lettera aperta alle sigle
25 aprile 2017
Cari colleghi,
con la precedente e-mail vi avevamo chiesto un incontro per discutere serenamente sui temi che avevamo evidenziato commentando il parere del Consiglio di Stato. Chiedevamo una discussione, un confronto, insomma, a cui è stata data risposta negativa senza affrontare comunque per iscritto gli argomenti che avevamo formulato nel commentare il parere, salvo ribadire che bisogna “compattamente chiedere il 1974” (cito testualmente). Soprassediamo sugli attacchi personali e accuse rivolte a noi di essere in mala fede e quant’altro che sono seguiti pubblicamente a tale nostra richiesta pur senza richiamarla (era stata rivolta privatamente). Questa volta vi rivolgiamo una lettera aperta e chiediamo che le risposte siano aperte.
Dovrebbe essere, per altro, evidente, che la soluzione individuata al ministero della Giustizia durante l’incontro della delegazione dei Procuratori con il Ministro e il Vice Presidente del CSM non è il modello della legge del 1974. Ero presente al CSM il 26 febbraio. In quella sede il Vice Presidente disse che era stata individuata una figura intermedia tra il dirigente e il magistrato professionale per consentire la sostanziale stabilizzazione nelle ATTUALI FUNZIONI, da impiegare – disse, facendo una pausa e invitando i presenti a non fermarsi alle parole -, nell’ufficio per il processo. Tale soluzione era stata individuata per superare i vincoli costituzionali descritti diffusamente sia nel parere del Consiglio di Stato sia nelle note integrative alla richiesta di parere rivolta dal Ministro al Consiglio di Stato. Credo di non avere sentito solo io la precisazione che la soluzione individuata prevedesse una stabilizzazione nelle ATTUALI FUNZIONI. D’altronde il Dr. Armando Spataro, nel sottoporre a critica il parere dell’ANM, a nostro sommesso avviso, ha anche offerto un riscontro al fatto che la soluzione individuata il 25 febbraio scorso non prevedesse affatto l’esclusione delle funzioni giurisdizionali. Il Dr. Spataro, per altro, nella nota lettera di domenica scorsa, ha richiamato anche le aperture del ministro e del CSM. Forse ci sbagliamo, ma a noi sembra che le aperture citate dal Dr. Spataro siano da riferire alla soluzione descritta dal Vice Presidente Legnini all’incontro del 26 febbraio.
Come sapete, nel corso dell’incontro all’ANM noi, sia per iscritto che oralmente, non abbiamo affatto contrastato la soluzione individuata nel documento congiunto (a differenza di come ha fatto qualcuno dei rappresentanti intervenuti aderenti alla proposta congiunta, criticando apertamente la nostra proposta). Anzi, abbiamo esplicitamente scritto:
«Gli obiettivi del Movimento Sei Luglio sono la stabilizzazione nelle attuali funzioni, il riconoscimento delle tutele tipiche dei lavoratori e una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto. Pertanto sarà accettata ogni altra soluzione che centri questi obiettivi individuata dall’ANM, così come sarà condivisa ogni altra soluzione proposta da altre associazioni giudicata positivamente dall’ANM».
Se fosse applicata una soluzione negli stessi termini della legge del 1974, ma non limitata ai soli magistrati onorari non esercenti la professione di avvocato (come fu stabilito allora), noi non potremmo che essere soddisfatti. Proprio il fatto che allora la soluzione sia stata applicata a una cerchia ristretta di vice pretori onorari (come ben evidenziato nelle note integrative alla richiesta di parere formulata dal ministro Orlando al Consiglio di Stato), oltre alle osservazioni formulate dal Consiglio di Stato nel parere, sollevano in noi il dubbio (credo legittimo), che l’aspettativa di approvazione della soluzione formulata nel documento congiunto sia scarsa. Il Consiglio di Stato, infatti, come abbiamo scritto nel commentare il parere, specifica anche che “la fattispecie normativa dovrebbe tuttavia essere attentamente calibrata, in quanto rischia di apparire elusiva dei tratti tipici della funzione giurisdizionale onoraria”. A noi questa precisazione – perdonateci – fa paura.
Su questi dubbi vi abbiamo chiesto una discussione serena.
Siamo certi che l’obiettivo comune sia la stabilizzazione nelle attuali funzioni, il riconoscimento delle tutele tipiche dei lavoratori e una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto (come abbiamo scritto nel documento consegnato all’ANM). Pertanto, su questo presupposto, vi chiediamo di nuovo di discutere con noi sui temi che vi abbiamo proposto.
Noi saremmo disposti a sottoscrivere la vostra proposta (avendone dato dimostrazione concreta, d’altronde, all’incontro all’ANM), purché all’interno di un documento che, seppure in subordine, prevedesse la richiesta di applicazione della soluzione dei Procuratori, o comunque quella descritta dal Vice Presidente Legnini. Siamo perfino disposti a studiare con voi delle modifiche al nostro articolato, da indicare in subordine. Noi sottoscriveremmo tale documento, per scongiurare, soprattutto, che le sigle che hanno sottoscritto il documento congiunto protestino contro la soluzione dei Procuratori o, comunque contro la soluzione descritta dal Vice Presidente Legnini. Per altro una simile protesta ci appare un po’ intempestiva da parte delle sigle rappresentative dei magistrati onorari in servizio presso il tribunale, dal momento che, invece, esse non hanno protestato contro l’approvazione della legge delega, che, invece, prevede l’inserimento nell’ufficio per il processo. Non lo diciamo per polemizzare, ma per cercare di capire. Ricordiamo, per altro, che alcuni appartenenti alle sigle che adesso dimostrano totale chiusura rispetto alla soluzione da noi proposta, il 6 luglio di due anni fa, invece, sottoscrissero la nostra proposta all’incontro di studi organizzato dal CSM. È lecito cambiare idea, ma lo diciamo per cercare di capire i motivi di tale cambiamento, visto che la nostra proposta assomiglia, diciamo, alla soluzione descritta adesso dal Vice Presidente Legnini.
Intanto, vi chiediamo di valorizzare l’obiettivo comune che sopra abbiamo indicato, proponendovi una iniziativa. Le statistiche che misurano il contributo dei Giudici di Pace sono note. Purtroppo sappiamo che, invece, sono totalmente occultate le statistiche relative al lavoro dei GOT. Crediamo che la reazione più forte al parere dell’ANM (per quanto abbiamo evidenziato nel nostro comunicato) sia raccogliere le statistiche comparative che esprimano il lavoro dei GOT. Vi proponiamo, cioè, una campagna per valorizzare il lavoro dei GOT, anche nell’auspicio che i dati raccolti aiutino a suscitare l’attenzione degli organi di comunicazione. Tale iniziativa sarebbe utile anche per dimostrare le nostre ragioni nei ricorsi giudiziari e nei procedimenti internazionali in corso attivati finora con il concorso di tutti.
Come si legge oggi nell’articolo di “Repubblica”, la lettera del Dr. Spataro è «un’accorata difesa del lavoro» dei magistrati onorari. La priorità è questa e vi preghiamo di interpretare l’invito che vi facciamo come ispirato solo a questo obiettivo.
Auguro a tutti di cuore buon 25 aprile.
Paola Bellone