor Armando Spataro nella nota lettera aperta rivolta all’ANM). Il collega si sottopone ancora a sedute di chemioterapia e fan 19 anni che è in servizio. Noi gli rivolgiamo gli auguri pubblicamente perché il suo compleanno coincide con la Festa dei Lavoratori. Come lui ci sono altri colleghi che improvvisamente si sono dovuti assentare dal lavoro (talvolta per assistere i figli colpiti da gravi malattie) senza beneficiare di alcuna indennità.

Lei ha scritto che non siete «permalosi» e che resta la vostra disponibilità al confronto se ve lo chiediamo. Lo facciamo con questa lettera. Come ha scritto il dottor Armando Spataro, dopo la nota iniziativa dei 110 Procuratori, si sono manifestate delle aperture da parte del Ministro della Giustizia e del Vice Presidente del CSM. Lo stesso Ministro, rivolgendo al Consiglio di Stato il quesito sulle possibili forme di stabilizzazione da adottare, ha riconosciuto che svolgiamo la nostra attività «con modalità assimilabili all’esplicazione di un rapporto di lavoro». Noi vi chiediamo un confronto proprio sulla soluzione su cui il Ministro della Giustizia e il Vice Presidente del CSM hanno dimostrato un’apertura accogliendo le proposte dei dirigenti degli uffici fondate su ragioni di organizzazione, per spiegare di nuovo anche i nostri argomenti a sostegno di questa soluzione, come abbiamo fatto l’8 marzo scorso, quanto siamo stati ricevuti dalla precedente Giunta dell’ANM.

Ci scusiamo se siamo ripetitivi, ma chiudiamo questa lettera con le stesse parole con cui abbiamo chiuso il documento che abbiamo già consegnato nel corso dell’ultimo incontro presso la sede dell’ANM.

Ci riferiamo all’intervento del deputato Ferdinando Targetti, che nel corso dei lavori dell’Assemblea Costituente disse: «[…] sin dai tempi del Mortara si sosteneva che l’espediente migliore per facilitare la risoluzione del problema del miglioramento delle condizioni economiche dei magistrati sarebbe stato quello della riduzione del loro numero – specie nei gradi inferiori – sostituendoli con magistrati onorari».

Noi chiediamo una soluzione equa. L’aumento esponenziale del contenzioso, rispetto all’epoca dell’Assemblea Costituente, richiederebbe di raddoppiare il numero dei magistrati. Il mantenimento dell’attuale numero dei magistrati, a cui riconosciamo maggiori responsabilità rispetto alle nostre per le funzioni ad essi riservate, è possibile, tuttavia, solo a condizione che non si continuino a sacrificare le nostre tutele. Non è più tempo, insomma, di espedienti e a noi l’attuazione piena della legge delega (come ha dichiarato Lei stesso) sembra, invece, ancora un espediente.

Ci auguriamo di poter davvero festeggiare il prossimo Primo Maggio come lavoratori riconosciuti dallo Stato. Per noi, per ora, si tratta dell’ennesimo giorno di assenza dal lavoro non retribuito. Non si tratta di rivendicazioni sindacali, ma di rivendicazioni di diritto.

Buon Primo Maggio.

Il Gruppo di Coordinamento del Movimento Sei Luglio

25 aprile 2017

Il Movimento Sei Luglio augura buon 25 aprile a tutti i colleghi. Lo abbiamo augurato anche ai rappresentanti delle altre sigle inviando loro una lettera aperta.

23 aprile 2017

LETTERA DEL DR. ARMANDO SPATARO NELLA MAILING LIST DI NUOVA AREA.

Su autorizzazione del  Dr. Armando Spataro pubblichiamo la lettera in oggetto. Il Movimnto Sei Luglio, come comunicato in passato anche recente, è disponibile a sottoscrivere un documento unitario con le altre sigle.

Prego i colleghi che ne hanno la possibilità di trasmettere alla lista AreAperta e a quella dell'Anm (alle quali non sono iscritto) il presente messaggio. Ne autorizzo la diffusione anche in liste e siti web dei magistrati onorari.

I quotidiani parlano oggi, a proposito del documento e della seduta del CDC di ieri, della questione - trita e ritrita - dei magistrati in politica (su cui il Presidente dell'Anm si dilunga, con dichiarazioni rese un giorno sì e l'altro pure, in piena continuità di metodo - che personalmente non condivido - con il suo predecessore), ma non danno notizia della questione più seria all'odg, quella della situazione precaria della magistratura onoraria.

Orbene, riportando sotto la parte del documento approvato dal CDC che riguarda questo tema, se ne ricava una profonda delusione ed amarezza,

specie pensando al fatto che l'Anm è ora presieduta da un collega di Area.

Il CDC dell'Anm è stato capace di ignorare del tutto le richieste formulate dalla quasi totalità dei Procuratori della Repubblica italiani, che le avevano formulate dinanzi al Ministro ed al Vice Pres.te del CSM nel corso di un incontro in cui il rappresentante del CDC pro tempore già non aveva palesato posizioni conformi a quelle dei Procuratori stessi.

Il CDC dell'Anm è stato capace di ignorare anche le aperture che il Ministro della Giustizia ed il Vice Pres.te del CSM (oltre che la commissione competente dello stesso CSM) avevano manifestato e poi ribadito.

Il CDC dell'Anm è stato capace di trascurare anche alcuni dei principi giuridici su cui la Magistratura onoraria fonda la rivendicazione dei propri diritti (ed in proposito sará interessante fare il punto non appena sarà diffuso un documento unitario in preparazione da parte delle sigle rappresentative di onorari giudicanti e requirenti).

Il CDC ha ritenuto di richiedere un parere ad un magistrato assistente di studio presso la Corte Costituzionale, ma non di convocare i dirigenti di uffici giudicanti e requirenti, che avrebbero potuto illustrare la situazione in cui la giustizia italiana si trova, arricchendo e specificando le ragioni che i procuratori hanno già esposto al Ministro ed al Vice Pres.te, e che dal CDC non sono state minimamente prese in considerazione (le abbiamo già diffuse e,dunque, non le riallegheró).

È caduto nel vuoto, dunque, l'appello di Gian Antonio Stella del Corriere (allego sotto il link ad un suo articolo) : "Onoriamo i giudici onorari", scriveva motivatamente l'illustre giornalista.

È quello che mi auguro tutti i magistrati italiani riescano a fare: onorare quanti lavorano al nostro fianco da così tanto tempo e battersi per i diritti da loro acquisiti.

Intanto, sará difficile, forse impossibile, somatizzare questa delusione per le scelte del CDC.

Armando Spataro

Estratto dal documento approvato dal CDC dell'Anm il 22.4.2017

Il Ministro della giustizia ha rivolto all’ANM una richiesta di parere in ordine ad una possibile forma di stabilizzazione   dei magistrati onorari attualmente in servizio.
L’Associazione Nazionale Magistrati ritiene di dover allargare il tema anche all’assetto previsto dalla legge 28 aprile 2016, n. 57, recante “Delega al Governo per la riforma organica della magistratura onoraria e altre disposizioni sui giudici di pace”. 
..omissis..
Il Ministro ha, in particolare, sottoposto all’ANM l’annoso problema derivante dall’applicazione della disciplina transitoria, prevista dall’articolo 2, comma 17 secondo cui i magistrati onorari già in servizio al momento di entrata in vigore del decreto legislativo durano in carica per quattro mandati,  ciascuno di durata quadriennale.

La situazione attuale vede un consistente numero di magistrati onorari in servizio da molto tempo, a seguito di annuali provvedimenti normativi di proroga dell'incarico, in deroga allo statuto ordinamentale della magistratura onoraria. L’articolo 42-quinquies del decreto 30 gennaio 1941, n. 12 prevede che le nomine a GOT e VPO abbiano durata triennale e che il titolare possa essere confermato, alla scadenza, per una sola volta, mentre gli articoli 7 e seguenti della legge n. 374 del 1991 prevedono che i giudici di pace durino in carica quattro anni, con possibilità di conferma per altri due quadrienni.

Va riconosciuto che da quindici anni, a causa della cronica carenza di organico e della sempre crescente domanda di giustizia, i magistrati onorari hanno fornito un contributo significativo alla giurisdizione, in assenza di un’adeguata tutela previdenziale ed assistenziale. 

Tuttavia le richieste di “stabilizzazione” della magistratura onoraria non possono trovare ingresso nel nostro ordinamento per ragioni di carattere costituzionale, diffusamente rappresentate nel recente parere del Consiglio di Stato del 7.4.2017 e nella relazione del collega Cesare Trapuzzano, assistente di studio presso la Corte Costituzionale, redatta su richiesta dell’Associazione Nazionale Magistrati.

In particolare è ostativo al reclutamento dei magistrati onorari in servizio l’assenza di un pubblico concorso, che è elemento qualificante della struttura dell’ordine giudiziario, a garanzia dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura togata, come disegnata dalla Costituzione (artt.101, 104 e 106 Cost) e rigidamente interpretata dalla Corte Costituzionale.    

Un ulteriore profilo attiene alla compatibilità con il diritto dell’Unione Europea, a seguito delle pronunce del Comitato Europeo dei Diritti Sociali e della Comunicazione della Commissione Europea del 16 novembre 2015, che ha aperto una procedura di pre-infrazione nei confronti dell’Italia.

La giurisprudenza della Corte di Giustizia è pacifica nel ritenere che l’illegittimo abuso del rinnovo dei contratti a tempo determinato, nel pubblico impiego, non comporta la conversione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato, ma il diritto del lavoratore al risarcimento dei danni subiti. Si tratta di una ricaduta del vincolo costituzionale del concorso pubblico, in virtù del quale è riconosciuta legittima dal giudice sovranazionale una diversità di tutela tra rapporto di lavoro pubblico e privato.
Anche nella decisione del Comitato Europeo dei Diritti Sociali presso il Consiglio d’Europa del 16 novembre 2016 non si rinviene alcun indice significativo della propensione alla stabilizzazione. Al Governo Italiano si imputa la violazione del codice europeo di sicurezza sociale e della carta sociale europea in quanto, operando una discriminazione rispetto ai magistrati di ruolo, non riconosce ai giudici di pace le dovute ed obbligatorie tutele previdenziali ed assistenziali, comprensive del diritto alla pensione, alle ferie, ad una ragionevole retribuzione in caso di malattia, maternità o paternità.

L’ANM è consapevole che la magistratura onoraria   è una risorsa importante per il funzionamento della giustizia, garantito anche dalla possibilità di celebrare un congruo numero di udienze, e condivide le   aspettative dei magistrati onorari in servizio riguardo ai diritti previdenziali ed assistenziali, che devono essere adeguatamente riconosciuti.

La tutela previdenziale ed assistenziale deve tener conto della circostanza che il rapporto dei magistrati onorari con l’amministrazione della giustizia non è esclusivo ma compatibile con lo svolgimento di altre attività professionali e che il regime retributivo non è omogeneo per tutti i magistrati onorari. 

Purtuttavia, alla luce degli aspetti esaminati, deve essere escluso che i magistrati onorari in servizio possano essere stabilizzati. 

L’aspettativa della stabilizzazione si è, peraltro, creata per effetto di una errata politica di sistematiche e reiterate proroghe, che per il nuovo regime previsto dalla legge delega è necessario evitare.

Sarebbe invece necessaria la effettiva realizzazione dell’ufficio per il processo, nell’ambito del quale prevedere - previo concorso pubblico, aperto a tutti i cittadini in possesso dei requisiti e con possibili punteggi aggiuntivi per i magistrati onorari attualmente in servizio - una figura ausiliaria senza funzioni giudiziarie e di supporto alla giurisdizione. 
Roma, 22 aprile 2017
Il Comitato Direttivo Centrale

Link ad articolo di Gian Antonio Stella:
http://seiluglio.altervista.org/alterpages/stellaonoriamoigiudicionorari-1448100104174.jpeg

 

 

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23 aprile 2017

L’ANM SA

Il Movimento Sei Luglio esprime massima delusione per il parere espresso dall’ANM sulla riforma della magistratura onoraria, avendo invece auspicato che venisse reso  con lo stesso spirito con cui i Procuratori avevano rivolto il loro appello al Ministro Andrea Orlando, seguendo esclusivamente la logica del diritto e  della giustizia e nell’interesse all’efficienza dell’amministrazione della giustizia.

L’ANM sa, come ha sempre denunciato il Movimento Sei Luglio, che i magistrati onorari impiegati presso i tribunali ordinari sono un espediente per consentire di contenere l’organico dei magistrati di carriera e garantire loro il trattamento economico attuale, che, diversamente, non sarebbe sostenibile finanziariamente (seduta dell’Assemblea Costituente del 31 gennaio 1947, intervento dell’On. Ferdinando Targetti).

L’ANM sa che i magistrati di carriera non riescono a soddisfare la domanda di giustizia e, per limitarsi al settore penale, quante denunce dei cittadini non arrivano nemmeno al dibattimento perché i magistrati di carriera non sono in grado di assicurare un numero sufficiente di udienze.

L’ANM sa che le statistiche trasmesse dal Governo alla Cepej falsano la produttività dei giudici di carriera, facendoli apparire i più produttivi d’Europa, in quanto, dal numero delle loro sentenze non sono state scorporate le sentenze dei giudici onorari.

L’ANM sa che la maternità dei magistrati di carriera è garantita dalla loro sostituzione da parte dei giudici onorari (privi di analoga tutela), a cui vengono assegnate le cause civili dei giudici che si assentano per cinque mesi con obbligo di motivare gratis le sentenze.

L’ANM sa che la Commissione Europea ha formulato dei rilievi nei confronti dell’Italia analoghi a quelli formulati nel caso dei precari della scuola e che l’Italia dovrà garantire una soluzione per evitare di essere sanzionata (nel caso dei precari della scuola l’Italia ha previsto un’assunzione straordinaria, per altro anche degli insegnanti entrati nelle graduatorie a esaurimento con un concorso per titoli, proprio come i magistrati onorari).

L’ANM sa che la questione da risolvere non è «l’aspettativa della stabilizzazione dei magistrati onorari», bensì la violazione del diritto europeo. Il problema non è il ricorso «a proroghe sistematiche e reiterate» (come, invece, si limita ad osservare l’ANM). La direttiva europea 70/1999, infatti, impone ragioni obiettive per il ricorso al rapporto di lavoro a termine, che in Italia non sono rispettate con riferimento ai magistrati onorari (vale a dire che la violazione sta a monte nel ricorso al rapporto di lavoro a termine, non a valle nelle reiterate proroghe).

Pur sapendo tutto ciò l’ANM - senza rispondere a nemmeno uno degli argomenti formulati dal Movimento Sei Luglio ed esposti nel dossier consegnato all’incontro dell’8 marzo 2017 - ha formulato un parere sulla riforma della magistratura onoraria che di certo non offre una soluzione per evitare all’Italia di essere sanzionata (in quanto esclude ogni forma di stabilizzazione), ma presenta anche profili di illogicità.

Il parere, infatti, trascura che i magistrati onorari sono stati reclutati con un concorso aperto a tutti i cittadini in possesso dei requisiti richiesti (per titoli, e, dunque, con una procedura di carattere tecnico-amministrativo), che essi sono stati sottoposti a un tirocinio all’esito del quale sono stati valutati idonei all’esercizio delle funzioni, che essi sono stati confermati all’esito di un analogo giudizio di professionalità. D’altra parte il parere auspica modifiche legislative che consentano l’impiego dei giudici onorari nelle sezioni lavoro e nei collegi delle sezioni specializzate, così riconoscendo la loro competenza tecnica per svolgere le correlative funzioni. Ma ritiene necessario un nuovo concorso pubblico per il loro reclutamento nell’ufficio per il processo (senza per altro pronunciarsi sull’art. 97 della Costituzione - a differenza del Consiglio di Stato-, che consentirebbe la stabilizzazione). È illogico, cioè, che i magistrati onorari possano svolgere le medesime funzioni dei giudici di carriera, purché a tempo determinato e senza essere retribuiti, ma che, per essere stabilizzati nell’ufficio per il processo, secondo il parere senza funzioni giurisdizionali dopo averle esercitate per anni, debbano affrontare un nuovo concorso.

Inoltre l’ANM non tiene conto che nel resto d’Europa, a differenza che in Italia, i giudici c.d. “laici” hanno competenze diverse da quelle svolte dai giudici di ruolo, che consentono l’esercizio delle relative funzioni secondo modalità “volontaristiche” e in modo occasionale (così come accadeva a suo tempo in Italia per i giudici conciliatori). L’ANM, così, ha glissato su tutte le questioni poste dal Movimento Sei Luglio (anche di carattere comunitario), lasciando insoluto non solo l’attuale problema di “scopertura costituzionale”, ma favorendo la violazione del diritto comunitario e costituzionale anche per il futuro. Infatti, anche aumentando a dismisura il numero dei magistrati onorari (come stabilisce la legge delega e come vuole l’ANM), è impossibile anche per il futuro l’esercizio occasionale delle funzioni giurisdizionali, in quanto le competenze assegnate comportano un impegno che travalica l’occasionalità. Come ha sempre denunciato il Movimento Sei Luglio l’aumento dell’organico della magistratura onoraria comporterebbe unicamente la trasformazione del rapporto di lavoro in part-time. Alle attuali violazioni si aggiungerebbe la violazione della direttiva 97/81/CE del Consiglio Europeo, del 15 dicembre 1997, in quanto l’estensione del tempo parziale a tutti i magistrati onorari li pregiudicherebbe come lavoratori in quanto ridurrebbe la loro remunerazione.

Infine, dal momento che l’impiego dei magistrati onorari è stato ed è un espediente utile a garantire ai magistrati di carriera l’attuale trattamento economico, il Movimento Sei Luglio ritiene che l’ANM, in quanto associazione che ha tra i suoi scopi statutari anche la tutela degli interessi economici dei magistrati, non possa attribuire la situazione attuale all’esclusiva responsabilità politica, ma debba riconoscere anche le proprie responsabilità, perfino maggiori di quelle dei vari governi che si sono succeduti, visto che lo sfruttamento dei magistrati onorari è avvenuto quotidianamente per anni sotto gli occhi dei magistrati di carriera (senza contare che tutte le circolari del CSM sull’impiego dei magistrati onorari sono state formulate da magistrati di carriera, così come l’ultimo disegno di legge di riforma approvato dal Parlamento). L’ANM ha tra i suoi scopi statutari anche «il contributo della scienza ed esperienza della magistratura nella elaborazione delle riforme legislative, con particolare riguardo all'Ordinamento Giudiziario». Con il parere formulato sulla riforma della magistratura onoraria, invece, l’ANM ha ignorato la soluzione proposta dai Procuratori, che avevano tenuto conto, in base all’esperienza, del concreto contributo dato dai magistrati onorari degli uffici e avevano formulato di conseguenza una proposta che salvaguardasse tale contributo.

Dal momento che l’ANM rappresenta magistrati e dovrebbe basare la propria attività sulla cultura della giurisdizione, infine, è deludente il suo rifiuto di confrontarsi con le questioni di diritto rappresentate analiticamente dal Movimento Sei Luglio e l’incapacità di proporre per il futuro un modello che tuteli i diritti dei lavoratori.

 

12 aprile 2017

OGGI QUESTION TIME SULLA STABILIZZAZIONE DELLA MAGISTRATURA ONORARIA

Potete vedere il video del Question Time di oggi con cui l'On. Andrea Maestri (Possibile) ha chiesto al Ministro della Giustizia come intenda muoversi dopo il parere del Consiglio di Stato.

8 aprile 2017

Il parere del Consiglio di Stato è stato pubblicato sul sito istituzionale.

Abbiamo provato a riflettere sul parere reso dal Consiglio di Stato. La prima considerazione è che abbia un limite estrinseco enorme: la formulazione del quesito. Dobbiamo per altro ipotizzare che il Consiglio di Stato ricorra alla sineddoche quando indica solo i giudici onorari anziché i magistrati onorari con funzioni giudicanti e requirenti. Ma proviamo a entrare nel merito.

Il parere si esprime su tre forme di stabilizzazione.

La soluzione sub A) è la stabilizzazione, diciamo “in senso proprio”, come pubblici impiegati («assunzione a tempo indeterminato dei giudici onorari prorogati»), in ipotesi nel comparto Giustizia (diciamo che è in linea con la soluzione proposta dai Procuratori nel corso del noto incontro con il ministro - stabilizzazione nell’ufficio per il processo; chi ci segue sa che è in linea anche con la proposta del Movimento Sei Luglio – ma ciò rileva meno).

Il Consiglio di Stato non conclude nel senso che sia inattuabile, ma nel senso che debba essere attentamente verificata. Esclude che sia realizzabile con la qualifica di dirigenti.

Il Consiglio di Stato ignora che noi siamo stati reclutati con un concorso per titoli, siamo sottoposti a un tirocinio (all’esito del quale è stata valutata la nostra idoneità) e ad una ulteriore valutazione che ha condizionato la nostra conferma. A parte questa omissione (del tutto immotivata), va detto che la soluzione viene ammessa ove ricorrano circostanze sussumibili nelle eccezioni ammesse dall’art. 97 Cost. Qui ricorre il limite estrinseco. Infatti il Consiglio di Stato lancia un monito:

«La massima cautela s’impone a maggior ragione nel caso in esame, in cui la prospettata stabilizzazione sembra muovere ‒ non dalle peculiari necessità funzionali al buon andamento dell’amministrazione richieste dalla giurisprudenza della Corte costituzionale - bensì dalla preoccupazione di tutelare le aspettative alla continuità del reddito dei “giudici onorari prorogati”».

Parrebbe, infatti, che il quesito, al contrario di quanto riferito dal ministro in risposta all’interrogazione di Possibile (ove è indicata la necessità di garantire l’effetto utile delle direttive europee sul lavoro a tempo parziale e determinato, sulla sicurezza e sulla salute del lavoro), abbia solo richiamato l’aspettativa di stabilizzazione indotta nei magistrati onorari, e il Consiglio di Stato, in merito, trova sponda per dire che non sussistono «le peculiari necessità funzionali al buon andamento dell’amministrazione richieste dalla giurisprudenza della Corte costituzionale». Ma è un argomento superabile. Inoltre in questa parte del parere il Consiglio di Stato valorizza la funzione del concorso in quanto ha natura «aperta». Ma trascura di rilevare che per noi la procedura di reclutamento ha avuto senz’altro «natura aperta». Quindi non è necessario nemmeno individuare le eccezioni richiamate dall’art. 97 Cost. Senza contare che ricorrono proprio le «specifiche competenze consolidatesi all’interno dell’amministrazione stessa» a cui lo stesso Consiglio di Stato fa riferimento.

Sub B) il Consiglio di Stato affronta due soluzioni di stabilizzazione unite dalla qualifica di magistrati sic et simpliciter: «attraverso l’incardinamento nei ruoli della magistratura “togata”, ovvero con l’istituzione di un contingente (sia pure straordinario) di magistrati “onorari” assunti a tempo indeterminato».

Entrambe le soluzioni sono radicalmente escluse. E sul punto abbiamo poco da commentare, salvo rilevare che il Consiglio di Stato incorre di nuovo in una omissione di motivazione dove evidenzia che i magistrati di carriera sono selezionati attraverso criteri di capacità tecnica (mentre i magistrati onorari, per esclusione, parrebbe di no) e definisce l’accertamento della capacità tecnica del magistrato (articolo 106, primo comma) il presupposto indefettibile per attuare la soggezione del giudice soltanto alla legge. Infatti non chiarisce come sia salvaguardata la soggezione solo alle legge di ogni magistrato onorario (sia pure in servizio, poniamo il caso, solo per il mandato in origine previsto), non selezionato, a suo dire, secondo le capacità tecniche. Per i magistrati onorari il Consiglio di Stato si limita ad affermare che «resta ferma ovviamente l’esigenza di rispettare le garanzie di indipendenza e di imparzialità costituzionalmente dovute per l'esercizio della funzione giurisdizionale». Se l’imparzialità e l’indipendenza devono essere garantite dalla Costituzione per ogni singola decisione, è chiaro, infatti, che, essendo i magistrati onorari previsti dalla Costituzione, l’imparzialità è garantita anche per loro. Visto che le competenze dei GOT, VPO e GDP sono tecniche e visto che il loro impiego, anche se a titolo onorario, deve rispettare il principio di imparzialità e di indipendenza, vuol dire che anche per essi la selezione è di natura tecnica.  Oppure dovremmo concludere che i magistrati onorari in servizio svolgono tutti le funzioni giurisdizionali in base a una normativa illegittima costituzionalmente. Questa osservazione ci aiuta a rafforzare, semmai, l’argomento utile della natura aperta del nostro reclutamento.

Il Movimento Sei Luglio non ha preso mai in considerazione tale ipotesi, ad ogni modo prendiamo atto che, in proposito, il Consiglio di Stato esclude radicalmente anche l’assunzione a tempo indeterminato nella qualifica di giudice onorario (sarebbe «un ossimoro»).

La soluzione sub C), limitata, non si sa in quali termini e secondo quali criteri, a «una parte dei giudici onorari in servizio», consisterebbe nella «mera “conservazione dell’incarico in corso” sino al conseguimento della età pensionabile». Forse un filosofo sarebbe in grado più di un giurista di distinguere questa soluzione da quella sub B). Ad ogni modo, con riferimento a questa soluzione il Consiglio di Stato richiama subito la legge 18 maggio 1974, n. 217, che riguardava i “vice pretori incaricati”. Forse, proprio con riferimento a questa legge, il Consiglio di Stato, sebbene in modo un po’ sibillino, limita la soluzione in oggetto solo a «una parte» dei giudici onorari in servizio, salvo omettere di spiegare quali sarebbero meritevoli. A noi pare che suggerisca di cercare i criteri di applicazione attraverso l’analogia con il caso oggetto della legge citata.  A questo punto invitiamo alla massima attenzione, perché i criteri erano piuttosto stringenti. Infatti la legge n. 217 del 1974 si riferiva solo ai magistrati di cui al secondo comma dell’art. 32 dell’Ordinamento Giudiziario, cioè quelli “incaricati”[1] e la stessa sentenza della Corte Costituzionale n. 105 del 1983 esplicitava che il criterio di applicazione della legge n. 217 del 1974 era ancorato al mancato esercizio della professione forense.

Ad ogni buon conto, benché il Consiglio di Stato esprima anche in questo caso un’apertura, i termini in cui lo fa non sono molto rassicuranti («l’ipotesi offre una qualche possibilità operativa nei seguenti termini»).

Il Consiglio di Stato afferma che l’ipotesi è accoglibile nei limiti in cui la norma abbia «cura di precisarne la permanente precarietà» (sic). Il rapporto si configurerebbe sempre come onorario in quanto il conferimento dell’ufficio avverrebbe senza contratto di lavoro e il rapporto rimarrebbe «non professionale» in quanto non si instaurerebbe un rapporto di pubblico impiego (almeno è chiarito in che senso si continuano a definire i magistrati onorari «non professionali»). Il Consiglio di Stato, però, prosegue in modo ancora più insidioso:

«La fattispecie normativa dovrebbe tuttavia essere attentamente calibrata, in quanto rischia di apparire elusiva dei tratti tipici (e costituzionalmente imposti) della funzione giurisdizionale onoraria, contraddistinta dal tempo determinato e dalla attribuzione un compito specifico» (sic).

In disparte il fatto che il Consiglio di Stato rinvenga nella Costituzione la norma che imporrebbe il tempo determinato della durata del rapporto di servizio onorario, va ricordato che poche righe sopra il Consiglio ha anche evidenziato che il rapporto di servizio onorario è tale in quanto «privo dei connotati di continuità, esclusività e retribuzione tipici del pubblico impiego». Quindi, a dire del Consiglio di Stato, una tale soluzione (cioè di «conservazione dell’incarico in corso») dovrebbe avvenire escludendo qualsiasi garanzia tipica del rapporto di pubblico impiego. Il parere, sul punto è tanto più insidioso dove ricorda, con riferimento alla legge citata:

«D’altra parte occorre segnalare che la Corte costituzionale non ebbe mai a sindacare la legittimità del richiamato precedente normativo del 1974 in relazione all’articolo 106 della Carta Fondamentale; difatti, con la sentenza n. 105 del 1983, la Corte vagliò la legge n. 217 del 1974 con esclusivo riferimento al parametro rappresentato dall'articolo 3 della Costituzione nella parte in cui la disciplina legislativa dettata per i vice pretori incaricati non era stata estesa anche ai vice pretori reggenti».

Il Consiglio di Stato, cioè, sembra dire, con riferimento alla specifica norma del 1974, che non è mai stata sottoposta al giudizio della Corte Costituzionale (salvo con riferimento all’art. 3 Cost. su impulso di un vice pretore reggente che era stato escluso dall’applicazione della norma). Parrebbe lanciare un monito: quando dovesse essere approvata una norma alla stregua di quella del ’74 (non si sa applicata a chi, se in analogia ai termini assai ristretti di allora), non è detto che la Corte Costituzionale, se investita di un giudizio, la ritenga conforme alla Costituzione. Non esiste, cioè, un precedente di giurisprudenza costituzionale rassicurante in merito.

Il Consiglio di Stato non si esprime sulla conformità o meno al «diritto unionale», salvo precisare che, anche in caso di violazione, il diritto europeo non imporrebbe la stabilizzazione, «l’effettività dell’apparato che sanziona l’abuso nel rinnovo dei contratti a tempo determinato» essendo garantita anche dal regime risarcitorio (come abbiamo nostro malgrado sempre detto anche noi invitando a soluzioni di stabilizzazione “realistiche”).

Per il resto il Consiglio di Stato dice l’ovvio (ma in questo caso il limite è solo estrinseco). Dà parere negativo, infatti, alla previsione di qualsivoglia forma di stabilizzazione attraverso l’attuazione della legge delega, in quanto sarebbe superata la delega stessa. Eravamo tutti consapevoli di questo limite e avevamo espresso le nostre riserve sul punto in ordine al quesito.

Ora è con questo parere che dobbiamo confrontarci. Il Movimento Sei Luglio chiede ai rappresentanti delle altre sigle di farlo insieme, serenamente, con massimo senso di responsabilità, per trovare una soluzione congiunta, che tenga conto del parere e delle concrete possibilità di raggiungimento dello scopo comune. A noi sembra che l'unica soluzione idonea a garantirci un futuro sia quella descritta sub a) (che continua a sembrarci anche l'unica realizzabile in considerazione della proposta dei Procuratori), perché la soluzione sub C) non impedisce al Governo, per dirla volgarmente, di fare di noi quello che vuole. Il rischio è che, nel frattempo, vengano reclutati altri magistrati onorari e che si attui la disciplina a cui il Movimento Sei Luglio si è opposto prima dell’approvazione della legge delega (sarebbe una magra consolazione il risarcimento per l’abuso consumato, che non ci risulta liquidato in misura soddisfacente con riferimento ad altre categorie di precari della pubblica amministrazione). Inoltre sarebbe bene chiarire quali siano le richieste di ciascuno, dal momento che, sebbene sia stato sottoscritto un documento comune, ci sono sigle che, pur avendo aderito, chiariscono  di chiedere «una disciplina speciale riservata ai magistrati in servizio, che lavorano a tempo pieno da oltre 10-12 anni».

 

[1] Articolo 32: Nomina ed eventuali incarichi dei vice pretori onorari

Possono essere nominati vice pretori onorari i laureati in giurisprudenza, i notai ed i procuratori esercenti che hanno compiuto l’età di anni 25. La loro nomina è fatta per un triennio e  puo essere confermata; al termine del triennio cessano dalla carica anche quelli che ottennero la nomina nel corso del medesimo. Di regola non possono essere nominati più di due vice pretori onorari per una stessa pretura, salvo particolari esigenze di servizio. Se nelle preture indicate nella tabella m annessa al presente ordinamento mancano gli uditori giudiziari, possono essere destinati, in loro vece, se il bisogno del servizio lo richiede, vice pretori onorari, i quali non esercitino la professione forense. In tal caso al vice pretore onorario, fino a che  dura l’incarico speciale, sono corrisposte le indennità spettanti all’uditore vice pretore che egli sostituisce. L’incarico ha la durata di un semestre, salvo conferma, e può essere sempre revocato. Il numero dei vice pretori onorari, ai quali può essere conferito tale incarico speciale, e determinato dal regolamento.

23 marzo 2017

La Commissione Europea risponde all'interrogazione presentata dall'europarlamentare di POSSIBILE Elly Schlein. In attesa del parere del Consiglio di Stato (affare 464/17, in discussione oggi in Commissione Speciale, Seconda Sezione del Consiglio di Stato), vi invitiamo a rileggere l'interrogazione e la risposta. Come potrete vedere,  tutte le direttive che abbiamo individuato nella nostra denuncia sono all'esame della Commissione. Dopo la risposta data dal Ministro Orlando all'interrogazione formulata dall'On. Andrea Maestri (che aveva rivelato il testo della richiesta di parere rivolta al Consiglio di Stato), questa è la seconda risposta che otteniamo grazie a Possibile, che ci aiuta a mirare la nostra azione. Buona lettura.

20 MARZO 2017

LEGGI LA NOTA TRASMESSA DAL MOVIMENTO SEI LUGLIO  AL CONSIGLIO DI STATO E AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA, IN RIFERIMENTO ALLA RICHIESTA DI PARERE DA PARTE DEL MINISTRO ANDREA ORLANDO sull'attuazione della legge delega 57/2016.

10 marzo 2017

Pubblichiamo il COMUNICATO STAMPA di POSSIBILE con cui l'On. Andrea Maestri ha  replicato alla RISPOSTA del Ministro ANDREA ORLANDO. In questa pagina, nel diario del 9 marzo 2017,  leggi l'interrogazione presentata nell'ottobre 2016 da Possibile e la risposta del Ministro che rivela in parte il quesito presentato dal Consiglio di Stato (rispondendo, in realtà, parzialmente, anche alla più recente interrogazione con cui Possibile ha chiesto «se e quale quesito il Ministro interrogato abbia al Consiglio di Stato posto e quale sia la scadenza del termine entro il quale lo stesso dovrà rendere il parere; se intenda esercitare la facoltà di intervenire alle adunanze generali del Consiglio di Stato, per gli affari consultivi, come previsto dall'articolo 21 del regio decreto 26 giugno 1924, n. 1054, e in quella sede manifestare i suoi intendimenti sulla disciplina del regime transitorio dei magistrati onorari - vedi diario del I marzo 2017).

GIUSTIZIA, MAESTRI (POSSIBILE): “Dal Ministro Orlando risposte tardive, imprecise e superficiali su giudici di Pace e giudici Onorari. Per l'Italia rischio di una nuova procedura di infrazione"

“Ministro Orlando, con la Sua risposta alla nostra interrogazione Lei si candida a guidare il partito democratico con il programma degli equivoci.Partiamo dai dati trasmessi dal Governo italiano ai fini della redazione del rapporto Cepej per l’anno 2014. La Cepej, con riferimento alla domanda n. 49, non prescriveva di qualificare “non-professional judge” tutte le tipologie di magistrati che non rientrano strettamente nel ruolo della magistratura ordinaria. Tanto è vero che la Commissione, con riferimento ai quesiti n. 46 e n. 48 chiedeva di indicare il numero dei giudici “professional” (cioè “professionisti”, con formazione giuridica), a tempo pieno, a tempo parziale e a titolo occasionale. Quindi l’interpretazione del Governo del quesito 49 è stata arbitraria e appare motivata dalla volontà di sottrarsi al quesito sulla retribuzione dei G.O.T. e dei giudici di pace in particolare, in quanto esso era limitato ai giudici professional, ed era finalizzato a giudicare la loro indipendenza (valutata, tra l’altro, in base al parametro dell’indipendenza economica). Tanto è vero che il Governo, nell’indicare i giudici non-professional, ha omesso di indicare proprio i giudici italiani sicuramente classificabili in questa categoria (i giudici onorari presso le Commissioni Tributarie e le sezioni specializzate agrarie, esperti di Sorveglianza, componenti degli organi giudiziari per i minorenni in primo e secondo grado). Il Governo ha risposto distrattamente alla Cepej anche con riferimento al quesito 49.1, rispondendo che in Italia i judge non-professional si occupano di piccole infrazioni e di contenzioso civile. In realtà i G.O.T. si occupano anche di cause di lavoro, di cause civili di carattere non contenzioso (per esempio in materia di tutela di persone incapaci d’intendere e di volere), dei ricorsi contro le decisioni delle autorità competenti in materia di diritto di asilo. I giudici di pace si occupano dei procedimenti di convalida e proroga del trattenimento degli stranieri in attesa di espulsione e dell'impugnazione dei decreti di espulsione dei cittadini extracomunitari. Quanto alle “piccole infrazioni” ricordiamo, poi, il caso milanese del G.O.T. impegnato nel processo di corruzione internazionale, sul pagamento di 197 milioni in Algeria da parte di Saipem- Eni nel 2006-2010 su una commessa da 8 miliardi. A meno che Lei, Ministro,  non ritenga che si tratti di una piccola infrazione, anche in materia penale la risposta data alla Cepej non corrisponde alla realtà. Gli equivoci riguardano anche la richiesta di parere da lei rivolta  al Consiglio di Stato, sulla possibilità di predisporre misure di stabilizzazione «in applicazione dei criteri di delega». Con tale quesito Lei ha manifestato la volontà di non voler modificare la legge delega, che non prevede alcuna tutela sociale per i magistrati onorari e, per quelli in servizio, prevede la proroga per quattro mandati. Non si comprende, dunque, come il Governo possa prevedere ciò che non è delegato a prevedere. Di conseguenza è equivoco se Lei davvero intenda prevedere misure di stabilizzazione. Inoltre Lei non ha risposto se voglia manifestare i suoi intendimenti sulla disciplina del regime transitorio al Consiglio di Stato, per specificare ciò che nel quesito non è chiaro (in particolare dove si limita a chiedere se sia possibile una misura di stabilizzazione «con attribuzione dello statuto di pubblico impiego»). Il costo di questo equivoco, dopo la decisione del Comitato europeo dei diritti sociali che ha già bocciato l’Italia, è il rischio dell’apertura di procedura d’infrazione da parte della Commissione Europea, sollecitata senza esitazione dalla Commissione per le petizioni del Parlamento Europeo": così in una lettera aperta al Ministro della giustizia Orlando, il deputato di Possibile Andrea Maestri.

9 marzo 2017

RISPOSTA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA ALL'INTERROGAZIONE PRESENTATA DA POSSIBILE, SUL QUESITO FORMULATO AL CONSIGLIO DI STATO E SUI DATI COMUNICATI ALLA CEPEJ.

La risposta suscita perplessità con riferimento al quesito, in quanto il Ministro chiede se sia possibile la stabilizzazione in attuazione dei criteri di delega. La risposta è insoddifacente con riferimento ai dati comunicati alla Cepej (v. lettera trasmessa alla Cepej dal Movimento Sei Luglio).

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA DI POSSIBILE n. 4-14581 del 21 ottobre 2016

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6 marzo 2017

Lettera aperta ai colleghi.

Per farla breve. Il Movimento Sei Luglio vuole solo la stabilizzazione di chi lo desideri nelle attuali funzioni (salva la facoltà di continuare a svolgere le funzioni come magistrato onorario secondo la disciplina della legge delega). La soluzione formulata, prima con il ddl 1798, poi con l’emendamento sottoscritto dai colleghi delle varie sedi e consegnata ai rappresentanti del Governo all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2016, mira solo a questo obiettivo, e si misura, in concreto, con questioni politiche e giuridiche.

Gli argomenti giuridici favorevoli alla stabilizzazione sono chiari (la fonte è europea), e sono comuni ai magistrati onorari giudicanti e requirenti (il diritto europeo impedisce l’abuso del rapporto di lavoro a termine, e il rapporto di lavoro oggetto dell’abuso va cristallizzato nelle funzioni finora svolte). Sappiamo com’è andata con gli insegnanti precari, però. Se la Corte di Giustizia ha dichiarato la violazione del diritto comunitario da parte dell’Italia, la Commissione Europea, d’altra parte, non ha sanzionato l’Italia, in considerazione della stabilizzazione disposta in via straordinaria. Sappiamo, però, che non tutti gli insegnanti precari sono stati stabilizzati e che i meno fortunati stanno solo ottenendo dei risarcimenti piuttosto modesti, neppure paragonabili al risultato della stabilizzazione.

Quindi gli argomenti giuridici di diritto comunitario non sono sufficienti a realizzare la stabilizzazione.

Per questo il Movimento Sei Luglio si è misurato anche con le questioni politiche, cercando di delineare i confini precisi entro i quali prevedere la stabilizzazione, più ristretti, da un punto di vista logico, rispetto a quelli  entro i quali operano i magistrati di carriera.

Partiamo dai V.P.O., solo perché la soluzione individuata con riferimento a loro è la meno problematica, ed è l’unica possibile. Infatti i vice procuratori onorari hanno competenze diverse da quelle dei sostituti procuratori e hanno il potere tipico del Pubblico Ministero solo in udienza, salve le limitate  competenze previste per legge in sede di indagine (richiesta di decreto penale di condanna e poteri “provvedimentali” in materia di reati di competenza del GdP). Entro quei limiti, pertanto, i vice procuratori, anche giuridicamente, possono aspirare alla stabilizzazione. Oltre alle competenze citate la soluzione del Movimento Sei Luglio contempla altre competenze (v. emendamento), ma – per dirla volgarmente -, senza potere di firma. I vice procuratori lavorerebbero alla redazione di atti, senza poterli firmare (salva l’indicazione della redazione a loro cura, ai fini della valutazione di professionalità). Forse per alcuni questa soluzione è causa di choc. Per i vice procuratori già valorizzati, di fatto, in molte procure, non lo è, perché, di fatto, si tratta di un lavoro altamente qualificato e molto stimolante, svolto attraverso una dialettica costruttiva con i sostituti procuratori (per i più fortunati, che lavorano con magistrati di grande esperienza, è anche fonte di grande arricchimento professionale).

La soluzione individuata per i giudici onorari è stata dettata dal vincolo costituzionale previsto dall’art. 107 co. 3 Cost, che recita: “I magistrati si distinguono tra loro soltanto per diversità di funzioni”. Significa che, tra le altre cose e per quanto qui rilevi, a parità di funzioni (e non di competenza), tutti i magistrati devono procedere nella carriera automaticamente (salve le valutazioni di professionalità – e.g. leggi approfondimento sul sito del CSM).  Solo questo vincolo ha determinato l’esclusione della previsione della stabilizzazione sic et simpliciter dei giudici onorari, in ipotesi, nell’Ufficio del Giudice di Pace. Infatti le funzioni sarebbero le medesime dei giudici degli altri gradi (per dire: il Tribunale è giudice di appello del Giudice di Pace). Per carità, si tratta di un principio di diritto interno, sebbene di rango costituzionale. Si può sostenere il primato del diritto comunitario sul diritto costituzionale e alzare barricate affinché questa sia la soluzione da adottare (forse la più lineare). Di certo il Movimento Sei Luglio non si opporrebbe a tale soluzione se fosse condivisa sia dal Governo (e dal Parlamento), sia dall’ANM, salvo il parere favorevole del Consiglio di Stato (ma non ci sembra che al Consiglio di Stato sia stato chiesto un parere su questa soluzione).  Qui sta il cuore del problema. E qui sta la ragione della soluzione che, per conoscenza indiretta, sappiamo essere stata ipotizzata al Ministero della Giustizia il 15 febbraio scorso.

Come abbiamo rappresentato nel fare il resoconto dell’incontro al CSM del 16 febbraio scorso, infatti, il Vice Presidente Legnini ha così descritto la soluzione ipotizzata il giorno prima: individuare una figura intermedia tra il dirigente e il magistrato di ruolo, per consentire una stabilizzazione nelle “attuali funzioni” che eviti la sovrapposizione tra i magistrati onorari stabilizzandi e i magistrati di ruolo, da collocare (“senza fermarsi alle parole”, per dirla con lo stesso Vice Presidente), nell’ufficio per il processo. La soluzione del Movimento Sei Luglio è proprio in linea con quanto detto dal Vice Presidente del CSM. Infatti essa prevede l’istituto della delega, proprio al fine di superare il vincolo dell’art. 107 co. 3 Cost. Per alcuni la delega è inaccettabile, ma se si trattasse di un mezzo per ottenere la stabilizzazione nelle medesime funzioni, forse sarebbe utile fare uno sforzo per accettarla. Per il resto il modello proposto dal Movimento Sei Luglio fa riferimento ai modelli organizzativi già studiati dal CSM, proprio per consentire il maggiore impiego possibile dei G.O.T. Vero: il modello del Sei Luglio prevede anche l’attribuzione ai giudici onorari stabilizzandi di competenze – chiamiamole – “paragiurisdizionali”. Ma si tratta delle medesime competenze già previste dalla legge delega. Non si comprende, allora, la reazione di totale rifiuto – solo ora - di tali competenze da parte delle sigle rappresentative dei magistrati onorari di tribunale, dal momento che esse erano previste dalla legge delega alla cui approvazione esse non si erano opposte. Ad ogni buon conto, osserviamo che:

- tali competenze devono ulteriormente essere specificate, escludendo espressamente che esse comprendano le competenze dei cancellieri (la vaghezza della legge delega va senz’altro corretta e noi ci impegneremo a farlo);
- redigere sentenze, pur senza firmarle, è un lavoro altamente qualificato: dovendo essere documentato da chi l'atto sia redatto - anche ai fini della valutazione di professionalità - si deve escludere che possano essere redatti atti rispetto ai quali si sia contrari e ciò sia poiché, tra l'altro, non si può essere chiamati a rispondere, in ipotesi neanche a titolo di concorso, di un atto a firma altrui, sia poiché verrebbero inammissibilmente ed illegittimamente scalfite l'autonomia e l'indipendenza dei MMOOT con incostituzionale riflesso vulnus arrecato nei confronti dell'attività giurisdizionale resa (anzi, mentre per vero la legge delega prevede la formale possibilità di rifiutare la redazione di un atto non condiviso ma, di fatto e nella sostanza, limita fortemente la salvaguardia di tali valori e principi, stante la corresponsione delle previste indennità in funzione di quanto demandato ai MMOOT e da costoro svolto, il nostro modello, invece, può garantire anche di fatto l'autonomia e l'indipendenza di questi ultimi);
- i presidenti di tribunale non aspettavano che essere legittimati a “far fare udienza” ai G.O.T., con prevedibile, di fatto, invarianza delle competenze, salvo, forse, per i giudici stabilizzandi più bravi, che i giudici di ruolo si contenderebbero per coinvolgerli nella stesura delle sentenze più complesse (al pari di quanto accade per i V.P.O.);
- i giudici di ruolo non intendono avocare a sé tutto il contenzioso finora devoluto ai giudici onorari, ma, anzi, la tendenza è devolvere ai giudici onorari sempre più contenzioso.

Queste osservazioni hanno orientato la formulazione della soluzione del Sei Luglio, nel convincimento che, di fatto, tutto cambierebbe, pur restando tutto com’è, per quanto riguarda le funzioni effettivamente svolte (senza volere confondere i compiti dei magistrati onorari con quelli dei cancellieri).  Una volta varata una riforma nei termini in ipotesi descritti dal Movimento Sei Luglio, cioè, agli ex giudici onorari stabilizzati sarebbero devolute le stesse competenze (basta pensare alla necessità di aggredire l’arretrato nel settore civile e alla necessità di arginare le prescrizioni dei reati nel settore penale), mentre le competenze “paragiurisdizionali” sarebbero devolute ai soggetti che non hanno competenza a “tenere udienza” (tirocinanti e stagisti).

Con una importante differenza: ottenendo la stabilizzazione otterremmo le tutele tipiche dei lavoratori. Quanto all’indipendenza, salva la necessaria abrogazione della norma abnorme della legge delega che prevede l’assunzione di provvedimenti in conformità a direttive altrui, essa sarebbe necessariamente salvaguardata al momento della decisione stante la necessità di rispettare  il diritto costituzionale. L’indipendenza vera, giova precisarlo, però, è interiore, e non la può dare nessuna legge.

Tutto questo lungo ragionamento è stato meglio sintetizzato dal Vice Presidente del CSM, quando ha descritto la soluzione ipotizzata all’incontro con i Procuratori.

Come abbiamo detto molte righe sopra, il Movimento Sei Luglio non si opporrà mai a una stabilizzazione dei giudici onorari sic et simpliciter nell’Ufficio del Giudice di Pace, con possibilità di applicazione presso il Tribunale in limiti simili a quelli previsti dalla legge delega, e, se necessario, si impegnerebbe per tentare di superare anche le difficoltà ravvisabili con riguardo agli ex G.O.T., in quanto il nuovo ruolo non sarebbe una vera replica di quello precedente. Certo, se questa ipotesi fosse osteggiata dall’ANM e dal Governo e dal Consiglio di Stato (che, però, sul punto non è stato nemmeno sollecitato), richiamando l’art. 107 co. 3 Cost., il Movimento Sei Luglio non riterrebbe di sacrificare la stabilizzazione alla forma. Si guarderebbe, cioè, dall'esporre i magistrati onorari al rischio di vedere riconosciuta la violazione del diritto comunitario con il solo risultato del risarcimento.

Non sappiamo, comunque, quale sarà il parere del Consiglio di Stato sul quesito posto dal Ministro della Giustizia. Sta di fatto che, pur non essendo noti i particolari della soluzione ipotizzata al Ministero il 15 febbraio, finora il modello di stabilizzazione all’interno dell’ufficio per il processo parrebbe l’unico ad essere stato preso in considerazione. I ruoli all’interno dell’Ufficio si distinguono tra loro e non c’è motivo, allo stato, per rifiutare l’inquadramento al suo interno, evitando così di ingenerare dubbi circa l’aspettativa di stabilizzazione in ruoli sovrapponibili con quelli dei magistrati di carriera.

Bisognerebbe confrontarsi in modo sereno sui nodi della questione che abbiamo posto, senza avvelenare i colleghi e senza avvelenare se stessi. Purché l’obiettivo di tutti sia davvero lo stesso: la stabilizzazione. Invitiamo alla lettura della nostra proposta di regime transitorio (formulata sia nell’emendamento sia nel ddl 1798), specificando che si stanno valutando alcune modifiche in considerazione del tempo trascorso dalla loro formulazione, per estendere la tutela. La soluzione, infatti, è stata formulata per tutelare tutti i colleghi in servizio.

Vi riproponiamo anche la lettura delle osservazioni che abbiamo depositato in Commissione Giustizia alla Camera quando il disegno di di legge di riforma era al suo esame, la lettera a un senatore che voi stessi avete inviato a suo tempo, e la lettera alla Cepej con cui abbiamo denunciato come stanno davvero le cose. Gli emendamenti che Il Movimento Sei Luglio era riuscito a fare presentare, sia in Senato che alla Camera, li trovate in questa stessa pagina, scorrendo verso il basso. Se poi avete tempo, magari, rileggete anche qualcuno degli articoli che abbiamo pubblicato e segnalato nella colonna a destra, dove abbiamo denunciato apertamente la genesi dell'abuso e il suo culmine, avvenuto con l'approvazione della legge delega. 

1 marzo 2017

Oggi alle 15, in diretta Rai, il Ministro Orlando ha risposto all'interrogazione a risposta immediata sottoscritta da tutti i deputati PD della Commissione Giustizia e dall'On. Andrea Giorgis della Commissione Affari Costituzionali. Pubblichiamo il testo dell'interrogazione e la trascrizione stenografica della seduta.


Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15767
presentato da
MAESTRI Andrea
testo di
Mercoledì 1 marzo 2017, seduta n. 751

ANDREA MAESTRI, CIVATI, BRIGNONE, MATARRELLI e PASTORINO. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che: 
in data 15 febbraio 2017, all'esito dell'incontro con la delegazione dei procuratori della Repubblica, ricevuti a seguito della sottoscrizione da parte di 110 di loro di un documento che manifestava preoccupazione per gli effetti della riforma della magistratura onoraria sull'amministrazione della giustizia, il Ministro interrogato ha dichiarato di «essere orientato a esplorare la possibilità di stabilizzazione» e di avere chiesto «un parere al Consiglio di Stato sul profilo tecnico» –: 
se e quale quesito il Ministro interrogato abbia al Consiglio di Stato posto e quale sia la scadenza del termine entro il quale lo stesso dovrà rendere il parere; 
se intenda esercitare la facoltà di intervenire alle adunanze generali del Consiglio di Stato, per gli affari consultivi, come previsto dall'articolo 21 del regio decreto 26 giugno 1924, n. 1054, e in quella sede manifestare i suoi intendimenti sulla disciplina del regime transitorio dei magistrati onorari. (4-15767)

 

27 febbraio 2017

ISCRIVITI AL MOVIMENTO SEI LUGLIO

Tanti di voi hanno scritto per dirci che, anche se non potevano essere presenti sabato, avrebbero continuato ad essere presenti come hanno fatto finora, condividendo le idee su cui il Movimento è nato. Da Palermo, Salerno e dal Molise hanno inteso fare pervenire le proprie adesioni formali già sabato, perché hanno compreso la nostra proposta e a quella aderiscono. Il Gruppo di Coordinamento ha assunto la sua piccola prima deliberazione: approvare il modulo di iscrizione. È una piccola deliberazione che può portare a qualcosa di grande. Noi continueremo a offrire il coordinamento per mettervi in contatto e costituirvi nei comitati distrettuali, che eleggeranno il proprio segretario.  Lo scopo del Movimento è contribuire a rendere possibile ciò che è necessario: fare diventare un lavoro quello che ci impegna da tanti anni con nostra grande fatica. Abbiamo avuto per la prima volta il sostegno concreto da parte di magistrati di carriera autorevolissimi, che si sono fatti portavoce delle nostre ragioni con i loro colleghi. E le ragioni sono talmente fondate (in diritto, perché anzitutto la dignità della persona è un principio costituzionale), che si è aperto un varco, dentro il quale dobbiamo lavorare, utilizzando la formula algebrica utile per continuare a fare quello che facciamo, sia come giudici onorari che come vice procuratori onorari.

RICORSI DI LAVORO

L'idea fondativa del Movimento Sei Luglio è fare riconoscere la natura lavorativa della nostra attività. Per questo stiamo presentando in tutta Italia, dalla Valle d'Aosta alla Sicilia, passando anche per la Sardegna, ricorsi di lavoro. Si è costituito un comitato per abbassare il costo dei ricorsi (Comitato Articolo 10), che ci offre in lettura il parere predisposto dall'Avv. Claudio Tani del Foro di Milano, per fare operare a tutti una scelta consapevole. I ricorsi non sono prestampati, ma adattati alla situazione di ogni ricorrente. Il Movimento Sei Luglio ha aderito attraverso lo Statuto allo scopo del Comitato Articolo 10. Se sei interessato, dopo avere letto il parere, scrivi a info@seiluglio.it. Sarai informato nei dettagli dell'iniziativa. Il ricorso è diretto a sollevare questione pregiudiziale europea nei termini descritti nel parere. NECESSARIAMENTE, PER FARE VALERE LE DIRETTIVE EUROPEE INVOCATE, SI AFFERMA LA NATURA SUBORDINATA DEL RAPPORTO DI LAVORO (diversamente le direttive non potrebbero essere applicate né si potrebbe provare il danno ingiusto di cui chiedere il risarcimento). 

26 febbraio 2017

Il Movimento Sei Luglio si è costituito in associazione.

Pubblichiamo l'atto costitutivo e lo statuto approvati ieri dai fondatori dell'associazione "Movimento Sei Luglio", che hanno eletto gli organi provvisori tra i presenti (vedi verbale dell'Assemblea Costituente). Per il Gruppo di Coordinamento: Elisabetta Barone, Antonio G. Barulli, Giada Cesare, Ignazio di Maria, Stefano Marretta, Nunzia Paudice, Ilaria Prezzo. Come Portavoce: Paola Bellone. Lo spirito rimane quello di partecipazione della base, quindi saranno comunque coinvolti coloro che hanno aderito fin dall'inizio al Movimento e non hanno potuto essere presenti. Grazie ai colleghi di Palermo, Salerno e del Molise che hanno inteso fare arrivare la propria iscrizione ancora prima della costituzione dell'Associazione. Il Gruppo di Coordinamento provvederà al più presto a regolamentare le iscrizioni. Gli iscritti si costituiranno in comitati distrettuali che si autoregolamenteranno, eleggendo il proprio segretario. La nuova associazione continua ad essere un Movimento per la Riforma. Il Gruppo di coordinamento sostiene la proposta di riforma oggetto del documento unitario depositato il 6 luglio 2015 al CSM, consegnata ai rappresentanti del Governo alle varie inaugurazioni  dell'anno giudiziario 2015 e a tutti i gruppi parlamentari.

ASSEMBLEA NAZIONALE MOVIMENTO SEI LUGLIO

Domani, 25 febbraio, in Aula Occorsio presso il Tribunale Ordinario di Roma, il Movimento Sei Luglio si riunisce in assemblea per costituirsi in associazione (inizio dei lavori alle ore 10.00). I presenti saranno i fondatori dell'associzione e discuterenno e voteranno atto costitutivo e statuto.

Finora il Movimento ha operato nei limiti della sua legittimazione, avvenuta attraverso le sottoscrizioni alla sua proposta di riforma, consegnate ai rappresentanti del Governo alle inaugurazioni dell'anno giudiziario 2016. D'ora in poi ci sarà un organo deliberativo che potrà assumere decisioni anche in merito ad altre questioni. Come annunciato fin dall'inizio lo spirito della fondazione dell'associazione sarà quello di promuovere la formazione di un organismo unitario eletto democraticamente in modo decentrato, e con questo spirito Sei Luglio cercherà il dialogo con le altre associazioni.

STATO DI AGITAZIONE PERMANENTE DEI MAGISTRATI ONORARI

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19 febbraio 2017

COMUNICATO STAMPA MOVIMENTO SEI LUGLIO IN RISPOSTA ALL'ANM

Nel comunicato allegato il Movimento Sei Luglio risponde all'ANM, apprezzando le aperture (in particolare le affermazioni del Presidente, Piercamillo Davigo), ma incoraggiando una valutazione tecnica della soluzione necessaria per rispettare il diritto europeo, in linea con la proposta dei Procuratori formulata all'incontro del 15 febbraio con il Ministro della Giustizia e il Vice Presidente del CSM.

16 febbraio 2017

Incontro con il Vice Presidente Giovanni Legnini.

Abbiamo trasmesso con newsletter resoconto dettagliato dell'incontro avvenuto al CSM, allegando il resoconto dei Procuratori dell'incontro di ieri. Qui pubblichiamo il comunicato stampa con commento positivo del Movimento Sei Luglio sull'apertura prospettata dal CSM.

Intanto i Procuratori che hanno sottoscritto la richiesta dell'incontro al Ministro della Giustizia sono diventati 110.

14 febbraio 2017

In attesa dell'incontro della delegazione dei Procuratori con il Ministro della Giustizia e il Vice Presidente del CSM.

Pubblichiamo le lettere scritte dai VPO di Urbino e dai VPO di Massa al loro Procuratore. La corrispondenza delle Presidenti dei Tribunali della Calabria con il Ministro della Giustizia oggi è integrata dalla lettera della Dotr.ssa Maria Luisa Mingrone, a capo del Tribunale di Cosenza.

Oggi parla di noi anche "IL DUBBIO", con un articolo a firma di Enzo Varricchio, che ringraziamo.

Buona lettura.

13 febbraio 2017

Il numero dei Procuratori che hanno sottoscritto la richiesta di audizione al Ministro è salito a 108. Ecco la lista aggiornata.

Pubblichiamo le lettere inviate dalle presidenti dei Tribunali, rispettivamente, di Palmi e Reggio Calabria, al Ministro della Giustizia e al CSM. Non anticipiamo il contenuto invitandovi alla lettura completa dei documenti. L'autorevolezza delle fonti rafforza senz'altro le ragioni di critica che abbiamo espresso fin dall'inizio della presentazione del DDL governativo di riforma della magistratura onoraria.

9 febbraio 2017

Aggiornamento delle firme  dei Procuratori della Repubblica alla lettera indirizzata al Ministro Orlando e al Vice Presidente Legnini (hanno sottoscritto 100 Procuratori).

L'audizione è stata fissata alle ore 16 di mercoledì 15 febbraio presso il Ministero. Insieme al Ministro Orlando sarà presente anche il Vice Presidente del CSM Legnini.

 

Aggiornamento delle lettere dei magistrati onorari ai capi degli uffici (si aggiungono a quelle consegnate dai Vpo di Napoli, dai GOT di Nola e dai VPO di Torino - vedi diario di Movimento Sei Luglio dei giorni precedenti). A Genova, come a Napoli, i colleghi hanno già comunicato di ridurre il proprio impegno a un giorno a settimana, anticipando la riforma descritta dal Ministro nella relazione sullo stato della giustizia per il 2016 (a partire dal I marzo).

POSSIBILE PARTECIPA ALLA MANIFESTAZIONE DEI MAGISTRATI ONORARI CHE SI TERRÀ IL 16 FEBBRAIO DAVANTI AL CSM A ROMA. E LO ANNUNCIA COSÌ.
Giustizia:Possibile,su magistratura onoraria Orlando lasci

ZCZC3460/SXA XPP13269_SXA_QBXB R POL S0A QBXB Giustizia:Possibile,su magistratura onoraria Orlando lasci Il 16 febbraio parteciperemo a manifestazione magistrati (ANSA) - ROMA, 9 FEB - "Prima di diventare ministro, nel lontano 2010, Orlando aveva invitato il Governo in carica ad affrontare le emergenze della giustizia, prima tra tutte «una stabilizzazione della magistratura onoraria, che superi la precarietà e dia regole certe a questa fondamentale pezzo della giustizia». Quattro anni dopo, da ministro, invitava, invece, i rappresentanti dei magistrati onorari, convocati in via Arenula, a guardarsi intorno, garantendo loro che avrebbe dato il tempo sufficiente perche' si trovassero un nuovo lavoro". Lo affermano in una nota congiunta il deputato di Possibile Andrea Maestri e il segretario del partito Pippo Civati. "Sei anni dopo - proseguono - da ministro, infine ha presentato il disegno di legge approvato con legge 57/2016, che, caso unico al mondo, in un settore in cui la richiesta di servizi aumenta, taglia l'orario di lavoro dei magistrati onorari (e quindi la loro retribuzione), senza comunque riconoscere alcuna tutela sociale - per la prima volta viene prevista per legge la previdenza facoltativa: a chiedere un parere al Consiglio di Stato. Il dubbio e' che, sebbene il Ministro nulla riveli sulla procedura di pre-infrazione, la riforma varata non sia conforme al diritto europeo. Cosi', dopo tanta fretta di approvarla, adesso non possono essere approvati i decreti attuativi. La legge e' tanto mal fatta da aver destato la preoccupazione anche di 90 Procuratori della Repubblica, che hanno scritto al Ministro per chiedergli di riceverli, lasciando intendere che sarebbero disposti a formulare loro stessi delle proposte concrete (visto che il Ministro non riesce a trovare la soluzione). Possibile aveva chiesto, in sede di approvazione della legge delega alla Camera, di correggere almeno qualcuna delle sgrammaticature della legge, presentando degli emendamenti. Ma vigeva la regola renziana del fare veloce e, nonostante qualche deputato del PD condividesse in cuor suo e a volte apertamente, i rilievi critici di Possibile, la legge fu approvata per evitare un ulteriore passaggio al Senato. Possibile sara' con i magistrati onorari il 16 febbraio, partecipando alla manifestazione indetta davanti al CSM per chiedere all'organo di autogoverno di tutelare anche loro, e per chiedere al Ministro la creazione di un ruolo corrispondente alle attuali funzioni, in cui inquadrarli con il riconoscimento dei diritti dei lavoratori previsti anzitutto dalla Costituzione (l'articolo 1 ricorda a tutti che l'Italia è una Repubblcia fondata sul lavoro)". IRA-COM 09-FEB-17 13:33 NNNN

Il Movimento Sei Luglio oggi su "il fatto quotidiano", "Avvenire" e "La Stampa di Torino".

Il Fatto Quotidiano 9.7.2017 ESCAPE='HTML'
Avvenire 9.2.2017 ESCAPE='HTML'
Stampa di Torino 9 febbraio 2017 ESCAPE='HTML'

8 febbraio 2017

82 Procuratori della Repubblica chiedono al Ministro Orlando incontro sulla riforma della magistratura onoraria.

Ecco il comunicato

INTERROGAZIONE DELL'EUROPARLAMENTARE ELENA ETHEL SCHLEIN (POSSIBILE) ALLA COMMISSIONE EUROPEA

Scarica il testo dell'interrogazione alla Commissione Europea presentata dall'europarlamentare E.E.Schlein, che evidenzia analiticamente le violazioni della normativa europea in materia di occupazione nella disciplina della magistratura onoraria.

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6 febraio 2017

LANCI ANSA DI OGGI. IL MINISTERO SI STA PONENDO SERIAMENTE IL PROBLEMA.

Purché sia risolto equamente.


Giustizia: ministero, su giudici onorari polemiche infondate
   (ANSA) - ROMA, 6 FEB - Alcune notizie circolate in questi
giorni paventano la possibilità che l'esercizio delle deleghe
della legge di riforma della magistratura onoraria possa
impattare negativamente e immediatamente sul funzionamento
dell'attività giurisdizionale.
Si tratta di notizie infondate - afferma il ministero ella
Giustizia in una nota - poiché al di là del regime definitivo,
ancora in fase di approfondimento, che disciplinerà il
funzionamento del ruolo unico dei giudici onorari, sarà prevista
una normativa transitoria finalizzata a garantire un armonico
passaggio al nuovo assetto, che tenga anche conto del lavoro
svolto in questi anni dagli operatori di questo cruciale ambito
della giurisdizione.
A tal fine il Ministero è orientato ad acquisire uno
specifico parere del Consiglio di Stato sulla base del quale
verificare se sussista la possibilità di stabilizzazione di chi
nel corso degli anni ha svolto continuativamente la funzione di
giudice di pace, vice procuratore onorario, giudice onorario di
tribunale.
(ANSA).
Procuratore Torino, carenza risorse una costanze nostro mondo (ANSA) - TORINO, 6 FEB - "Senza la magistratura onoraria molte procure della Repubblica dovranno chiudere buona parte delle proprie attività e avremo tantissime difficoltà". Lo afferma il procuratore di Torino, Armando Spataro, intervistato da Radio Veronica One a margine di un convegno a Torino. "Bisogna dare atto al ministro Orlando di muoversi con concretezza - aggiunge - ma la carenza di forze e di supporti, anche logistici e materiali, purtroppo è una costante nel mondo della giustizia". "Quello delle energie da mettere in campo - sottolinea ancora Spataro - è un obiettivo fondamentale per tutto il settore pubblico. Non è soltanto la giustizia che ne risente. Penso al mondo dell'istruzione e alla sanità. Mi auguro che si possano fare altri passi avanti in questa direzione. Per questo motivo rinnovo quotidianamente l'appello al ministro Orlando, come molti procuratori distrettuali, perché riceva i giudici onorari e discuta con loro la situazione della magistratura onoraria".(ANSA).
 

da La Stampa, Torino, 6 febbraio 2017

da La Repubblica, Torino 6 febbraio 2017

da Lo Spiffero, 5 febbraio 2017

4 febbraio 2017

LETTERA AL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI TORINO

Pubblichiamo la lettera inviata dai V.P.O. torinesi al Dr. Armando Spataro.

Il Movimento Sei Luglio ha replicato con il comunicato allegato alle dichiarazioni del Ministro Orlando, intervenuto il 3 febbraio scorso al Convegno Nazionale di Magistratura Indipendente a Torino.

3 febbraio 2017

Anticipazione degli effetti della riforma.

Questa volta la protesta inizia a Napoli. Dopo che il ministro Orlando ha annunciato l'imminente approvazione del decreto attuativo della legge delega 57/2016, anticipando che esso riduce a un giorno alla settimana l'impegno di ogni singolo magistrato onorario, i colleghi V.P.O. di Napoli hanno comunicato al proprio ufficio di essere costretti a ridurre spontaneamente il proprio impegno (documento a fianco). Il loro coordinatore, il Dr. Alfoso D'Avino, ha rappresentato immediatamete l'allarmante situazione al Procuratore di Napoli, illustrando il lavoro svolto dai V.P.O. e le drammatiche conseguenze della riduzione del loro impegno, garantito finora a tempo pieno. L'esempio dei V.P.O. di Napoli è stato seguito dai colleghi G.O.T. di Nola, che hanno indirizzato una comunicazione analoga all'ufficio.

Potete leggere i documenti che abbiamo richiamato qui sotto.

Intanto il Movimento Sei Luglio ha promosso l'organizzazione di riunioni distrettuali. La base ha risposto e vi aggiorneremo sulle prossime iniziative. Il coordinamento è iniziato attraverso la newsletter. Per partecipare, scrivi a info@seiluglio.it.

30 gennaio 2017

Abbiamo segnalato nella sezione "Discutendo sulla riforma" l'articolo dedicato da "Questione Giustizia" alla decisione del Comitato Europeo dei diritti sociali che ha dichiarato ingiustificata la mancanza di tutele dei magistrati onorari. Buona lettura

29 gennaio 2017

RIFORMA DELLA MAGISTRATURA ONORARIA: "SITUAZIONE MUTATA IN PEJUS".

Il Movimento Sei Luglio lo va dicendo da quando il disegno di legge di iniziativa governativa è approdato in Parlamento. Qualcuno trionfava per la sua approvazione, vantando di essere stato consultato dal Ministero della Giustizia e di avere epresso addirittura la propria approvazione (qualcuno si è pure vantato di avere contribuito in modo decisivo a fare varare la riforma). Dimenticando quale fosse il fil rouge del nuovo impianto. Solo adesso che sono all'esame i decreti legislativi e fonti dell'Ufficio Legislativo danno la misura specifica della riforma (corrispondente a quanto il Movimento Sei Luglio aveva rappresentato subito),  tutti hanno capito che è sbagliata. Se qualcuno non lo avesse ancora capito, gli suggeriamo la lettura dell'intervento del Dottor Arturo Soprano, Presidente della Corte d'appello di Torino, all'inaugurazione dell'anno giudiziario 2017, che riportiamo nella parte che riguarda la magistratura onoraria.  Di seguito gli articoli di cronaca pubblicati a Torino da "Repubblica" e "Stampa" e il testo dell'intervento del Movimento Sei Luglio. Un ringraziamento va anche al Procuratore Generale di Torino, che ha espresso la propria condivisione per le rivendicazioni dei vice procuratori onorari. I due interventi citati sono stati richiamati dal Procuratore di Torino, il Dottor Armando Spataro.

La Stampa, Torino 29 gennaio 2017

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La Repubblica, Torino 29 gennaio 2017

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Dall'intervento del Presidente della Corte d'Appello di Torino, Dottor Arturo Soprano.

"In occasione dell’inaugurazione del precedente anno giudiziario, ho rilevato la necessità di sostenere le giuste rivendicazioni dei magistrati onorari lavoratori precari privi di adeguata tutela e collaboratori indispensabili della Magistratura di carriera, i quali da sempre, con non pochi sacrifici personali, privi di tutela assistenziale e previdenziale, percettori di modeste retribuzioni, offrono un servizio qualitativamente di buon livello, fondamentale e non altrimenti sostenibile.

Da allora la situazione è mutata, ma in pejus; è intervenuta la c.d. riforma della magistratura onoraria, contenuta nella legge 28 aprile 2016, n. 57 che ha, tra l’altro, istituito il GOP, il Giudice Onorario di Pace.

La riforma, tortuosa e slegata, rende palese il vero intento del legislatore: alleggerire il carico dei Tribunali e arginare le obiezioni provenienti dall’Unione in tema di eccessiva durata dei processi.

 

La legge delega conferma, in buona sostanza, l’impianto complessivo di una riforma prevista da qualche tempo e rimasta sostanzialmente immutata, pur nel mutato assetto governativo e parlamentare,  disattendendo completamente le legittime istanze delle categorie interessate, soprattutto dei Giudici di Pace.

La riforma è stata, quindi, oggetto di pesanti critiche da parte delle associazioni di categoria per le quali è evidente il pericolo di creazione di un nuovo giudice che, pur esercitando giurisdizione, non gode, però, di indipendenza e di autonomia e che opera di fatto, in una situazione di completa sudditanza verso il Presidente del Tribunale, in stridente contrasto con la legge istitutiva del giudice di pace che, pur prevedendo un potere di vigilanza del Presidente del Tribunale sulla magistratura onoraria, ne aveva mantenuto la collocazione nell’ordinamento giudiziario, attribuendole autonomia e indipendenza, requisiti indispensabili per l’esercizio della funzione giurisdizionale.

 

Nuove perplessità sono state poi, avanzate con riferimento al trattamento economico dei Giudici Onorari.

 

Nel testo normativo, traspare, pertanto, di tutta evidenza che il legislatore, con tale legge, è stato animato da principale, se non esclusivo, intento di alleggerire il carico dei tribunali, con la creazione di una nuova e strana figura di Giudice, definito “non professionale” e ciò, evidentemente, per chiarire subito, senza ingenerare dubbi in proposito che non si tratta di un giudice di mestiere e che non può, pertanto, avanzare rivendicazioni retributive, previdenziali o di stabilità del rapporto funzionale.

Si tratta, in buona sostanza, di un’ennesima riforma fatta male, animata, ancora una volta, da una concezione aziendalistica del servizio Giustizia.

Si tratta di una riforma che non ha accolto nessuna delle richieste della magistratura onoraria e che mortifica ulteriormente una categoria di lavoratori sui quali si regge il sistema della Giustizia italiana".

28 gennaio 2017

Inaugurazione dell'anno giudiziario 2017: intervento di Sei Luglio.

 

 

 

Signor Presidente,

Signor Procuratore Generale,

Autorità Tutte,

Signori Magistrati,

quest’anno ci sia consentito dire che «la situazione è grave, ma non è seria». È grave, perché non è più tollerabile che i magistrati onorari impiegati presso i tribunali e gli uffici del Giudice di Pace siano privi di ogni tutela sociale e appesi a un termine. Non è seria, perché la riforma, attesa dal 2003 e varata con legge 57/2016, non solo non supera le violazioni precedenti, ma incorre in un’ulteriore violazione del diritto europeo, in particolare della direttiva 97/81/CE del Consiglio Europeo, del 15 dicembre 1997, in quanto impone a noi lavoratori la trasformazione del rapporto a tempo pieno nel cosiddetto part-time. Non è seria perché il nuovo sistema retributivo – ci pare di capire nella vaghezza normativa – non sarà molto dissimile dai voucher. Certo, la legge delega si è ben guardata dal prevedere espressamente i voucher, ma il principio è lo stesso: i magistrati onorari, anche quelli che da diversi lustri lavorano a tempo pieno per la giustizia, dovrebbero diventare tutti prestatori di lavoro accessorio. Che altro vuol dire se non questo la legge delega quando stabilisce che la dotazione organica dei magistrati onorari, i compiti e le attività, gli obiettivi di produttività, i criteri di liquidazione delle indennità devono assicurare «la compatibilità dell’incarico onorario con lo svolgimento di altre attività lavorative»? Mettere insieme questa previsione con quella che attribuisce al ministero della Giustizia il potere di stabilire il budget a disposizione di ogni singolo ufficio per retribuire i magistrati onorari, ed ecco che tutto diventa chiaro.

Non è questa la sede, per ragioni di tempo, per indicare analiticamente le sgrammaticature costituzionali della legge (a partire dal rilievo che si tratta di una legge delega in bianco). Abbiamo già denunciato queste violazioni prima dell’approvazione, ma siamo rimasti inascoltati. Abbiamo anche proposto una soluzione, l’unica possibile: l’attuazione di un modello di ufficio per il processo in cui inserire stabilmente nelle funzioni attuali i magistrati onorari in servizio, con il riconoscimento dei diritti dei lavoratori previsti dalla nostra Costituzione. Ma anche in questo siamo rimasti inascoltati.

Nel frattempo il Comitato Europeo dei diritti sociali ha constatato l’ovvio: la mancanza di tutele sociali è ingiustificata. Siamo in attesa della pronuncia della Commissione Europea, sperando che, nel corso dell’istruttoria, il Governo comunichi dati corrispondenti alla realtà, a differenza di come ha fatto nel rispondere ai quesiti formulati dalla Cepej, ridimensionando il nostro apporto all’amministrazione della giustizia. A noi non resta che la tutela giurisdizionale. E continueremo a cercarla forti delle nostre ragioni (che ci sembrano ovvie). Certo, non abbiamo ritenuto opportuno che il ministero ci rendesse noto che si opporrà alle rivendicazioni dei nostri diritti, con una circolare diramata proprio attraverso i capi degli uffici giudiziari.

Concludiamo con una frase che abbiamo pronunciato in questa sede alcuni anni fa e per questo oggi amareggia noi per primi ancora di più. Uno Stato inadempiente verso i suoi servitori, è inadempiente verso se stesso.

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22 gennaio 2017

Il miracolo annunciato dal Ministro Andrea Orlando.

 

Il Ministro Andrea Orlando si accorge che i magistrati onorari sono stati impiegati finora come lavoratori, senza il riconoscimento dei relativi diritti. Logica vorrebbe che tale paradosso venisse superato riconoscendo loro i diritti dei lavoratori (a partire dal diritto alla pensione). Invece, nella relazione sullo stato della giustizia per l’anno 2016, il ministro rende noto che il secondo decreto attuativo della legge delega 57/2016 stabilisce che in futuro i magistrati onorari dovranno «di regola» essere impiegati un giorno alla settimana. Così, miracolosamente, smetterebbero di essere lavoratori. Prevedibilmente dovrebbero essere impegnati tutti solo il sabato, aggiungiamo noi, visto che nel resto dei giorni dovrebbero guadagnarsi da vivere (il Ministro dovrebbe anche spiegare chi andrà in udienza al loro posto nel resto della settimana o chi andrà nei CIE  a decidere sulla convalida dei provvedimenti amministrativi relativi ai cittadini extracomunitari). Il Ministro, inoltre, ignorando di che cosa si occupino i magistrati onorari, fa presto a dire un giorno alla settimana: infatti un’udienza alla settimana per la trattazione anche di 60 processi richiede diversi giorni di preparazione e diversi giorni per la redazione delle relative sentenze. Delle due l’una: o il Ministro prevede che in futuro i magistrati onorari avranno competenze diverse dalle attuali (ma in tal caso dovrebbe essere modificata la legge delega, che, per altro, semmai, ha aumentato la loro competenza), o il Ministro invita i magistrati onorari ad andare in udienza – solo di sabato -, senza studiare gli atti e a non motivare le sentenze (in tal caso, però, dovrebbe anche modificare i codici di procedura).

 

Il ragionamento del Ministro fin qui riportato potrebbe anche dimostrare una logica, in realtà, se il Governo prevedesse finalmente un ruolo in cui stabilizzare, nelle attuali funzioni, i magistrati onorari finora impiegati come lavoratori (come proposto dal Movimento Sei Luglio), riservando ai futuri magistrati onorari uno status diverso. Invece il Ministro, nella relazione che ha letto in Parlamento (con coraggio, dal momento che smentisce il programma elettorale del Partito democratico e le proprie stesse parole pronunciate nel 2010), ribadisce che gli attuali magistrati onorari non possono essere stabilizzati (va detto, coerentemente all’invito loro rivolto nel 2014 a guardarsi intorno).

Più del Ministro Orlando, che non ha competenza tecnica specifica in materia, ad ogni buon conto, stupiscono i magistrati dell’Ufficio legislativo, che, invece, dovrebbero sapere di che cosa si occupino i magistrati onorari.

 

Il Movimento Sei Luglio continuerà la battaglia in Europa anche attraverso i parlamentari italiani che hanno espresso voto contrario alla relazione del Ministro (come l’Onorevole Andrea Maestri, che ha denunciato in Aula la discriminazione dei magistrati onorari). Continuerà la battaglia anche nelle aule di giustizia italiane, nella speranza che i giudici non si lascino condizionare dalle circolari del ministero della giustizia già diramate in passato come a dettare le sentenze dei ricorsi di lavoro.

 

 

 

 

 

18 gennaio 2017

A PROPOSITO DEI MAGISTRATI ONORARI: IL VOTO CONTRARIO DI POSSIBILE ALLA RELAZIONE DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA SULLO STATO DELLA GIUSTIZIA.

"Magistrati onorari discriminati, il nostro voto contrario alla relazione del Ministro Orlando".

Vedere l'intervento dell'On. Andrea Maestri e leggere la dichiarazione di voto

(http://www.possibile.com/magistrati-onorari-discriminati-nostro-voto-contrario-alla-relazione-del-ministro-orlando/).

3 gennaio 2017

MAGISTRATI ONORARI: tra precarietà ed enormi responsabilità

Grazie a Possibile per avere ospitato il Movimento Sei Luglio:

http://www.possibile.com/magistrati-onorari-precarieta-ed-enormi-responsabilita/

2 gennaio 2017

Processo Saipem-Eni: il Corsera fa notare che si celebra grazie a un giudice onorario.

La cronaca giudiziaria dell'anno inizia con un articolo di Luigi Ferrarella: «Uno depiù importanti e complessi processi di corruzione internazionale, sul pagamento di 197 milioni in Algeria da parte di Saipem-Eni nel 2006-2010 su una commessa da 8 miliardi, per poter essere celebrato a Milano si aggrapperà a un giudice onorario». L'articolo del "Corriere della Sera"  citato anche dal "Fatto quotidiano" («giudice onorario per salvare il processo»). In attesa del "giusto riconoscimento" auspicato dal ministro Orlando.....

25 dicembre 2016

AUGURI DEL MOVIMENTO SEI LUGLIO

Il Movimento Sei Luglio augura davvero a tutti i giudici onorari di pace e a tutti i vice procuratori onorari che il  loro impegno quotidiano negli uffici giudiziari di tutta Italia trovi il giusto riconoscimento, come ha augurato lo stesso Ministro Andrea Orlando. "Giusto riconoscimento" significa tutele sociali e stabilità. "Giusto riconoscimento" significa  il contrario di quanto previsto dalla legge 57/2016. Il Movimento Sei Luglio, perciò, formula l'augurio che questo giusto riconoscimento arrivi presto nelle aule di giustizia d'Italia, magari attraverso un "incoraggiamento" dato da Lussemburgo (anche se la nostra Costituzione dovrebbe essere sufficiente a vietare ogni ingiustizia). Se il Ministro volesse contribuire a realizzare i suoi auspici natalizi, oltre a non resistere alle domande dei ricorrenti che lo citano davanti ai giudici del lavoro, potrebbe non firmare il secondo decreto attuativo della legge 57/2016 e accogliere l'invito formulato il 20 dicembre scorso dall'On. Andrea Maestri in Parlamento, richiamando proprio la "misura" della giustizia. Qualcuno, malpensante e pessimista, ha ipotizzato che l'augurio del Ministro, in quanto rivolto anche ai giudici onorari di pace e ai vice procuratori onorari, vada interpretato in linea con l'invito rivolto in via Arenula due anni fa (a guardarsi intorno per cercare un nuovo lavoro). Si tratterebbe, dunque, dell'augurio di un giusto riconoscimento dell'impegno a trovare un nuovo lavoro. Ma è un'ipotesi che non vogliamo tenere in conto.... Buon Natale a tutti. E che sia davvero il Natale dei "giudici di pace" e dei "vice procuratori"!

20 dicembre 2016

NO ALLA VOUCHERIZZAZIONE DEI GIUDICI.

«La giustizia in Italia crollerebbe se venisse meno l’apporto della magistratura onoraria. Eppure il governo sembra non avere presente il dovere di rispettare il lavoro prezioso di questa categoria ed anzi ne certifica la voucherizzazione». Oggi l'Onorevole Andrea Maestri - Possibile - è intervenuto in Aula in modo forte e chiaro per chiedere al ministro Orlando di non firmare il secondo decreto attuativo della legge 57/2016 e di dare il tempo di modificarla, per sanare le infrazioni in corso e non incorrere in nuove violazioni. Vi invitiamo a vedere e ascoltare l'intervento: http://www.possibile.com/no-alla-voucherizzazione-dei-giudici/

 

15 dicembre 2016

DENUNCIA ALLA COMMISSIONE EUROPEA presentata dal Comitato "Articolo 10" (CHAP (2016) 03834).

Il Comitato "Articolo 10", ha presentato una denuncia alla Commissione Europea contro l'Italia, rilevando una NUOVA VIOLAZIONE consumata attraverso la legge 57/2016. Buona lettura.

LA CORTE UE BOCCIA BOCCIA IL PREPENSIONAMENTO DEI GIUDICI UNGHERESI 

UE - la sentenza della Corte di giustizia nella causa C-286/12, Commissione c. Ungheria

La Corte di giustizia ha ritenuto che le disposizioni relative all’abbassamento dell’età pensionabile di giudici, procuratori e notai costituiscono «una disparità di trattamento direttamente fondata sull’età ai sensi del combinato disposto degli articoli 1 e 2, paragrafo 2, lettera a), della direttiva 2000/78.

Le disposizioni in questione hanno abbassato bruscamente  il limite di età per la cessazione obbligatoria dell’attività, senza prevedere misure transitorie di natura economica e finanziaria, idonee a tutelare il legittimo affidamento delle persone interessate.

La decisione è di estrema rilevanza per tutti i giudici onorari e giudici di pace che, a seguito della entrata in vigore della L. n. 57/2016, che ha abbassato a 68 anni di età il limite per l'esercizio delle funzioni, si sono improvvisamente trovati senza lavoro e privi di ogni tutela previdenziale ed assistenziale.

 

17 novembre 2017

LETTERA ALLA CEPEJ SULLA SCORRETTEZZA DEI DATI COMUNICATI DALL'ITALIA.

Il Comitato "Articolo 10" ha trasmesso, in inglese, una lettera alla Cepej per denunciare i dati scorretti comunicati dall'Italia con riguardo ai G.O.T., G.d.P. e V.P.O. La lettera è stata inviata con il sostegno del Movimento Sei Luglio (che ha finanziato la traduzione in inglese), e indirizzata, per conoscenza, ache al Ministro della Giustizia e al CSM. Oltre ai dati non corretti, già resi noti, sono state denunciate alcune "omissioni" ed è stata illustrata la riforma varata con la legge 57/2016. Buona lettura

16 novembre 2016

DECISIONE DEL COMITATO EUROPEO DEI DIRITTI SOCIALI.

Grazie ad ANGDP, che ha presentato con successo reclamo al Comitato Europeo dei Diritti Sociali. Oggi è stata resa pubblica la decisione assunta nel luglio scorso: Italia bocciata. Nessuno degli argomenti rappresentato dal Governo giustifica la mancanza di sicurezza sociale. Intanto il Parlamento Europeo ha comunicato che sta prendendo in esame la richiesta di esame congiunto della petizione 1376 del 2015 con quella presentata dal Comitato Articolo 10. Scarica la decisione in inglese.

27 ottobre 2016

1202/16: PETIZIONE DEL COMITATO ARTICOLO 10 AL PARLAMENTO EUROPEO.

A soli cinque giorni dall'invio telematico della petizione, il Parlamento Europeo ha comunicato a mezzo posta  al Comitato Articolo 10 il numero di ruolo generale a cui la petizione è stata iscritta: 1202/2016 (la petizione è stata pubblicata in questa pagina il 20 ottobre). Seguite le iscrizioni e prendete bene nota.

Andate sul link del portale delle petizioni su cui è già stata avviata la ricerca per reperire le petizioni individuali dei giudici di pace dichiarate "sostenibili" dal Parlamento.

Registratevi seguendo le indicazioni e sostenete le due petizioni. È consentito scrivere un commento:
fatelo, possibilmente tutti in modo uniforme ("sostengo la presente petizione chiedendo che sia esaminata congiuntamente alla petizione n. 1202/2016, presentata dal Comitato Articolo 10, in quanto aggiorna la petizione che sostengo a seguito della riforma legislativa intervenuta in Italia, che è peggiorativa").
Vi ricordiamo che le petizioni possono essere sostenute da tutti. Vi invitiamo, perciò, a coinvolgere almeno tre sostenitori ciascuno, e a divulgare tra tutti i colleghi.

Avanti tutta.

24 ottobre 2016

"POSSIBILE" PRESENTA INTERROGAZIONE SUI MAGISTRATI ONORARI (E SUI CONTI CHE NON TORNANO).

Pubblichiamo l'interrogazione presentata da "Possibile" sulle contestazioni formulate dal Movimento Sei Luglio con riferimento alla rappresentazione dell'impiego della magistratura c.d. onoraria data dall'Italia alla Commissione Cepej (rapporto 2016).

ANDREA MAESTRI, CIVATI, BRIGNONE, MATARRELLI e PASTORINO. — Al Ministro della giustizia.

Per sapere – premesso che:

il 6 ottobre è stato pubblicato il rapporto della CEPEJ per l’anno 2014, relativo all’analisi dei dati quantitativi e qualitativi raccolti nei 45 Stati del Consiglio d’Europa e Israele, sui bilanci dei sistemi giudiziari, professionisti della giustizia, sull’organizzazione dei sistemi giudiziari e sull’efficienza e sulla qualità del servizio pubblico della giustizia;

i dati trasmessi dal Governo italiano, relativi ai giudici di pace e ai giudici onorari di tribunale sono errati, quelli sui vice procuratori onorari incompleti: diversi da quelli predisposti nel 2014 dal Ministero della giustizia;

alla Commissione, che distingue tra giudici professionali, a tempo parziale, a tempo pieno e occasionale, e giudici non professionali, il Governo ha fornito dati errati:

1) classificando i giudici di pace e i giudici onorari di tribunale come giudici non professionali;

2) indicando un numero dei giudici di pace e dei giudici onorari di tribunale inferiore a quello esistente: 3.068 contro i 4.029;

3) omettendo di comunicare il numero degli altri giudici non di ruolo in servizio (esperti di sorveglianza, componenti degli organi giudiziari per i minorenni in primo e secondo grado – oltre 1.500 nel 2014, secondo il Consiglio superiore della magistratura – e i giudici delle commissioni tributarie);

tale errata rappresentazione di fatto ha occultato l’esistenza di una magistratura precaria, priva di tutela sociale e sottopagata, e ha di conseguenza impedito alla Cepej di valutare anche il grado di indipendenza dei giudici falsamente etichettati come onorari, in base al loro trattamento economico (valutazione che la Cepej non opera sui magistrati non professionali, in quanto non svolgono in via prevalente le funzioni di giudice e traggono il proprio reddito da altri lavori);

il Governo ha omesso di comunicare che nel 2014 i vice procuratori onorari erano 1.776 (come indicato nella stessa relazione al disegno di legge per la legge n. 57 del 2016), e che essi sono impiegati in rappresentanza del pubblico ministero nell’80 per cento dei processi penali di primo grado davanti al tribunale e nel 100 per cento dei processi penali davanti al giudice di pace, impedendo alla Cepej di misurare l’impatto del loro impiego sul carico di lavoro particolarmente oneroso dei pubblici ministeri di carriera (2.108, nel 2014 – dati CSM), di fatto nuovamente omettendo di rappresentare la natura precaria di una parte di magistrati professionali;

il Movimento Sei Luglio ricorda che la violazione dei diritti dei magistrati onorari è oggetto di procedimenti in corso alla Commissione europea e al Comitato europeo dei diritti sociali e all’esame del Parlamento europeo. Per contrastare l’invio errato del Governo, Movimento Sei Luglio sta mettendo a punto denunce integrative per consentire agli organi europei di vigilare correttamente e ammonire l’Italia, affinché applichi la normativa europea –:

se il Governo sia a conoscenza di quanto illustrato in premessa e se non ritenga opportuno intervenire affinché venga inviata tempestivamente alla Cepej la documentazione corretta predisposta dal Ministero della giustizia;

se non consideri urgente assumere iniziative affinché sia applicata compiutamente la normativa europea relativa all’impiego della magistratura cosiddetta onoraria estendendo a questa categoria gli stessi diritti e le stesse garanzie dei magistrati di ruolo. (4-14581)

20 ottobre 2016

"COMITATO ARTICOLO 10" HA PRESENTATO PETIZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO.

Il Movimento Sei Luglio sta sostenendo  le due petizioni individuali dei giudici di pace presentate al Parlamento Europeo n. 1328 e 1376 del 2015 (con newsletter sono state date indicazioni operative per sostenerle). Ieri il Comitato "Articolo 10" ha presentato una petizione integrativa rappresentando la posizione dei giudici onorari di tribunale (ora GOP) e dei vice procuratori onorari, e chiedendo l'esame congiunto (scarica il testo in basso). Intanto il Comitato sta proseguendo il coordinamento per la presentazione dei ricorsi di lavoro in tutta Italia, con l'obiettivo che venga sollevata la questione pregiudiziale europea per violazione della Direttiva 99/70/CE. Per informazioni scrivere a: comitato.articolo10@gmail.com

15 ottobre 2016

Rapporto CEPEJ: Governo Renzi smentisce se stesso.

Il 6 ottobre è stato pubblicato il rapporto della Commissione Europea per l’efficienza della giustizia, in base alle risposte date dai Governi aderenti ai quesiti formulati con riferimento all’anno 2014. I dati forniti dal Governo Renzi, relativi ai giudici di pace e ai giudici onorari di tribunale (ora compresi nella categoria unitaria dei “giudici di pace onorari”, a seguito della riforma varata con la legge 57/2016), e ai vice procuratori onorari, sono errati – i primi -, o non compiutamente rappresentati – i secondi. Sono i documenti governativi “interni”, predisposti proprio nel 2014, infatti, a rappresentare dati diversi da quelli forniti alla CEPEJ e a completare quelli non comunicati.

La Commissione CEPEJ distingue tra giudici professionali (cioè con formazione giuridica), a tempo parziale, a tempo pieno e occasionale, e giudici non professionali (cioè senza formazione giuridica). Il Governo Renzi ha fornito al riguardo dati errati, pur avendo a disposizione i dati effettivi:

- ha classificato i giudici di pace e i giudici onorari di tribunale come giudici non professionali (avendo essi formazione giuridica ed essendo impiegati per fare fronte alla carenza di magistrati di ruolo, per lo più a tempo pieno o semi-pieno);
- a fronte di 6939 giudici di carriera, ha comunicato un numero di giudici di pace e di giudici onorari di tribunale inferiore a quello esistente (3068 contro i 4029 in servizio all’epoca dei quesiti – fonte del dato vero: relazione del Governo stesso al DDL governativo approvato con la legge 57/2016, comunicata alla Presidenza del Consiglio il 13 gennaio 2015);
- ha omesso di comunicare il numero degli altri giudici non di ruolo in servizio in Italia (esperti di Sorveglianza, componenti degli organi giudiziari per i minorenni in primo e secondo grado – in tutto oltre 1500 secondo il CSM).

La errata rappresentazione, oltre a falsare la produttività dei giudici di ruolo, ha avuto l’effetto di occultare l’esistenza di una magistratura precaria (giudici di pace e giudici onorari di tribunale impiegati nelle medesime materie di competenza dei giudici di ruolo), priva dei diritti dei lavoratori e delle garanzie proprie dei magistrati di ruolo (necessarie a garantirne indipendenza e imparzialità, a tutela del popolo e non di privilegi). Da questa errata rappresentazione sono derivate altre comunicazioni errate. Per esempio la CEPEJ chiedeva se i giudici fossero nominati a tempo indeterminato o per un periodo rinnovabile (al fine di verificarne l’indipendenza): il Governo Renzi, rispondendo alla domanda solo con riferimento ai giudici di ruolo, ha riferito che in Italia i giudici sono nominati a tempo indeterminato (dimenticando che i giudici onorari, invece, sono rinnovati dal secolo scorso con proroghe stabilite con decreti legge – salvo la legge 57/2016 che, comunque, ha stabilito ulteriori rinnovi). In questo modo il Governo Renzi si è sottratto all’ulteriore valutazione dell’indipendenza dei giudici italiani, misurata anche in funzione della retribuzione (classificando erroneamente i magistrati precari come magistrati non professionali – che per definizione traggono il proprio reddito da un lavoro diverso dalle funzioni giurisdizionali e servono a garantire la partecipazione del popolo all’amministrazione della giustizia o il contributo di competenze tecniche non giuridiche -, ha omesso di comunicare che in Italia oltre quattromila magistrati impegnati nelle funzioni di giudice a tempo pieno o semi-pieno, sono pagati poco e non hanno alcuna tutela sociale).

Il rapporto Cepej evidenzia anche che, mentre nel 2012 l’Italia definiva in primo grado il 131% degli affari civili e commerciali di carattere contenzioso, nel 2014 la percentuale degli affari definiti è scesa al 119 per cento. La riduzione della produttività è certamente ascrivibile anche alla riduzione dei giudici onorari in organico, che nel 2012 poteva contare su oltre 4500 unità (senza considerare gli affari civili di carattere non contenzioso, che in Italia incidono sulla giurisdizione più che in altri Paesi e dove i giudici onorari sono impiegati in modo intensivo).

Analoga errata rappresentazione da parte del Governo Renzi ha riguardato l’impiego dei vice procuratori onorari, magistrati c.d. onorari impiegati in rappresentanza del Pubblico Ministero. Infatti il rapporto CEPEJ, analizzando la situazione italiana, evidenzia che i pubblici ministeri hanno un carico di lavoro particolarmente oneroso (nel 2014 i pubblici ministeri di carriera erano 2108 – fonte: CSM), salvo precisare, da una parte, che nel settore penale sono impiegati anche i vice procuratori onorari, ma, dall’altra, che i dati disponibili non consentono di misurare l’impatto dell’impiego di questo personale sul carico di lavoro dei pubblici ministeri di carriera. I vice procuratori onorari, secondo lo stesso Governo Renzi, erano 1776 all’epoca dei quesiti (fonte del dato completo: relazione del Governo stesso al DDL approvato con la legge 57/2016), impiegati in rappresentanza del Pubblico Ministero nell’80 per cento dei processi penali di primo grado davanti al tribunale e nel 100 per cento dei processi penali davanti al giudice di pace (v. statistiche uniformi sull’intero territorio nazionale), privi di tutela sociale e pagati poco come i giudici onorari. Per altro il rapporto evidenzia, per ogni Stato, anche il numero di procedimenti penali di primo grado instaurati ogni 100 mila abitanti: l’Italia è preceduta, nell’ordine, da Granducato di Lussemburgo, Francia, Norvegia, Principato di Monaco, Principato di Andorra, Austria, Belgio e Germania. Da una analisi, seppure sommaria, di questi dati, sembrerebbe corretto concludere che l’incapacità di fare fronte alla domanda di giustizia in materia penale in Italia, non dipenda dalla quantità di contenzioso, ma dall’insufficienza di risorse umane investite nel settore (non risolvibile certo con la ulteriore precarizzazione dei magistrati c.d. onorari prevista dalla riforma varata con la legge 57/2016).

Il Movimento Sei Luglio ricorda che la violazione dei diritti dei lavoratori nei confronti dei c.d. magistrati onorari da parte dell’Italia è oggetto di procedimenti in corso istruiti dalla Commissione Europea e dal Comitato Europeo dei diritti sociali e, da ultimo, anche all’esame del Parlamento Europeo (che ha dichiarato ricevibili le petizioni individuali presentate dai giudici di pace, di cui due, la n. 1328/15 e 1376/15, sostenibili da ciascun cittadino della UE). Al fine di contrastare i dati errati che il Governo Renzi ha già fornito all’esterno rispondendo ai quesiti della CEPEJ (smentendo i dati rappresentati da se stesso all’interno), il Movimento Sei Luglio sta mettendo a punto denunce integrative per consentire agli organi europei di vigilare correttamente e ammonire l’Italia, affinché applichi compiutamente la normativa europea.

5 ottobre 2016

UN CAMMINO COMUNE PER RIFORME CONDIVISE.

Segnaliamo il convegno organizzato da Unicost presso Palazzo di Giustizia Bruno Caccia a Torino il 21-22 ottobre 2016. La prima sessione è dedicata ai magistrati onorari e il titolo è stato ben scelto:  "Risorse". Puoi scaricare qui sotto la locandina.

5 ottobre 2016

QUESTIONE GIUSTIZIA 3/16: LA RIFORMA DELLA MAGISTRATURA ONORARIA.

L'ultimo numero della rivista trimestrale di "Questione Giustizia" è dedicato, nella seconda parte, alla riforma della magistratura onoraria. Da leggere e rileggere con molta attenzione. Sono molte le critiche rivolte all'intervento legislativo. Come vedrete condividono i rilievi che abbiamo formulato fin dall'inizio (per dirla con l'Avvocato Capone, una specie di Salerno-Reggio Calabria). Il re è nudo: in Italia «una magistratura davvero onoraria non esiste» (Professoressa Rosanna Gambini). Gli articoli che vi invitiamo a leggere devono riaprire il dibattito e orientare il legislatore a correggere le "sgrammaticature" e a trovare un'alternativa alle previsioni realistiche del Dr. Antonio De Nicolo (procuratore della Repubblica di Udine): i magistrati onorari «continueranno a dedicarsi [...] a tali attività con impegno e diligenza immutati, nonostante la certa riduzione delle indennità loro spettanti?».

Grazie alla redazione di "Questione Giustizia" per l'approfondimento e per avere ospitato anche la voce dei magistrati precari con l'articolo Il magistrato onorario tra equivoci e violazioni.

23 settembre 2016

I MAGISTRATI PAGATI CON I VOUCHER (ma non chiamateli così) ("Possibile.com").

A definizione invariata la riforma governativa della magistratura onoraria ha introdotto, in sostanza, il sistema dei voucher.

2 agosto 2016

CIRCOLARE CSM 1/8/2016

Pubblichiamo la delibera del CSM con precisazioni ulteriori sulla procedura di conferma (è allegato modello suggerito per la fomulazione dell'autorelazone).

26 luglio 2016

SENTENZA 187/2016 CORTE COSTITUZIONALE.

Depositata la motivazione della Sentenza 187/2016 della Corte Costituzionale, che dichiara l’illegittimità costituzionale, "nei sensi e nei limiti di cui in motivazione", dell’art. 4, commi 1 e 11, della legge 3 maggio 1999, n. 124 (Disposizioni urgenti in materia di personale scolastico), nella parte in cui autorizza, in mancanza di limiti effettivi alla durata massima totale dei rapporti di lavoro successivi, il rinnovo potenzialmente illimitato di contratti di lavoro a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili di docenti nonché di personale amministrativo, tecnico e ausiliario, senza che ragioni obiettive lo giustifichino.

Scarica qui la motivazione e leggi la sintesi pubblicata sul sito istituzionale della consulta.

19 luglio 2016

POSSIBILE PRESENTA INTERPELLANZA SUL VOTO DEL 24/25 LUGLIO

"Possibile" ha presentato un'interpellanza denunciando la limitazione dell'esercizio di voto dei magistrati onorari alle elezioni del 24/25 luglio. Grazie ai deputati Andrea Maestri, Giuseppe Civati, Beatrice Brignone, Antonio Matarrelli e Luca Pastorino.

Al Ministro della Giustizia

Per sapere, premesso che:                                                                    

il 31 maggio scorso il Governo ha approvato il primo decreto attuativo della legge delega di riforma della magistratura onoraria (d.lgs. 92/2016), istituendo la sezione autonoma dei consigli giudiziari per i magistrati onorari, che avrà compiti delicatissimi: giudicare in sede disciplinare i magistrati onorari, valutare la loro idoneità alla conferma, esprimere pareri sull’organizzazione degli uffici. La sezione autonoma dovrà anche tutelare le condizioni di lavoro dei magistrati onorari, dal momento che la loro retribuzione, in parte, sarà liquidata in base agli obiettivi raggiunti, fissati dai capi degli uffici e comunicati ad essa;

la delicatezza dei compiti affidati alla sezione autonoma è stata del tutto trascurata dal “Governo del fare”, che ha fissato le elezioni alla data del 24/25 luglio prossimo, non solo costringendo la categoria a organizzarsi in pochissimo tempo per le candidature, ma imponendo anche ai consigli giudiziari l’organizzazione delle procedure di elezione in un tempo brevissimo. Infatti, le incertezze sulle regole delle elezioni sono perdurate fino al 13 luglio scorso, quando il CSM ha approvato una delibera per risolvere le molteplici problematiche applicative e interpretative della normativa (essendo molte liste ormai depositate in base a indicazioni magari diverse date dai consigli giudiziari);

aver stabilito una data così prossima, sembrerebbe un ulteriore segnale per scoraggiare la partecipazione al voto di una categoria che già aveva maturato disaffezione, dopo essere stata invitata dal Governo a guardarsi intorno per cercare un altro lavoro;

come non bastasse, a ciò si aggiunge anche che i magistrati onorari hanno in questi giorni appreso che, se non hanno la fortuna di prestare servizio nei capoluoghi sede di corte d’appello o nelle pochissime sedi indicate come uffici elettorali, dovrebbero percorrere oltre cento chilometri per votare chi dovrà valutarli e tutelarli. Per esempio in Emilia Romagna si voterà solo a Bologna e i colleghi di Piacenza, per andare a votare, dovrebbero percorrere circa 150 km; 120 km sono la distanza che i colleghi in servizio a Massa e Verona, dovranno percorrere per il loro diritto di voto concesso, rispettivamente, a Genova e a Venezia. Pregiudicati da regole che, per lo più, non sono state applicate ai magistrati di ruolo, i quali, alle ultime elezioni, hanno votato presso le proprie sedi. I magistrati in servizio, che per problemi organizzativi o di diversa e più complessa natura saranno impossibilitati a recarsi presso le sedi "delocalizzate", saranno così esclusi dalla rappresentanza, emarginati definitivamente nella periferia giudiziaria;

per il "Movimento sei luglio - per la riforma della Magistratura onoraria", è inoltre inaccettabile che la legge non abbia previsto la partecipazione dei magistrati onorari agli uffici elettorali: soluzione, che, per altro, avrebbe consentito l’operatività di un maggiore numero di seggi dove votare. Per i magistrati aderenti al movimento, si tratta dell’ennesima nefasta conseguenza dell’operare sbrigativo del Governo, che si vuole sottolineare, ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale il d.lgs. 92/2016 dopo le 23 del 31 maggio, a meno di un’ora dal termine di decadenza di tutti i magistrati onorari. Il decreto, infatti ha stabilito anche la loro proroga;

gli interroganti intendono, quindi, sostenere Il Movimento Sei Luglio che rivolge un appello al CSM, perché disponga la costituzione di uffici elettorali che consentano l’esercizio effettivo del voto a tutti i magistrati onorari.

Se il Governo sia a conoscenza de i gravi fatti descritti in premessa e se non ritenga opportuno dar seguito alla legittima richiesta avanzata dal "Movimento sei luglio".

Andrea Maestri

Civati

Brignone

Matarrelli

Pastorino

 

 

In attesa delle motivazione della sentenza della Corte Costiruzionale, che sancisce l'illegittimità dei rinnovi dei contratti a tempo determinato della scuola, pubblichiamo il comunicato diramato dall'Ufficio Stampa della Consulta, del   12 luglio 2016.

"La Corte Costituzionale ha stabilito l'illegittimità costituzionale della normativa che disciplina le supplenze del personale docente e del personale amministrativo, tecnico e ausiliario (art. 4, commi 1 e 11 della legge 3 maggio 1999, n. 124) nella parte in cui autorizza, in violazione della normativa comunitaria, il rinnovo potenzialmente illimitato di contratti di lavoro a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili di docenti nonché di personale amministrativo, tecnico ed ausiliario, senza che ragioni obiettive lo giustifichino.

Tuttavia la pronuncia di illegittimità costituzionale è stata limitata poiché l'illecito comunitario è stato cancellato, come da decisione della Corte di giustizia dell'Unione europea che ha interpretato la normativa comunitaria in materia di contratti a tempo determinato (sentenza Mascolo).

Difatti, per quanto riguarda il personale docente la normativa sulla "buona scuola" prevede la misura riparatoria del piano straordinario di assunzioni, mentre per quanto riguarda il personale amministrativo, tecnico ed ausiliario prevede, in mancanza di analoga procedura di assunzione, il risarcimento del danno".

 

 

 

Programma del Movimento Sei Luglio per elezioni straordinarie della sezione autonoma dei consigli giudiziari (24-25 luglio 2016)

Il d. lgs. 31 maggio 2016 n. 92, in attuazione della Legge 28 aprile 2016 n. 57, ha istituito la sezione autonoma per i magistrati onorari del consiglio giudiziario, modificando l’art. 10 del d. lgs. 27 gennaio 2006, n. 25, ed estendendo così la partecipazione ai consigli giudiziari dei VPO e dei giudici onorari finora in servizio presso il tribunale.

I magistrati onorari saranno così chiamati a partecipare alle deliberazioni riguardanti:

a)  la  procedura  di  concorso  per  titoli  per  l'accesso, all'ammissione al tirocinio e all'organizzazione e  al  coordinamento del medesimo;       

b) la proposta per la nomina di coloro che hanno terminato il tirocinio e alla formazione di una graduatoria degli idonei;       

c) il giudizio di idoneita' per la conferma nell'incarico;       

d) l'espressione dei pareri  sui  provvedimenti  organizzativi  e  sulle  proposte  di organizzazione dagli  uffici  del  giudice  di  pace sulle determinazioni  organizzative  dell'attivita'  dei  vice  procuratori onorari in procura della Repubblica e dei giudici onorari di pace  in tribunale (fatta eccezione per le materie di cui  all'articolo  7-bis dell'ordinamento giudiziario, di cui  al  regio  decreto  30  gennaio 1941, n. 12).

Il Movimento Sei Luglio ha interpretato le elezioni non come competizione elettorale, ma come occasione per delegare colleghi di valore ad assumere un incarico di responsabilità enorme, come si evince dalle competenze attribuite alla sezione autonoma per i magistrati onorari. In linea con lo spirito che ha animato il Movimento fin dall’inizio (abbiamo compiuto da poco un anno), sono state presentate candidature “condivise” dai colleghi delle varie sedi, cercando di esprimere la maggiore rappresentatività possibile: territoriale (in quanto espressione di sedi diverse), per materia (penale e civile), per esperienza professionale (in quanto espressione sia dei magistrati onorari che svolgono le funzioni giurisdizionali in misura esclusiva e sia dei magistrati operano contestualmente anche in altri settori professionali).

I candidati nella lista “Movimento Sei Luglio” eletti, svolgeranno il loro incarico avendo cura che la Sezione Autonoma garantisca, in modo trasparente, la professionalità, la dignità e l’indipendenza esterna e interna di tutti i magistrati onorari, e la qualità e la serenità del lavoro dei singoli (anche con riferimento agli obiettivi in base ai quali sarà stabilita la modalità di liquidazione della indennità). Avranno cura di garantire, con spirito critico, portando nel Consiglio Giudiziario la propria esperienza professionale, che i provvedimenti organizzativi siano assunti per superare effettivamente le criticità della risposta giudiziaria, ma anche nel rispetto della tutela delle condizioni di lavoro dei magistrati onorari. Avranno cura di evitare automatismi nelle valutazioni di professionalità e di responsabilità disciplinare (soprattutto con riguardo al tardivo deposito delle sentenze).  Garantiranno massima trasparenza a tutti i colleghi, senza trascurare la comunicazione dei lavori del consiglio giudiziario e favorendo la discussione all’interno del distretto in vista delle delibere che saranno assunte.

La disaffezione ingenerata dall’esito della riforma non deve spingerci a rinunciare all’autogoverno e a rinunciare a eleggere i nostri rappresentanti. Il Movimento Sei Luglio, in alcune sedi ha cercato di favorire la partecipazione al voto chiedendo adattamenti delle procedure di elezione stabilite dai consigli giudiziari, che saranno rese note dai candidati nei singoli distretti.

VOTO.

Le elezioni si terranno il 24 e il 25 luglio (i candidati indicheranno ora e seggi elettorali stabiliti dai singoli consigli giudiziari).

Ogni elettore riceverà due schede, una per i magistrati giudicanti (GOP) e l'altra per i requirenti (VPO); su ogni scheda potrà esprimere l'indicazione di voto di lista e l'indicazione (una sola) del candidato, scrivendone nome e cognome.

15 luglio 2016

BANLIEUE GIUDIZIARIA

 

Il 31 maggio scorso il Governo ha approvato il primo decreto attuativo della legge delega di riforma della magistratura onoraria (d.lgs. 92/2016), istituendo la sezione autonoma dei consigli giudiziari per i magistrati onorari, che avrà compiti delicatissimi: giudicare in sede disciplinare i magistrati onorari, valutare la loro idoneità alla conferma, esprimere pareri sull’organizzazione degli uffici. La sezione autonoma dovrà anche tutelare le condizioni di lavoro dei magistrati onorari, dal momento che la loro retribuzione, in parte, sarà liquidata in base agli obiettivi raggiunti, fissati dai capi degli uffici e comunicati ad essa.

La delicatezza dei compiti affidati alla sezione autonoma è stata del tutto trascurata dal “Governo del fare”, che ha fissato le elezioni alla data del 24/25 luglio prossimo, non solo costringendo la categoria a organizzarsi in pochissimo tempo per le candidature, ma imponendo anche ai consigli giudiziari l’organizzazione delle procedure di elezione in un tempo brevissimo. Le incertezze sulle regole delle elezioni sono perdurate fino al 13 luglio scorso, quando il CSM ha approvato una delibera per risolvere le molteplici problematiche applicative e interpretative della normativa (essendo molte liste ormai depositate in base a indicazioni magari diverse date dai consigli giudiziari).

Di per sé la data delle elezioni sembra stabilita per scoraggiare la partecipazione al voto di una categoria che già aveva maturato disaffezione dopo essere stata invitata dal Governo a guardarsi intorno per cercare un altro lavoro. Non basta. I magistrati onorari apprendono in queste ore che, se non hanno la fortuna di prestare servizio nei capoluoghi sede di corte d’appello o nelle pochissime sedi indicate come uffici elettorali, dovrebbero percorrere oltre cento chilometri per votare chi dovrà valutarli e tutelarli. Per esempio in Emilia Romagna si voterà solo a Bologna (i colleghi di Piacenza, per andare a votare, dovrebbero percorre circa 150 km). 120 km sono la distanza tra i colleghi in servizio a Massa e Verona, e il loro diritto di voto (concesso, rispettivamente, a Genova e a Venezia). Pregiudicati da regole che, per lo più, non sono state applicate ai magistrati di ruolo (i quali, alle ultime elezioni, hanno votato presso le proprie sedi), i magistrati in servizio presso le sedi “sfortunate” (con problematiche organizzative di per sé in genere molto più complesse), saranno così esclusi dalla rappresentanza, emarginati definitivamente nella periferia giudiziaria. Inaccettabile, inoltre, è che la legge non abbia previsto la partecipazione dei magistrati onorari agli uffici elettorali (soluzione, che, per altro, avrebbe consentito l’operatività di un maggiore numero di seggi dove votare).

Si tratta dell’ennesima nefasta conseguenza dell’operare sbrigativo del Governo, che, lo ricordiamo, ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale il d. lgs. 92/2016 dopo le 23 del 31 maggio, a meno di un’ora dal termine di decadenza di tutti i magistrati onorari (il decreto, infatti ha stabilito anche la loro proroga).

Il Movimento Sei Luglio rivolge, perciò, un appello al CSM, perché disponga la costituzione di uffici elettorali che consentano l’esercizio effettivo del voto a tutti i magistrati onorari.

 

 

 

 

 

URGENTE: DELIBERA DEL CSM SULLE ELEZIONI STRAORDINARIE DELLA SEZIONE AUTONOMA DEI CONSIGLI GIUDIZIARI PER I MAGISTRATI ONORARI.

SCARICA QUI IL DOCUMENTO.

Circolare chiarificatrice del CSM sulla procedura di conferma (prot. 10789/16).

Oggi, 8 giugno 2016, il CSM ha diramato una nuova circolare, per chiarire gli «adempimenti attuativi del D. lgs. 92/2016".

 

 

DOMANDA DI CONFERMA: ECCO IL MODELLO MINISTERIALE.
Si informano i colleghi che con circolare P 10353/2016  del 01.06.2016  sono usciti i MODELLI Ministeriali DI DOMANDA di conferma.

I modelli di domanda possono essere scaricati dal link qui sotto unitamente alla predetta circolare.
Sono stati, pertanto, levati dal sito i modelli pubblicati transitoriamente in prima battuta all'indomani dell'approvazione.

3 giugno 2016

DOMANDA DI CONFERMA NELL'INCARICO PER IL PRIMO MANDATO.


Segnaliamo ai colleghi che a seguito della pubblicazione in GU Serie Generale n.126 del 31-5-2016 del decreto legislativo n. 92/2016 recante fra l’ altro le “disposizioni per la conferma nell'incarico dei giudici di pace, dei giudici onorari di tribunale e dei vice procuratori onorari in servizio”, la domanda di conferma deve essere presentata a pena di inammissibilità entro trenta giorni decorrenti dal 31 maggio 2016, data di entrata in vigore del predetto decreto.

A seguito della circolare P 10353/2016  del 01.06.2016, i modelli da noi predisposti sono stati levati e sostituiti con quelli ministeriali allegati alla circolare stessa, che trovate sotto.
Per chi volesse, abbiamo predisposto i seguenti modelli di domanda da scaricare, compilare e presentare al Capo dell’ufficio giudiziario presso il quale si presta servizio.
Suggeriamo la duplice copia per poterne conservare una ai fini della prova con il timbro dell'avvenuto deposito. 
N.B. Atteso che l'art. 2 non precisa se l'autorelazione vada presentata contestualmente alla domanda di conferma,  invitiamo i colleghi ad allegare fin da subito l'autorelazione, anch'essa in duplice copia.

La domanda è in formato Word ed è liberamente modificabile nel contenuto secondo le esigenze e/o dubbi di ciascuno.

1 giugno 2016

aggiornato 3 giugno 2016

 

RIFORMA ORLANDO : PUBBLICATO IL DECRETO LEGISLATIVO N.92/2016 FRA LE ORE 23 E 24 DELL'ULTIMO GIORNO DISPONIBILE.

DECRETO LEGISLATIVO 31 maggio 2016, n. 92 
Disciplina della sezione autonoma dei Consigli giudiziari per i magistrati onorari e disposizioni per la conferma nell'incarico dei giudici di pace, dei giudici onorari di tribunale e dei vice procuratori onorari in servizio. (16G00104) (GU Serie Generale n.126 del 31-5-2016)
note:  Entrata in vigore del provvedimento: 31/05/2016.

Per leggere il decreto in Gazzetta Ufficiale clikka qui.

1 giugno 2016

 

 

SCHEMA DI DECRETO LEGISLATIVO ALL'OdG DELLE COMMISSIONI GIUSTIZIA.

E' all'ordine del giorno dei lavori delle  Commissioni Giustizia di Camera e Senato in sede referente lo schema di decreto legislativo recante disciplina della sezione autonoma dei consigli giudiziari per i magistrati onorari e disposizioni per la conferma nell'incarico dei giudici di pace, dei giudici onorari di tribunale e dei vice procuratori onorari in servizio (atto governo n. 304)  -

Leggi lo schema di decreto legislativo recante la disciplina della sezione autonoma dei consigli giudiziari per i magistrati onorari e disposizioni per la conferma nell’incarico dei giudici di pace, dei giudici onorari e dei vice procuratori onorari in servizio, approvato, in sede preliminare dal Consiglio dei Ministri del 16 maggio. In pratica, se vengono eseguite le verifiche tecniche di competenza, è arrivata la proroga in attesa della conferma.

Leggi lo schema di decreto legislativo «recante la disciplina della sezione autonoma dei consigli giudiziari per i magistrati onorari e disposizioni per la conferma nell’incarico dei giudici di pace, dei giudici onorari e dei vice procuratori onorari in servizio», approvato, in sede preliminare, dal Consiglio dei Ministri del 16 maggio. In pratica, se vengono eseguite le verifiche tecniche di competenza in tempo, è arrivata la proroga (in attesa della conferma individuale).

OLTRE LO SCONTRO TRA POLITICI E MAGISTRATI. «E c’è da mettere nel conto che, probabilmente, l’efficienza dei palazzi di Giustizia non trarrà beneficio dalla mesta atmosfera da 'rompete le righe' che si respira negli ambienti della magistratura onoraria, dopo l’approvazione della riforma di settore. Queste toghe non 'ordinarie', ma straordinarie per il contributo che danno ogni giorno nei tribunali e negli uffici dei giudici di pace, attendevano una stabilizzazione che era stata promessa ma, nei fatti, non è arrivata. E adesso molti tra i più giovani si stanno guardando intorno, come si suol dire» (Danilo Paolini, "Avvenire", 10 maggio 2016). Grazie, Danilo Paolini.

Leggi l'articolo integralmente.

L'onore degli onorari (Corriere.it, Virginia Piccolillo)

OGGI, I MAGGIO, SU IusLaw WebRadio, alle ore 18,30, speciale sulla magistratura onoraria (interviene anche Sei Luglio). Puoi riascoltare la puntata.

DA DOVE RICOMINCIARE: video dell'intervento dell'On. Andrea Maestri - Possibile -, che ha dichiarato il voto contrario del suo gruppo parlamentare al ddl AC 3672 d'iniziativa governativa e lo ha fatto ricordando Giulio. Grazie, Onorevole Maestri!

DICHIARAZIONI DI VOTO SUL DDL C 3672.

Ecco la sintesi delle dichiarazioni di voto finali (in ordine di intervento) dei deputati alla seduta della Camera del 28 aprile  e il risultato dei voti.

ARCANGELO SANNICANDRO Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà CONTRARIO

IGNAZIO ABRIGNANI ALA FAVOREVOLE

MAESTRI gruppo Misto-Alternativa Libera-Possibile CONTRARIO

GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI gruppo Misto-Conservatori e Riformisti CONTRARIO

ROBERTO CAPELLI Democrazia Solidale-Centro Democratico FAVOREVOLE

NICOLA MOLTENI Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini ASTENSIONE

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO SCELTA CIVICA FAVOREVOLE

ANTONIO MAROTTA NCD-UDC FAVOREVOLE

CARLO SARRO Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente CONTRARIO

ANDREA COLLETTI M5S CONTRARIO

ALFREDO BALZOLI gruppo Partito Democratico “CONVINTO”

WALTER RIZZETTO (dal 22 marzo 2016 FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE) ASTENSIONE

Presenti .......................... 337

Votanti ............................ 322

Astenuti .......................... 15

Maggioranza .................. 162

Hanno votato sì ..... 214

Hanno votato no ... 108

NELLA SEDUTA DEL 28 APRILE È STATA APPROVATA, ALLA CAMERA, LA LEGGE DELEGA DI RIFORMA DELLA MAGISTRATURA ONORARIA (leggi il resoconto dell'Assemblea).

LETTERA A UN DEPUTATO (iscriviti alla newsletter per spedirla con noi).

Sono un magistrato onorario e ho già scritto ai Suoi colleghi Senatori prima che esaminassero il ddl del Governo di riforma della magistratura onoraria. Le allego la lettera. Prima che il Governo (con il placet dei parlamentari appartenenti allo stesso partito del Presidente Renzi e del Ministro Orlando) mi renda un lavoratore semidisoccupato senza nemmeno la cassa integrazione, Le chiedo di leggerla.

Se non Le fosse stata messa tanta fretta di approvare una legge ingiusta, La inviterei a seguirmi per un giorno intero di lavoro per capire quali sacrifici affronto da anni. Purtroppo il Governo preme perché il ddl AC 3672 sia approvato senza modifiche, in quanto non vi sarebbe il tempo per una nuova lettura da parte del Senato. Motivo: il 31 maggio scade il termine di proroga dei magistrati onorari. L’avvertimento costituisce un’indebita pressione nei Suoi confronti, in quanto è nella possibilità del Governo prorogare i magistrati onorari attraverso la decretazione d’urgenza. A differenza del passato, infatti, in occasione della Legge Stabilità 2016, è stato previsto un termine breve di proroga, proprio per sottrarre il ddl al compiuto esame del Parlamento. Sostenendo che se il ddl non sarà approvato in tempo tutti i magistrati onorari decadranno, in realtà il Governo non indica una condizione obiettiva, ma pone una condizione dipendente dalla propria esclusiva volontà.

Dicevo: La inviterei a seguirmi per un giorno intero di lavoro per capire quanti sacrifici affronto da tanti anni tutti i giorni (sì, spesso anche il sabato e la domenica). Tuttavia non è solo per gratitudine nei nostri confronti (come è stato detto in aula da un Onorevole Deputato che ha già dichiarato voto contrario al ddl), che il Parlamento dovrebbe approvare gli emendamenti presentati dai gruppi parlamentari che ci hanno ascoltato, ma proprio perché questo ddl è giuridicamente sgrammaticato, come abbiamo già spiegato ai Suoi colleghi Senatori. Invece il Governo ha alzato un muro e non ha saputo replicare a nessuna delle osservazioni che abbiamo formulato nella “Lettera a un Senatore”.

Un giorno temo che quegli stessi parlamentari che hanno concorso ad alzare il muro per non ascoltarci, si troveranno nella stessa posizione di totale impotenza in cui ci siamo trovati noi. Però, quando arriverà quel giorno, avranno una cosa in meno rispetto a noi: la forza della ragione, che adesso non ci fa sentire disperati nonostante tutto (hanno avuto talmente paura di sentire la nostra voce attraverso il muro, che hanno anticipato la discussione in Aula impedendo che organizzassimo una protesta davanti a Montecitorio durante le votazioni).

Per fortuna, anche se continuerò per il minor tempo possibile a fare questo lavoro (perché non me lo potrò più permettere e perché il Governo mi ha tolto l'unica ricchezza che avevo: l'amore per il lavoro), per quel poco tempo che mi resta, in aula io non dovrò contribuire ad adottare provvedimenti ingiusti. 

Voglia portare al Presidente Renzi e al Ministro Orlando i saluti di Giulio (v. "Lettera a un Senatore"), che sta un po’ peggio rispetto a quando ho scritto ai Suoi colleghi.

Dimenticavo: personalmente siamo un po’ stanchi di sentire dire che siamo fondamentali senza che ne vengano tratte le giuste conseguenze.

Buon esame del DDL AC 3672.

Distinti saluti.

«I magistrati onorari sono esseri umani come i magistrati togati».

È stato pubblicato il resoconto della seduta del 26 aprile dell’Assemblea della Camera, in cui è iniziata la discussione del ddl di riforma della magistratura onoraria (AC 3672). Il Movimento Sei Luglio ringrazia, in ordine di intervento, l’Onorevole Andrea Colletti (M5S) e l’Onorevole Arcangelo Sannicandro (SEL), che hanno denudato il re. Invitiamo a leggere gli interventi integrali. L’On. Colletti, oltre a evidenziare la ragionevolezza della soluzione di stabilizzare nell’ufficio del processo i magistrati onorari (come proposto dal Movimento Sei Luglio), ha chiarito, in chiusura, che il M5S voterà contro la legge delega: «Perché essa non è altro che la perpetuazione della precarietà, è una istituzionalizzazione della precarietà ! Istituzionalizzazione in un settore nevralgico come quello della giustizia, che ricordiamo è il settore che difende e dovrebbe tutelare i diritti delle persone».

L’On. Sannicandro ha criticato anzitutto il metodo con cui è stato posto ai voti il ddl, giunto blindato alla Camera, con l’avvertimento che si sarebbe dovuto approvare senza modifiche causa la scadenza dei magistrati onorari del 31 maggio («praticamente un termine draconiano – che potrebbe comunque essere, come dire, superato»). Ha quindi smascherato lo sfruttamento a cui sono sottoposti i magistrati onorari,  criticato il criterio retributivo stabilito dal ddl («La retribuzione – è stato già detto – o meglio, l’indennità, scusate, dovrà essere commisurata, dovrà avereuna quota fissa e una quota variabile e la quota variabile dovrà essere ancorata a criteri obiettivi. Ma qua non si tratta di bulloni, qua non si tratta di merendine, qua non si tratta di provoloni che si producono, qua si producono sentenze, e come può mai escogitarsi un criterio obiettivo a cui ancorare la produttività, la quota variabile? Sarà sempre un qualcosa di artificiale, qualcuno porrà un limite, cento sentenze, duecento sentenze, trecento sentenze, per cui la prima preoccupazione di sopravvivenza del magistrato lavoratore potrebbe diventare il problema suo esistenziale: raggiungere l’obiettivo per avere lo stipendio»). Ha ricordato che l’Italia ha comunicato alla Cepej dati falsi sulla magistratura onoraria (come denunciato dal Movimento Sei Luglio): «Ho letto e appreso che non siamo sinceri – per usare un eufemismo –, non siamo leali, siamo ingannevoli – diciamola tutta – nei confronti delle istituzioni europee quando forniamo i dati, perché da quello che ho capito – non so se ho capito bene – lavorano in 10 ma il risultato lo si attribuisce a 5 e noi diventiamo i primi: la magistratura italiana diventa la prima per produttività in Europa. Ma qui veramente stiamo al mercato; qui stiamo veramente a livello di gioco delle tre carte».

Di seguito la motivazione con cui l’On. Sannicandro ha dichiarato il voto contrario di SEL:

«D’altra parte, ce lo insegna la magistratura togata: io ricordo – se sbaglio qualcuno mi correggerà – che quando il Parlamento o il Governo – non mi ricordo se era un decreto-legge – deliberò l’introduzione del contributo di solidarietà per coloro i quali percepivano una retribuzione superiore a 90 mila euro – c’erano due scaglioni –, i magistrati impugnarono quella norma. E come impugnarono quella norma ? Con quale motivazione ? Dicendo che era un attacco del Governo all’indipendenza della magistratura. E ora non vale più questo principio ? Come garantiamo l’indipendenza dei magistrati onorari, che sono esseri umani come i magistrati togati ? Come li garantiamo ? Ecco perché i conti non tornano – non tornano! – in quanto vi sono due principi (lo stesso principio non si applica a situazioni completamente diverse)». 

 

Fascicolo degli emendamenti al DDL AC 3672 presentati in Commissione Giustizia della Camera.

AC 3672: Resoconto ufficiale della seduta della Commissione Giustizia della Camera del 13 aprile 2016.

AC 3672: SEDUTA COMMISSIONE GIUSTIZIA DELLA CAMERA del 12 APRILE 2013.

In attesa del resoconto ufficiale, comunichiamo le notizie apprese dal Movimento Sei Luglio.

È iniziato oggi in Commissione l'esame degli emendamenti presentati. Governo e Relatore hanno dato parere negativo su tutti gli emendamenti presentati. La seduta è durata fino alle 17. Non sappiamo se la Commissione abbia fatto in tempo a esaminare tutti gli emendamenti. Ad ogni modo consta che tutti gli emendamenti esaminati siano stati respinti. Con news letter abbiamo trasmesso il testo di tutti gli emendamenti presentati in Commissione dando conto di quelli proposti dal Movimento Sei Luglio e recepiti (da Possibile e SEL - tutti -; M5S e NCD-UDC hanno presentato emendamenti Sei Luglio relativi al regime transitorio).

DISCUSSIONE DDL AS 3672: SEDUTA DELLA COMMISSIONE GIUSTIZIA DELLA CAMERA DEL 5 APRILE 2016.

Nella seduta odierna la Commissione, in sede referente, ha approvato l'adozione del DDL AS 3672 come testo base. Termine per gli emendamenti fissato all'11 aprile 2016.

RIFORMA DELLA MAGISTRATURA ONORARIA. IL GOVERNO NON RISPETTA LE PREROGATIVE DEL PARLAMENTO.

CONTRIBUTO DEL MOVIMENTO SEI LUGLIO ALLA DISCUSSIONE DEL DDL AC 3672 IN COMMISSIONE GIUSTIZIA DELLA CAMERA.

Pubblichiamo il documento depositato Dal Movimento Sei Luglio alla Commissione Giustizia della Camera. La proposta richiamata (sostenibile da un punto di vista dogmatico), è quella sottoscritta in tutti i distretti di Corte d'Appello d'Italia dai magistrati onorari. È naturale che l'obiettivo non sia l'ufficio per il processo, ma ottenere condizioni dignitose per continuare a svolgere le medesime funzioni e fare diventare, anche formalmente, ciò che facciamo ora, il nostro lavoro. L'obiettivo è consentire che, chi vive di fatto di questo lavoro, possa continuare a farlo, e permettere di farlo, a chi lo voglia. L'obiettivo è ciò che è stato formalizzato negli emendamenti promossi dal Movimento Sei Luglio al Senato, su cui è stato coagulato il consenso di tutte le opposizioni e di parte dei gruppi di maggioranza. L'ufficio del processo è un mezzo, ma ai parlamentari di riferimento sono stati indicati gli obiettivi, con apertura a snellire la proposta emendativa, nel rispetto degli obiettivi medesimi. L'obiettivo è la proposta a suo tempo rivolta a tutte le sigle, quando il Sei Luglio lanciava l'iniziativa del coordinamento al fine di agire tutti insieme sugli obiettivi comuni, che non dovevano favorire una categoria rispetto all'altra (magistrati onorari a tempo pieno rispetto a quelli a tempo parziale e perfino occasionale, GOT rispetto a GDP, più anziani rispetto a meno anziani...). La proposta era stata sottoscritta in tre giorni da oltre quattrocento persone. Gli obiettivi, in precedenza, erano stati individuati, nel corso dell'incontro avuto con le sigle che avevano accettato la proposta del coordinamento unitario da parte del Sei Luglio. Rimane inspiegato perché le sigle non abbiano voluto sottoscrivere un documento comune conforme. Di certo gli argomenti sostenuti con fermezza dal Movimento Sei Luglio (tra cui l'irrazionalità del termine di proroga previsto in origine dal ddl 1738), hanno portato il Governo a prolungare la durata del mandato per i magistrati onorari in servizio e a ridurre quello dei nuovi magistrati onorari. Ma non è sufficiente, perché l'impianto del DDL di riforma della magistratura onoraria è stato studiato per impedire a tutti, d'ora in poi, di vivere del compenso corrisposto  per le funzioni c.d. onorarie, imponendo a tutti di cercare un altro lavoro (come è stato detto a chiare lettere in più occasioni da esponenti del Governo e come recita, chiaramente, il ddl stesso, all’articolo 2 co. 13 lett d). Il DDL Non riconosce  alcuna tutela sociale, continuando a lasciare drammaticamente soli  tutti i colleghi che adesso (ADESSO), stanno affrontando gravi malattie e non beneficiano di alcuna indennità.

SEDUTA DELLA COMMISSIONE GIUSTIZIA DELLA CAMERA SUL DDL AC 3672 DEL 31 MARZO.

La seduta odierna della Commisione Giustizia, è durata conque minuti. La Presidente Ferranti, erroneamente, ha avvertito nuovamente i componenti della Commissione, che la "più parte" dei magistrati onorari scadrà il 31 maggio prossimo. In realtà, il 31 maggio prossimo scadono tutti i Giudici di Pace e tutti i GOT e VPO. Infatti la legge Stabilità 2016 ha prorogato il termine di vigore del d.lgs 51/98, cioè ha modificato per l'ennesima volta il termine indicato nell'art. 245 del decreto legislativo citato (articolo 1 comma 613  Legge 28 dicembre 2015, n. 208). La seduta riprenderà il 5 aprile prossimo, quando sarà fissato anche il termine per presentare gli emendamenti. La votazione in aula è prevista nel mese di maggio (verosimilmente la prima settimana). Oggi i deputati Colletti (5Stelle) e Molteni (LN), hanno criticato l'accelerazione dei lavori. Il Movimento Sei Luglio oggi ha diramato un comunicato  (ripreso dall'ANSA), in cui chiarisce, tra l'altro, che la scadenza del 31 maggio è un falso problema. Non è "impossibile" modificare il DDL. Se il Governo volesse, potrebbe/dovrebbe prorogarci per consentire di emendare il testo. D'altronde è stato il Governo a imporre un termine così breve di proroga con la Legge Stabilità.

"I PRECARI DELLA GIUSTIZIA ALL'UE: L'ITALIA HA MENTITO SU DI NOI" (Raphaël Zanotti, "La Stampa", 30 marzo 2016). L'articolo è a pagina 15 dell'edizione cartacea. Buona lettura.

L’ingiustizia nata dalla giustizia (Chiara Spada, "Questione Giustizia")

«Il tema del “precariato” ha nuovamente portato l’Italia al cospetto dell’Unione europea, ponendo al centro, questa volta, la vicenda dei magistrati onorari».

L'articolo riprende la questione della "eventuale stabilizzazione (...) non nel ruolo della magistratura ordinaria, bensì nell'ufficio del processo", come proposta dal movimento Sei Luglio, che da sempre chiede la stabilizzazione nelle funzioni dentro un preciso perimetro di un ufficio del processo "più pregnante" come, peraltro, evidenziato, in sede di parere, dal Consiglio Superiore della Magistratura.

Buona lettura

18 MARZO: MOBILITAZIONE GENERALE PRESSO IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

Alla mobilitazione, organizzata da M.G.A. con il contributo degli operatori del comparto  presenti all'incontro del dicembre scorso, parteciperanno anche i magistrati onorari. Leggi il documento che spiega le ragioni della mobilitazione e propone soluzioni (paragrafo 5.8 "Sulla magistratura onoraria").

A.C. 3672

Il disegno di legge di riforma della magistratura onoraria approvato al Senato il 10 marzo 2016 come A.S. 1738, è approdato alla Camera dei Deputati.

 

APPROVATO AL SENATO IL DDL S1738 (vedi il testo definitivo)

Il Movimento Sei Luglio ringrazia il Sen. Maurizio Buccarella (M5S), a cui vanno riconosciute la passione, l'intelligenza, lo stile, l'impegno con cui ha sostenuto le ragioni degli emendamenti che ha presentato (vedi la dichiarazione di voto finale).

Il Movimento Sei Luglio ringrazia anche i Senatori che hanno votato il sub-emendamento 2.320 (testo 2)/6, e i Senatori  che hanno votato il sub-emendamento 2.311 (testo 2)/6, presentati dal M5S.

COMUNICATO STAMPA DI SEL SULLA RIFORMA DELLA MAGISTRATURA ONORARIA.

 

9 marzo 2016 (sera)

I sub emendamenti 2.311 (testo 2)/6 e 2.320 (testo 2)/6 non sono stati approvati. La discussione della seduta pomeridiana del 9 marzo è stata seguita in un'atmosfera da finale dei mondiali di calcio. Per fortuna non erano finali, ma solo qualificazioni. E ci siamo qualificati: l'emendamento 2.311 (testo 2)/6 non è stato approvato 86/140 (andare al minuto 163 e 47 secondi). Oltre ai senatori  proponenti (M5S), hanno votato anche altri senatori, anche appartenenti a gruppi di Governo.

9 marzo 2016 (mattino)

DDL S 1738: SUB-EMENDAMENTI 2.320 (TESTO2)/6 E 2.311 (TESTO 2)/6 BUCCARELLA CAPPELLETTI GIARRUSSO.

È pervenuta la numerazione dei sub-emendamenti che il Movimento Sei Luglio ha chiesto a tutti i senatori di approvare, con un appello inviato anche al Presidente del Consiglio. 

Questo il link per leggere tutti i sub-emendamenti.

http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/319679.pdf

8 marzo 2016

DDL S 1738 AL SENATO: SUB-EMENDAMENTI. Possiamo farcela.

Oggi si è aperta una finestra sub-emendativa al Senato. Abbiamo provato a farci entrare due emendamenti agli emendamenti del Relatore. Grazie al Senatore M5S Maurizio Buccarella che ha elaborato e presentato gli emendamenti che seguono, insieme ai Senatori Cappelleti e Giarrusso. Domani possiamo provare a essere autori del nostro destino, cercamdo di favorirne l'approvazione con tutti i senatori. Non si voterà prima di domani pomeriggio. Domani saranno noti i numeri dei sub-emendamenti.

Avanti tutt(i insieme).

 

SUBEMENDAMENTO A.S. 1738

 

All'emendamento 2.311 (testo 2) aggiungere, in fine, le seguenti lettere :

“i-bis) prevedere per i magistrati onorari in servizio da almeno sei anni alla data di entrata in vigore del decreto legislativo ovvero dell'ultimo dei decreti legislativi emanati in attuazione della delega di cui all'articolo 1 , la facoltà di optare per il regime di incompatibilità con altre professioni o comunque attività da lavoro dipendente, mediante aspettativa o sospensione per tutta la durata dell’incarico comprensivo di conferme fino al settantesimo anno di età, e conseguentemente prevedere, per chi eserciti la predetta facoltà, l'applicazione del trattamento economico, nonché quello previdenziale, assistenziale, comprensivo di ferie e permessi, e del sistema di guarentigie del magistrato ordinario precedente alla prima qualifica di professionalità, senza comunque alcuna possibilità di carriera nell'ambito della magistratura ordinaria;

i-ter) prevedere, per i magistrati di cui alla precedente lettera, una graduazione del trattamento economico in funzione dell'anzianità maturata alla medesima data di cui alla lettera i-bis), riferendo il grado massimo alla qualifica di magistrato ordinario precedente alla prima
qualifica di professionalità;

i-quater) prevedere per i magistrati onorari che abbiano esercitato la facoltà di cui alla lettera i-bis), la continuità contributiva nei rispettivi fondi previdenziali ed altresì l’iscrizione presso il fondo INPS dei magistrati privi di fondo previdenziale”.

 

Buccarella, Cappelletti, Giarrusso

 

SUBEMENDAMENTO A.S. 1738

 

All'emendamento 2.320 (testo 2) aggiungere, in fine, il seguente numero :

5-bis):” prevedere che i magistrati onorari in servizio alla data di entrata in vigore del decreto legislativo ovvero dell'ultimo dei decreti legislativi emenati in attuazione della delega di cui all'articolo 1  da almeno sei anni, sono confermati nell’incarico per ulteriori mandati, ciascuno di durata quadriennale, fino al settantesimo anno di età”.

Buccarella, Cappelletti, Giarrusso

 

L'ANSA RIPRENDE LA LETTERA A UN SENATORE DEL MOVIMENTO SEI LUGLIO

L'appello inviato a tutti i Senatori perché accogliessero le noste richieste al momento di votare il DDL S 1738. Ecco il testo e il lancio ANSA che ha ripreso l'iniziativa. Grazie ai numerosissimi colleghi che l'hanno sottoscritta.

 

UNA QUESTIONE DI GIUSTIZIA (DANILO PAOLINI, "AVVENIRE", 4 MARZO 2016).

«Insomma, il Governo dice a queste persone: "trovatevi un lavoro 'vero' e pagatevi da soli la pensione, la malattia, la maternità"». 

Segui la discussione in corso in aula del DDL AS 1738.

SCARICA QUI IL PARERE DEL CSM SUL DDL AS 1738

IL MOVIMENTO SEI LUGLIO OSPITE A "LA GABBIA".

Il video dell'intervento. Grazie a LA7.

 

 

INAUGURAZIONE ANNO GIUDIZIARIO 2016.

Leggi la cronaca della giornata.

I magistrati onorari vorrebbero il pane, ma anche le rose.

Il Sei Luglio, il 30 gennaio, ha esordito in 21 distretti di Corte d'Appello consegnando a tutti i rappresentanti del Ministero la proposta del Movimento. Grazie a tutti i colleghi che lo hanno reso possibile concorrendo a tracciare la strada, come esprime il pensiero adottato dalla Corte d'Appello di Torino per l'inaugurazione dell'anno giudiziario di Torino:
"La speranza è come una strada nei campi: non c’è mai stata una strada, ma quando molte persone vi camminano, la strada prende forma" (Yutang Lin).  

Scarica la Relazione del Presidente della Corte d'Appello di Torino (Parte Quarta, Brevi cenni sulla Magistratura Onoraria). 

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Il corteo dei magistrati onorari siciliani ha sfilato questa mattina a Palermo, dal Teatro Massimo fino alla Prefettura, dove una delegazione è stata ricevuta dal Vice Prefetto Maria Gargano, che ha dimostrato grande sensibilità istituzionale e disponibilità all'ascolto, impegnandosi a farsi promotrice delle istanze ricevute. Nel corso dell'incontro, durato un'ora, è stato consegnato al Vice Prefetto il documento contenente la proposta di regime transitorio del Movimento Sei Luglio.

Grazie dai magistrati onorari di tutta Italia ai colleghi siciliani, che oggi hanno scandito con orgoglio la verità. Sentire la collega, coraggiosissima, che accende il megafono e dice: "Speravamo di non essere costretti ad arrivare a questo". È stato il pensiero ad alta voce che ha preceduto l'inizio del corteo. Subito dopo la collega ha scandito, uno per uno, i diritti che sono negati, paradossalmente, ai lavoratori chiamati dallo Stato a dare certezza dei diritti ai cittadini. Quel pensiero esprime il tormento personale di anni e anni di sacrifici.  È vero, collega, il Governo  - e il CSM - non dovevano farci arrivare a questo. Grazie! È l'inizio. Grazie per avere dato voi l'avvio e di avere stampato i primi striscioni con il logo Sei Luglio!

V. anche Magistrati senza diritti, la protesta dei precari della Giustizia [TgMed 21/12/2015], e Precari senza diritti (Live Sicilia, 21/12/2015)

PARERE DEL CSM SUL DDL S 1738.

La sesta e l'ottava commissione del CSM avevano formulato il parere richiesto dal Ministero della Giustizia sul ddl S 1738, nei termini riassunti nel lancio ANSA che riprendeva il comunicato del Movimento Sei Luglio (che riportiamo di seguito). Oggi il plenum ha respinto all'unanimità il parere restituendolo alle commissioni, che dovranno riformularlo entro il 13 gennaio.

2015-12-14 13:43

Movimento 'SeiLuglio',da Csm benservito a magistrati onorari 

ROMA 

(ANSA) - ROMA, 14 DIC - "Il Csm vuole dare il benservito ai magistrati onorari". E' quanto afferma in una nota il movimento "SeiLuglio", impegnato per la riforma della magistratura onoraria. Il movimento sottolinea come il parere sulla riforma espresso dalle commissioni sesta e ottava del Csm su richiesta del ministero della Giustizia sia "complessivamente positivo", ma, "pur riconoscendo che i magistrati onorari, finora, sono stati impiegati oltre i limiti dell'onorarietà (a tempo pieno o semipieno)", le commissioni "propongono una soluzione ancora più irrazionale rispetto a quella prospettata dal Governo: permanenza nell'impiego per soli altri quattro anni per i magistrati onorari in servizio da almeno dodici anni (la maggioranza)". Inoltre, "ignorando l'attuale impiego dei magistrati onorari", le commissioni "hanno deliberato di proporre l'esclusione, per il futuro, dei magistrati onorari attualmente in servizio, dall'ufficio per il processo". Secondo il movimento "SeiLuglio", la conseguenza è che "da una parte gli uffici giudiziari verrebbero a perdere una risorsa fondamentale, dall'altra i magistrati onorari si vedrebbero ridurre drasticamente il reddito nel tempo rimanente di permanenza in servizio". Il parere, si legge nella nota, "disattende criteri di razionalità organizzativa degli uffici e, ove accolto dal plenum e dal Governo, fa andare l'Italia incontro a sicura sanzione da parte della Commissione Europea". I magistrati onorari "non sperano nemmeno che il plenum riformuli il parere rimesso dalle commissioni sesta e ottava, ma s'indignano e continueranno ad adottare tutte le misure utili per affermare i propri diritti e rivendicare una giustizia migliore per i cittadini". (ANSA). 

COM-SV/ S0A QBXB

I PRECARI SI FERMANO. CAOS GIUSTIZIA.

«Ci sono mestieri che sembrano studiati apposta per dimostrare quel che Tito Boeri dice dei trentenni precari e delle pensioni smangiucchiate che un giorno riceveranno» (Da "La Stampa", del 5/12/2015). Grazie a Raphaël Zanotti, che ci segue da sempre.

 

 

L'incredibile storia dei magistrati a partita IVA.

«Magistrati. E precari. Un binomio inconcepibile per un potere dello Stato. Ma possibilissimo in Italia dove i magistrati onorari dei tribunali civili e penali sono precari...» (Dal "Manifesto" del 2 dicembre). Grazie a Roberto Ciccarelli.

MAGISTRATURA ONORARIA. ANALISI E PROSPETTIVE SECONDO L'OUA (Organismo Unitario dell'avvocatura).

Si sono chiusi i lavori del congresso nazionale dell'OUA (Torino, 26-27-28 novembre 2015). Oggi l'assemblea ha approvato il documento della commissione sulla magistatura onoraria discusso al focus del 26 novembre scorso (scaricabile qui sotto). L'obiettività dell'analisi dell'OUA, anche con riferimento al DDL AS 1738 (di riforma della magistatura onoraria), merita massimo apprezzamento e l'attenzione, soprattutto, da parte del Governo. Buona lettura.

PROCEDURA D'INFRAZIONE CONTRO L'ITALIA

La Commissione Europea ha risposto al Dr. Calogero Ingrillì, Vice Procuratore Onorario, che ha denunciato l'Italia per violazione delle direttive europee che disciplinano i diritti dei lavoratori. La normativa interna che viola la normativa europea è quella che disciplina i magistrati onorari.  La procedura è ancora in fase pre-contenziosa, ma adesso dobbiamo scandire, senza più alcuna timidezza, CHE SIAMO LAVORATORI. La Commissione interviene - su sollecitazione di un collega che ha sempre creduto fino in fondo nei nostri diritti e nel diritto -, proprio mentre le aule del Parlamento stanno per esaminare il disegno di legge di riforma, che continua a negare lo status di lavoratori dei magistrati onorari. SEI LUGLIO richiama il Parlamento alle proprie responsabilità, chiedendo di approvare senza esitazione l'emendamento al ddl AS 1738 sul regime transitorio, così come proposto dal Movimento. 

MAGISTRATURA ONORARIA (PER FINTA)

Vi invitiamo a leggere l'articolo di Gian Carlo Caselli pubblicato sul “Fatto quotidiano" di oggi, che smaschera la falsa etichetta dell'onorarietà. Buona lettura

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GUARDARSI INTORNO

Al Ministro della Giustizia Andrea Orlando, che ai magistrati onorari convocati in via Arenula, nel settembre scorso, ha annunciato che il Governo avrebbe concesso loro il tempo per «guardarsi intorno»  - per cercare un nuovo lavoro - , il Movimento Sei Luglio ricorda le sue dichiarazioni di cinque anni fa, con cui egli chiedeva al Governo in carica «la stabilizzazione della magistratura onoraria, che superi la precarietà e dia regole certe a questo fondamentale pezzo della giustizia». Lo invita, perciò, a guardare qui sotto.

RISCHIO CAOS IN PROCURA

Speriamo che l'articolo di Luigi Ferrarella pubblicato oggi sul "Corriere della Sera", sia letto con attenzione soprattutto nelle aule (e nelle stanze), dove sarà decisa la riforma della magistratura onoraria, che investirà non solo il destino dei magistrati onorari, bensì anche (e soprattutto), l'amministrazione della giustizia, come è evidenziato dai numeri che il giornalista riporta in modo analitico. L'importanza della sentenza di Torino citata, non è sfuggita a Luigi Ferrarella. Speriamo che non sfugga nemmeno al Governo.

RISORSA DA NON MORTIFICARE

«Non sembra esattamente la valorizzazione di una risorsa che, statistiche alla mano, si è rivelata fin qui indispensabile. Anzi, somiglia paurosamente a una forma ingiustificabile di sfruttamento di Stato". Chiude così l'editoriale di Danilo Paolini, a pagina 2 di "Avvenire" di oggi, 4 novembre 2015 (titolo, Risorsa da non mortificare). La risorsa a cui si riferisce sono i magistrati onorari. L'editoriale suggerisce un ripensamento dell'impianto  del disegno di legge di iniziativa del Governo di riforma della magistratura onoraria. Al confronto appaiono ancora troppo timidi, invece, gli interventi dei membri della Commissione Giustizia al Senato che, il 3 novembre, ha dato parere favorevole al ddl c.d. di stabilità 2016 a condizione che siano escluse «le diminuzioni delle indennità da corrispondere ai magistrati onorari indicati [...], anche in considerazione dell'ampliamento delle competenze e dei compiti della magistratura onoraria previsti dal disegno di riforma in itinere (A.S. n. 1738)». Il taglio dei compensi dei magistrati onorari era stato denunciato dal Movimento Sei Luglio non appena era stata resa pubblica la bozza del ddl. La Commissione Giustizia, tuttavia, non ha rimediato, con questo parere, al grave errore di prospettiva commesso nel dare parere favorevole al ddl di riforma della magistratura onoraria. Anzi, riconoscendo che esso amplia le competenze e i compiti dei magistrati onorari, la Commissione ammette che il loro contributo nell'amministrazione della giustizia è non solo irrinunciabile, ma deve essere valorizzato ulteriormente, facendone la chiave di volta per risolvere l’annosa questione italiana della lentezza dei processi. La valorizzazione, tuttavia, deve avvenire anche attraverso il riconoscimento delle tutele dei lavoratori finora incredibilmente loro negate, e il ricepimento, anzitutto, della proposta di regime transitorio formulata dal Movimento Sei Luglio.

 

La discussione della riforma della magistratura onoraria in Commissione Giustizia al Senato. Tragicommedia in tre atti (21-27-28 ottobre 2015). Quando la riforma della magistratura ignora i precari.