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AL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA

 

Il presente documento è stato formulato dai giudici onorari di tribunale e vice procuratori onorari sottoscritti, invitati a partecipare in rappresentanza dei Distretti di Corte d’Appello alla giornata di approfondimento del 6 luglio 2015, sulla riforma della magistratura onoraria, organizzata dal Consiglio Superiore della Magistratura.

 

Ringraziamo il Consiglio Superiore della Magistratura, che nel deliberare l’iniziativa ha evidenziato l’oggettiva importanza del tema e l’ampia portata dell’intervento riformatore prefigurato dal disegno di legge AS 1738, e ci ha consentito di partecipare al percorso decisorio in vista del parere di competenza.

 

Nel motivare l’ammissione all’incontro, infatti, la delibera valorizza la necessità del contributo di conoscenza da parte delle diverse realtà territoriali, che dovrà orientare il legislatore a definire una riforma razionale.

 

Nel confrontarci in preparazione alla giornata di studio, abbiamo constatato una realtà uniforme su tutto il territorio nazionale, che ha già trovato rappresentazione fedele nella relazione al disegno di legge AS 1798, depositato in Commissione Giustizia dalla Senatrice Lucrezia Ricchiuti (recante delega al governo per l’istituzione dell’ufficio per il processo attraverso la contestuale riforma organica della magistratura onoraria). Si fa riferimento, in particolare, al paragrafo 1, lettera B), e al paragrafo 2, che qui richiamiamo integralmente, in quanto fotografano lo stato di fatto: la trasformazione dell’esercizio delle funzioni onorarie in attività lavorativa, a tempo pieno o semipieno, ben oltre l’incarico temporaneo e la funzione di mera supplenza originariamente previsti. Si richiama la relazione citata anche con riferimento alle circostanze che hanno imposto tale trasformazione: insufficienza dell’organico della magistratura di ruolo ad affrontare il contenzioso; devoluzione alla magistratura onoraria di processi di elevatissima tecnicità – incompatibile con l’esercizio occasionale delle funzioni; conseguente proroga dell’incarico in considerazione della professionalità acquisita e della necessità di garantire la programmazione dell’attività degli uffici.

 

È noto che lo scarto tra norma e realtà ha determinato un paradosso: l’affidamento dell’amministrazione della giustizia a lavoratori privi di ogni tutela.

 

Se la conoscenza della realtà è funzionale all’assunzione di una decisione legislativa razionale (come lo stesso Consiglio Superiore della Magistratura ha riconosciuto), il legislatore dovrà definire la riforma della magistratura onoraria adeguando la norma alla realtà sopra descritta.

 

Tale obiettivo non è centrato dal disegno di legge AS 1738, in quanto, pur essendo apprezzabile per alcuni profili innovativi in materia di teorizzazione ed organizzazione giudiziaria (previsione dello statuto unico della magistratura onoraria), presenta un vizio genetico nell’impalcatura del regime transitorio che non tiene assolutamente conto, né della situazione di fatto, né della necessità di inserire i magistrati onorari attualmente in servizio in modo strutturale in un modello di ufficio per il processo efficiente come chiesto dalla magistratura associata,  mancando quell’atteso appuntamento di rinnovamento di cui il sistema giudiziario ha assolutamente bisogno.

 

La riforma, invece, dovrà farsi carico di individuare un ruolo in cui inquadrare le funzioni attualmente svolte dai giudici e dai vice procuratori onorari,  e di riconoscere le tutele tipiche dei lavoratori a chi tali funzioni deve svolgere.

Non è solo una questione di efficienza del sistema giudiziario, di sensibilità e di cultura  sociale, ma di necessario adeguamento della normativa interna al diritto europeo (dalle direttive europee che disciplinano il diritto del lavoro alla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo e alla Raccomandazione n. 12/2010 del Comitato dei Ministri agli Stati membri sui giudici,  che disciplinano la funzione giurisdizionale).

 

Concordemente, pertanto, auspichiamo che il disegno di legge AS 1738 venga corretto attraverso gli emendamenti presentati dai Senatori Ricchiuti e Ferrara, che recepiscono il regime transitorio delineato dal disegno di legge AS 1798, inquadrando le attuali funzioni onorarie nell’ufficio per il processo attraverso un modello forte e risolutivo delle attuali inefficienze di sistema, e rivolgiamo al Consiglio Superiore della Magistratura l’invito a esprimere il parere richiesto dal Ministro della Giustizia conformemente a tale auspicio.

 

Roma, 6 luglio 2015.